9. Claire De Bellis

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Ed ecco che oggi ricomincia la settimana. È lunedì, il che significa che si deve ritornare a scuola.

Sono gia le 7 passate e dovrei iniziare a prepararmi, ma ovviamente la mia voglia di andare a scuola è pari a zero.

Ovviamente come ogni mattina, mamma entra nella mia stanza togliendomi le coperte e aprendo la finestra, costringendomi di conseguenza ad alzarmi dal mio letto.

Faccio colazione e, dopo essermi preparata e vestita, mi incammino verso la scuola.

Oggi sono da sola poiché Jasmine è casa con la febbre a 38. Quindi significa che sono anche sola al banco. Pomeriggio se riesco passo a casa sua per vedere come sta.

Arrivo giusto in tempo davanti a scuola, per sentire la campanella suonare.
Ancora fuori ci sono studenti che aspettano l'ultima campanella per entrare.

Entro in classe e noto che è gia mezza piena. Mi siedo al solito posto con lo sguardo di Andrew addosso. Ma cosa vuole mo. Solo perché non c'è il suo amichetto non vuol dire che deve rompere a me.

Oggi sono tutti particolarmente agitati ed emozionati. Forse per la nuova arrivata.
Gira infatti voce nei corridoi che si trasferisca in questa scuola la figlia di un importante imprenditore che ha come minimo due aziende in ogni paesi. Un certo De Bellis, che io non ho mai sentito.
Vedremo oggi che succede.

La campanella suona e tutti gli studenti si affrettano a prendere posto fra i banchi prima dell'arrivo del professore.

Dopo un paio di minuti entra il professore di fisica, accompagnato da una ragazza.
Allora le voci erano vere, ci sarà una nuova ragazza in questa scuola. Ora vediamo chi è.

PROF: Ragazzi questa è una vostra nuova compagna che starà in classe qui con voi per quest'anno e per i successivi. Bene puoi presentarti adesso.
X: Salve a tutti, il nome è Claire, Claire De Bellis. Ho abitato in America fino alla fine di questa estate, e ora mi sono trasferita qui in Italia per il lavoro di mio padre.

Non può essere. Lei non è la Claire che intendo io giusto? E invece è proprio lei!
Da dietro sento Andrew sussultare a quel nome e dire a bassa voce

ANDREW: Claire?! Che ci fa qui?!

E senza che me ne accorgessi rispondo.

IO: Credevo che questa estate ti piacesse. Mi aspettavo una reazione diversa.

Non risponde, ed è ovvio che non sa cosa rispondere.

PROF: Bene Claire ti puoi accomodare in quel posto libero, vicino quella ragazza

Oh no, oh no. Perché non sei venuta Jasmine?! Ti odierò solo per questo!

CLAIRE: Ehi Carina, Carla, ah si, Caroline..ci si rivede a quanto pare.
IO: Si cretina, volevo dire Claire, Che brutto incontro però...
CLAIRE: Oh ciao anche a te Andy.
ANDREW: Ciao Claire
CLAIRE: Ti va di uscire pomeriggio? Oppure possiamo stare a casa mia
ANDREW: Si perché no? Sarà divertente. Non ci vediamo da tanto tempo.

Oh che fastidio. Ma proprio vicino a me si doveva mettere questa tizia!? Che rabbia. E poi la deve smettere di parlare con il mio And...volevo dire con Andrew.

******

Le prime due ore passano velocemente e grazie al cielo Claire non mi ha dato tanto fastidio come immaginavo. Se ne stava sempre a parlare con Andrew. Ma perché non si è seduta vicino a lui visto che Lucas non c'è, anziché stare con me?!
Adesso c'è la ricreazione e si vede anche perché tutti gli studenti sono usciti dalla classe molto velocemente. Ma come biasimarli? Stare in una classe per 5 ore è pesante.

I ragazzi della mia classe escono subito appena suona, mentre io metto nello zaino i libri e i quaderni. In classe eravamo solo io ed Andrew.
Mi avvio alla porta e vengo strattonata dal braccio, mentre Andrew chiude la porta e mi poggia al muro. I nostri visi sono a due centimetri di distanza e posso sentire il suo respiro.

IO: Ma che fai?! Sei matto!? Lasciami subito il braccio!
ANDREW: Allora ti da fastidio l'arrivo di Claire?

Cosa? Ma che domande sono e poi che gli può importare. Perché me lo sta chiedendo e poi con quel sorriso strafottente.

IO: M-ma cosa t-ti importa? E comunque n-no.

Perché cavolo sto balbettando?! Non può farmi questo effetto. Lui non è niente per me. O forse si?

E dopo quella risposta, mi lascia li, in quella classe, da sola, come al solito immersa nei miei pensieri, e pensando al perché mi ha fatto quella domanda.

Non credevo di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora