CATE
Mi girai e lo ringraziai. Lui disse che non era niente di che è si appoggiò al bancone della cucina, mentre io stavo versando il caffè in entrambe le tazze. Mi piaceva utilizzare la moca e non la macchina Nespresso perché con la moca veniva una caffè molto simile a quello americano, mentre con la Nespresso non ci riuscivo."Vuoi del latte o dello zucchero?" Chiesi
"No grazie, mi piace così, un po' amaro. Devo ammettere che con la moca viene meglio il caffè, o almeno il caffè americano. Piace anche a te?"
"Si, adoro quello americano." Dissi "Beh perché sei venuto qui?" Continuai.
"Perché non avevo niente da fare ed ho pensato di ripresentarmi a te."
"Non dovevi andare da Vittoria?" Domandai. Perché lo feci? Oddio, non è possibile. Che stupida che sono.
"Gelosa?"
"Ahahah, di cosa dovrei essere gelosa? Non mi sembra tanto sveglia lei, non desidero niente di quello che a lei. Forse potrei essere gelosa del braccialetto che porta sul polso sinistro..." Cercai di cambiare discorso ma con scarsi risultati.
"Si,certo." Disse e poi continuò "Comunque io sono Genn, piacere." Disse.
Ma cosa? Indecisa su cosa rispondere dissi "Io mi chiamo Caterina" e gli strinsi la mano.
GENN
Cominciai a parlarle un po' di me e dopo mi chiese:"Dove abiti? Vicino l lontano alla scuola?"Mi alzai in piedi e le presi la mano per portarla in camera sua. Subito non capiva, speravo che non fraintendesse. Ok, in realtà non é che ci fosse molto da fraintendere, anche perché dopo averla vista in mutandine e reggiseno continuo ad immaginare noi due su quel morbido letto di legno, però in quel momento volevo solo farle vedere casa mia.
Aprii la porta di camera sua e la accompagnai verso la finestra
"Non capisco" mi disse ridendo; così le indicai la casa affianco e dissi "questa è casa mia! E la finestra esattamente difronte la tua è la finestra di camera mia."
Le se arrossirono tutte le guance, però non l'avevo mai guardata spogliarsi. Anzi in realtà non l'avevo mai guardata, perché non potevo sapere, fino ad oggi, che in questa camera dormisse una ragazza perfetta come lei.
Ci guardammo negli occhi. Volevo baciarla, eccome se volevo. Però lei si avviò verso la porta e scese le scale, così io la dovetti seguire. Ho perso il momento. Fanculo a te Genn, sei solo un coglione.
Scesi e la trovai seduta sul divano con le gambe incrociate. Così dissi:"Io ti ho raccontato di me, ora tocca a te. Come mai ti sei trasferita?"
Iniziò a raccontarmi di lei e di cosa faceva prima di venire qui. Mi raccontò anche del suo ex, ma sinceramente quell'argomento non mi interessava più di tanto.
CATE
Parlai e parlai. Lui non mi stoppò mai. Quando finii gli argomenti lui disse:" Bene, è ora che io torni a casa. Ci si vede domani Cate."Si alzò e si avviò verso la porta. Lo accompagnai e dopo chiusi la porta. Mi sono divertita molto a parlare con lui, anche se in realtà speravo che rimanesse, anche solo per incrociare quegli occhi azzurri.
Iniziava a piacermi proprio tanto, ed io non sapevo più cosa fare. Avrei dovuto dimenticarlo come ogni persona saggia e normale.
Ma io non sono normale, e men che meno saggia.
GENN
Perché me ne sono andato via? Mi stavo divertendo con lei. Non succede con tutti, anzi in realtà mi trovo bene con una sola persona, è quella persona è Alex.Salii le scale di casa. Abito con Alex da ormai 2 anni, solo che lui oggi dopo scuola è dovuto andare dalla sua ragazza e non sono sicuro che torni per la notte. Sono solo.
Anche lei però è sola.
Andai in camera ed aprii la finestra. Uscii dalla finestra e mi arrampicai su un ramo di un albero di sua proprietà e così cercai di arrampicarmi per arrivare in camera sua.
Per fortuna lasciai la finestra di camera sua aperta prima uscire dalla camera ed avviarmi con lei in salotto.
Arrivai alla finestra ed entrai.
Lei non c'era.
Scesi le scale e la vidi, era seduta sul divano con il telefono in mano ed il tablet. Evidentemente si stava ordinando una pizza, così mi avvicinai a lei.
Al mio tocco di spaventò, ma dopo sorrise.
"Che ci fai qui? Mi hai spaventata molto, non avevo sentito la porta aprirsi."
"Si, beh, normalmente non faccio rumore mentre aprono chiudo le porte." Dissi, perché non volevo dirle che ero entrato dalla finestra, perché avevo paura che dopo avrebbe messo una serratura o una cosa simile sulla finestra e non sarei più riuscito ad entrare e vederla.
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Effetto urban // Genn
FanfictionCredevo di non poter provare di nuovo emozioni dopo essermi trasferita in una nuova città lontana più di 1000km dal luogo della mia infanzia e dai miei amici. Eppure eccomi qua, rinchiusa in un vortice di amore per un ragazzo pazzesco e un po strano...