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Kleinne era rimasto in salotto, dopo essersi buttato a peso morto sul divano. Leanne e Vivian invece si erano dirette in cucina per farsi una tazza di cereali nel latte come colazione. In realtà Leanne aveva affogato i cereali nel té, non si sa mai che Adam si offendesse. Mentre sgranocchiavano il cibo si erano guardate più volte negli occhi, provocando varie risate e sputi da parte di Leanne contro il viso di Vivian. Era strano come lei si sentisse nei confronti di quella creaturina in parte stambecco, in parte angioletto ed in parte devastatrice di ormoni ed identità. L'aveva conosciuta solo qualche ora prima, eppure in lei vedeva qualcosa che non aveva mai notato in nessun altro, ma ancora non sapeva dire cosa. Sicuramente il conoscere qualcuno come Kleinne ed avere genitori anzianotti aveva portato ad ingenti alterazioni del suo carattere, ma ancora mancava qualcosa perchè lei capisse cosa ci fosse di così diverso nel suo carattere.
Mentre era persa nei suoi pensieri, Kleinne si palesò davanti alla porta della cucina.
'Cucù. Ci sbrighiamo, signorine? Fra venti minuti saranno le undici, saremo in un paesino piccolo ma non ci mettiamo proprio dieci minuti a farti vedere tutto, e non vorrei saltare il pranzo. La signora Oledry è molto intransigente negli orari, vero Lea?' disse egli sorprendentemente rapidamente. Leanne storse il naso ed annuì, alzando gli occhi al cielo. Kleinne si allontanò soddisfatto, e lei sorrise nuovamente. 'A dir la verità lo è solo lui. È più severo dei miei, ma credo sia normale per un programmatore, con tutte quelle regole di codici' borbottò col capo basso. 'In fondo è solo un cretino in cerca di abbracci' scherzò Vivian, che sorride nel rivedere alzarsi gli occhi di Leanne insieme alle sue guanciotte. 'È taaanto metodico, ci scommetto quanto vuoi che finito il giro del paese ci porterà sulla spiaggia e mentre passeggiamo ti chiederá di raccontarci la tua vita' riprese la bionda.
'Con te ha fatto così?' chiese Vivian, soffocando una risata nell'immaginare Leanne iniziare a parlare a raffica di animaletti carini ed arcobaleni.
'A dire il vero, no. L'ho fatto io con lui, e l'ho minacciato dicendogli che se anche lui non l'avesse fatto rendendomi fiera di averlo istruito bene avrei lanciato del té sui suoi droni' rispose ridacchiando, non riuscendo a non far colare qualche goccia di té dagli angoli della sua bocca.
'Quand'è che vi siete conosciuti, esattamente?' domandò ancora Vivian, riponendo la tazza nel secchiaio.
'All'inizio dell'estate. È arrivato, come ti ha detto, per suo nonno che convenientemente conosceva mio padre. In realtà neanche io sono di qui, ma ora ci sono per altri motivi. E poi arrivi tu, per cosa esattamente?' fu la risposta dell'altra. Vivian stava per chiedere perchè anche lei si fosse trasferita, ma visto come era passata rapidamente al domandarle perché lei l'avesse fatto sentì che ancora era meglio non parlarne.
'Una sorta di...Scambio culturale, senza scambio? Alla fine dell'anno scolastico ci hanno offerto varie destinazioni per una vacanza alternativa, ed io ho scelto qui'.
La sua voce tremava appena. Ancora era meglio non dirle la verità su come e perchè era arrivata lì.
'Andiamo, su, o Kleinne ci sbrana' la incitò Leanne tornando a sorridere e zompettando in salotto.
Una volta pronte, Kleinne aprì la porta di casa e corse giù per qualche rampa di scale, fino al portone principale. Quando fu raggiunto dalle due, sorrise.
'Pronta, Viv?' domandò in tono trionfale, senza neanche lasciarle il tempo di rispondere ed aprendo la porta.

Vivian inizialmente arretrò, abbagliata dalla luce dell'esterno. Quando tornò a vedere normalmente, un sentiero di pietre simili ai mattoni che si usano per definire i confini delle aiuole si prolungava tra le fronde degli alberi sino alle sabbie della spiaggia. I rami degli alberi coprivano quasi del tutto il sentiero, e da alcuni vedeva penzolare mele e ciliegie. Poco prima che le pietre si gettassero nel mare di verde, un'altra stradina si staccava dala principale e curvava verso sinistra, fino al retro della casa, verso il paesino. Fece un passo avanti ed inspirò a pieni polmoni. La natura attorno a lei era strapiena di vita, molto più di qualsiasi altro luogo avesse visitato. Guardò ai confini della spiaggia innalzarsi montagne ricoperte di macchie verde scuro, e nel mare isolotti di un verde più acceso delimitare la baia. Si sentiva estranea a quella meraviglia, ma allo stesso tempo tutt'una col mondo che la circondava. Perfino l'aria era carica di...di qualcosa, qualcosa che nei suoi polmoni a riempiva di vitalità, e sopra di lei anche le nuvole erano bianche come la neve. Percepiva il calore del sole poggiarsi sulla sua pelle, riscaldarla ed infonderle gioia
Dietro di lei, Leanne e Kleinne sostavano all'ombra di un balcone, fianco a fianco. Gli occhi di lei erano colmi di allegria nel vedere Vivian comportarsi così, ed anche il ragazzo non riusciva a fare a meno di sorridere.
Mentre si avviavano, Vivian già era giunta alla diramazione per il villaggio, dove si era voltata per chiamare a gran voce gli altri due.
'Leanne, Kleinne, muovetevi! gridava. 'Se non mi trattenete ed indirizzate sul sentiero giusto io mi perdo in questo verde, e poi chi mi trova più?'.
La sua voce era carica di vitalità, come non l'aveva mai udita prima. Dopo tutto quel tempo nelle grigie strade della capitale, da poco in allerta inquinamento, tutto il suo desiderio di uscire e vivere, respirare aria pura si era realizzato in un attimo. 'È come se tu fossi d'innanzi al luogo che sogni da una vita, Vivian. Non avevo visto mai nessuno reagire in maniera così...puramente felice, estasiata' le aveva gridato Leanne ridacchiando. 'Seriamente, Viv' aveva proseguito Kleinne. 'Non ho mai visto neanche Leanne così sprizzante di gioia, neanche quando aveva trovato una lepre leccare i figli per pulirli'. In seguito alla sua battuta, Leanne scoppiò a ridere reclinando la testa ed appoggiandosi a Kleinne, mentre Vivian iniziava a riprendere conoscenza dalla prima esplosione di gioia. Ma fu per poco, in quanto quando si incamminò per la stradina verso il paesino i suoi occhi si riempirono ancora di sorpresa e felicità. Era magnifico.

Dove la stradina si connetteva al paese, dopo un rialzo, una recinzione di legno scuro si prolungava lungo quello che pareva un promontorio di roccia biancastra sul verde delle piante. Ogni tanto notava un pino marittimo fare ombra ai passanti e dove si interrompeva il suo campo visivo, a causa del dislivello, i tetti bianchi con tegole rossastre delle case. All'orizzonte ancora riusciva a notare le vette coperte di verde e le pareti rocciose a strapiombo delle montagne, e si voltò per controllare dove fossero rimasti Kleinne e Leanne, ritrovandosi il faccino di quest'ultima a pochi centimetri dal proprio gridarle 'Buh!', facendola sobbalzare all'indietro e cadere per terra, iniziando a ridere. Anche Leanne indietreggiò ridendo, e Kleinne soffocò un riso appoggiando la fronte alla mano e scuotendo la testa. 'Non ho mai visto qualcuno così felice ed iperattivo, neanche Leanne dopo il cioccolato' la sfotté lui, mentre la nominata si voltò e lo schiaffeggiò nuovamente, gonfiando le guance. 'Com'è che oggi ti diverti tanto a fare battute su di me, signorino Kleinne?' s'impuntò lei.
Kleinne, ignorando lo sguardo coccoloso ed assassino della ragazza, indicò alle sue spalle.
'Ti conviene pensare poco alle battute ed iniziare ad accettare che oggi lei abbia più vitalità di te' disse, appoggiando una mano sulla sua spalla mentre l'altra puntava a Vivian che correva a perdifiato verso il paesino. 'È meglio che ci sbrighiamo, prima che veda una lepre leccare i suoi cuccioli e la segua nel verde, o non la troviamo più davvero'.
Leanne soffocò un risolino, si voltò e zompettò allegramente dietro a Vivian, sotto lo sguardo soddisfatto di Kleinne Werster.

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