4. Sorprese

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Dal capitolo 2

ANDREW: Buongiorno a tutti. Anche io sono di origine americana e sono qui in Italia da poco prima che iniziasse l'estate. Ah, il mio nome è Andrew, Andrew Brown.

A sentire quel nome alzo velocemente il capo e mi rendo conto che è proprio lui: lui è Andrew, il ragazzo che ho incontrato questa estate. Non può essere vero.

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Non ci credo, è impossibile, lui non può essere qui.

Non mi sono resa conto che ero come pietrificata, è stata la voce squillante della professoressa a farmi ritornare sul pianeta Terra.

PROF: Signorina Watson, è gradita la sua presenza in quest'aula, se non vuole partecipare alla lezione può accomodarsi fuori dall'aula o direttamente nell'ufficio del preside.
IO: Mi scusi prof, non volevo.
PROF: Allora Lucas e Andrew potete accomodarvi al banco dietro le signorine.

Non capendo a chi si riferisce, mi giro e vedo che l'unico banco libero è quello dietro il mio. Non è possibile, mi tormenta anche in Italia.

Si accomodano dietro e cerco di far finta di niente, mentre Jaz mi guarda con faccia sconvolta e mi mima con le labbra: "Che sta succedendo qua?"

ANDREW: Ehi ragazze ci rivediamo a quanto pare. Quindi voi siete...
JAZ: Io sono Jasmine ma potete chiamarmi Jaz, lei è Caroline ma potete chiamarla...
IO: Caroline, ecco come mi potete chiamare.

Dico io interrompendola e parlando con un tono di voce quasi seccato. A quanto pare capiscono che non voglio parlare, così si mettono a parlottare con Jaz.

La prof parla del programma che dovremmo affrontare in quest'anno scolastico, ma a quanto pare nessuno la ascolta, visto che mezza classe parla fra di loro.

Detto con tutta sincerità, io ODIO l'italiano; lo so che è importante perché ti impara a parlare bene e tutte quelle cavolate ecc...ma lo detesto lo stesso.

Forse si può salvare per il fatto che si debbano leggere i libri. Alcuni odiano leggere perché lo trovano inutile o semplicemente gli secca "sprecare" del tempo a leggere, io invece sono del parere opposto. Adoro leggere, soprattutto se si tratta di storie d'amore, forse perché in quei libri alla fine tutto va bene, dopo tante difficoltà i due protagonisti riescono a stare insieme 'e vissero per sempre felici e contenti'. Tutto questo nella realtà non esiste, o perlomeno poche persone riescono a trovare l'anima gemella. Nel caso mio non potrò mai 'vivere per sempre felice e contenta' con la mia anima gemella, sono convinta che non esista.

Finalmente la campanella suona e la prima ora si conclude. Ci rimane solo un'altra ora, poiché, essendo il primo giorno di scuola, oggi facciamo solo 2 ore.

Tutti quanti si dirigono verso la porta aspettando il prossimo professore, mentre io e Jaz iniziamo a parlare. Ci è venuto in mente di fare un'uscita stasera con le altre ragazze; un modo per inaugurare questo nuovo anno scolastico. Nel frattempo veniamo affiancate da Andrew e Lucas; che seccatori. Per carità Lucas non mi ha fatto niente, ma, solo perché è amico di quel cretino di Andrew, non lo sopporto.

ANDREW: Ehi bellezze, che si dice allora?
IO: Allora punto uno non provare a chiamarmi bellezza, punto due togliti dalle scatole e punto tre non ti devi azzardare a rivolgermi la parola. Hai capito bene?
ANDREW: Ehi qualcuno oggi è nervosetto...che ti succede principessa?

Adesso mi sto seriamente incavolando. È meglio finirla qui ma, quando lo sento ridere, non riesco più a trattenermi, ha superato ogni limite.

IO: NON DEVI CHIAMARMI IN QUESTO MODO! TU SEI UN BASTARTO, UNO STRONZO E NON MI DEVI GIRARE ATTORNO! STAMMI LONTANO!

Detto questo, con le lacrime agli occhi, me ne vado dalla classe con gli sguardi di tutti addosso e mi rifugio in bagno. Singhiozzo e singhiozzo fino a quando la porta del bagno non si apre rivelando la mia migliore amica.

JAZ: Ho detto al professore che non ti sei sentita bene e mi ha concesso di venire da te...ora mi spieghi cos'è successo in classe? Perché hai detto quelle cose?
IO: Non voglio ricordare. Mi dispiace, non voglio pensarci. Ti dico solo che è uno stronzo, era diverso prima, era diverso.

Non smettevo di piangere, non se le meritava le mie lacrime. E dopo circa 20 minuti di pianti isterici e abbracci confortevole da parte della mia amica, rientriamo in classe sotto gli sguardi attenti di tutti i compagni e anche del professore e vedo quel sorriso strafottente che tanto detesto. Non mi bastava l'estate, mi tortura anche a scuola.

Non credevo di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora