L'inizio di tutto Capitolo 10

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L'indomani la sveglia suonò puntuale alle sette,anzi le grida di mia mamma al telefono con mio padre. Incredibile,neanche la distanza riusciva a farli smettere di litigare.
C'era troppo freddo e di alzarmi proprio non avevo voglia,ma dovevo,anche perché avrei incontrato Ale.
Feci un movimento sbagliato col polso e iniziò a bruciarmi,lo guardai ricordandomi che meno di ventiquattro ore fa mi ero tagliata.
Spostai il piumone facendolo cadere a terra-come sempre-e andai verso il bagno.
Sentivo l'acqua calda scendere lungo la mia schiena mentre la morbida e profumata schiuma mi accarezzava il corpo.
Dopo essermi nascosta nella mia felpa grigia e aver messo un paio di jeans con delle convers presi il giubbotto e lo zaino e mi recai alla fermata del bus.
Non vidi Ale ne alla fermata,né il classe. Alla fine della scuola gli inviai un messaggio che non ricevette risposta è stavolta scesi alla sua fermata consapevole che non sarebbe passato più nessun bus e che sarei dovuta andare a piedi.
Bussai più volta alla porta di casa,ma niente,sentii l'eco del campanello ma della famiglia williams nessun traccia.
Provai ad entrare e con mia grande sorpresa la porta era aperta.
"Jonny" iniziai a gridare più volte,ma l'unica risposta fu il mio eco.
Le pareti rigorosamente bianche gridavano il silenzio di quella casa, si sentiva nell'aria che era successo qualcosa.
Corsi in cucina,la luce naturale del sole rifletteva il suo colore sul piano di pietra nera rigorosamente pulito,c'era tutto è tutto al proprio posto.
"Che cazzo" pensai... "Dove sono finiti?" Mi stavo seriamente preoccupando,così non persi un minuto in più e andai in camera di Jonny.
Il suo letto era disfatto,le ante del suo armadio spalancate e mancavano dei vestiti tra cui la felpa che gli regalai io,mancava il suo cellulare,mancava il suo skate,mancava lui.
La stanza sapeva del suo buonissimo profumo che mi dava alla testa e non mi accorsi che riflessa sullo specchio c'era una frase scritta alle mie spalle sul muro celeste.
Mi voltai di scatto e la lessi "FARAI LA FINE CHE MERITI,MORIRAI TU E LA TUA AMICHETTA,NON AVRETE SCAMPO".
A quella frase i brividi si fecero largo nel mio corpo. "L'amichetta dovevo essere io,ma questo poco importa ma Jonny,Jonny dov'è?" Continuavo a gridare il suo nome mentre sempre più lentamente mi accasciai al suo letto iniziando a piangere.
Il piumone sapeva di lui,la stanza sapeva di lui,tutto in quel momento sapeva di lui. Dovevo andarmene e denunciare tutto alla polizia.
Sempre più lentamente mi diressi verso l'uscita ma mentre scendevo le scale notai qualcosa che prima non c'era. Un biglietto pendeva dal soffitto.

Come l'arcobaleno dopo un temporale_❄️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora