Capitolo 3 •Louis•

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"Gina Tomlinson? Che carina, mi piace quando i miei fan utilizzano il mio cognome nei loro nomi. Fammi indovinare, sei stata mandata da tua madre che è una mia ammiratrice, perché io rimanga ipnotizzato con il tuo bel e adorabile faccino per dopo presentarmi tua madre, ottenere il mio numero di telefono, dopo uscire con me e finalmente chiedermi matrimonio. È questo! Vero? Dove tua madre? Faremmo questo più facile se lei viene a presentarsi personalmente." Alzai gli occhi al cielo.

"No. Ti sbagli."

"Che cosa vuoi dire? Tua madre non vuole un appuntamento con me? Allora, che cosa ci fai qui?."

"Sono venuta ad abitare con te."

"Vivere con me? Aspetta un attimo, so di essere geniale e la mia casa ti ricorda la casa di barbie e ha molto stile, e per questo tutto il mondo sogna di abitare con me. Pero la mia casa non è un albergo."

"Pero io..." Non mi lasciò finire la frase. Volevo dire che non avevo un altro posto dove andare.

"Non puoi restare a casa mia. Sei completamente matta, eh? Con chi sei venuta?" Domandò guardando dietro di me.

"Con la mia valigia." Lui mi guardo con una espressione arrabbiata.

"AH-AH-AH io sto parlando seriamente bambina, non sono tanto generoso come credi." Guardai le mie scarpe e giocai con le mie dita prima di sussurrare.

"Non credo."

"Okay, se non mi dici con chi sei venuta ti chiuderò la porta in faccia, se non ti dà fastidio, e vado a rilassarmi nel mio jacussi. E finalmente vado a farmi un pisolino fino a domani. È stato un piacere conoscerti. Addio." Si girò e camminò ed entrò dentro la casa.

"ASPETTA!!!" Urlai con tutte le mie forze pero aveva già chiuso la porta. Voglio piangere, il mio papà non mi vuole.

Mi sedetti nel piccolo scalino che è difronte alla porta e stavo per piangere, quando ascoltai delle voci dall'altra parte.

"Che cazzo sto facendo? Non posso chiudere la porta in faccia a una bambina." La porta si aprì. "Qual è il tuo nome bambina? Chiamerò i tuoi genitori per avvisarli che ti sei persa." Mi girai per guardarlo.

" Ti ho già detto mi chiamo Gina Tomlinson." Lui rimase in silenzio per un attimo.

"Davvero? Fico! Abbiamo lo stesso cognome." Sorrise. Non ci posso credere che mio padre sia un completo ignorante. Forse per questa ragione mia mamma non mi parlo di lui. "Come si chiama tuo padre? Forse lo conosco."

"Si chiama Louis Tomlinson"

"Esiste un altro ragazzo con il mio nome? Che mancanza di rispetto. Dov'è il tuo no-originale padre? Chiederò a tuo padre di cambiare il suo nome, io sono l'unico Louis Tomlinson di Doncaster. " Mi coprii il volto con entrambe le mani e scossi la testa. Forse anche a gli adulti bisogna spiegare le cose con mele.

"Credo che sei ancora l'unico Louis Tomlinson di Doncaster. "

"Davvero? Grazie mi hai fatto sentire meglio. Pero devi dire a tuo padre che deve cambiare il suo favoloso nome, per uno più brutto." Alzai gli occhi al cielo e mi alzai per stare difronte a lui.

"Tu sei mio padre!" Dissi perché ero stanca di dare indizi.

"Uh?" Era tutto quello che disse. Non ha nessuna espressione sul suo volto, improvvisamente è diventato pallido. I suoi occhi guardano un punto fisso sulla strada. Non sono sicura se sta respirando, per questo decisi di chiamare il maggiordomo.
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Sono seduta sul divano e mio papà è disteso in un divano più grande. Ha gli occhi chiusi.                            

Alla ricerca di mio padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora