Draco's thoughts.

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Un altro anno ad Hogwarts. Il penultimo, per l'esattezza.
Speravo di non scoppiare prima che finisse, anche se dubitavo che ce l'avrei fatta. Una smorfia di disgusto comparve sul mio viso pallido, mentre mi avviavo verso il binario 9.
Ancora due anni a sopportare Potter e quegli strambi dei suoi amici. Per fortuna, non dovrò obbedire ancora per molto alle stupide regole di Hogwarts, dettate da Albus Silente. Quel vecchio spaventapasseri. Papà diceva che avrebbe fatto il possibile per ottenerne il licenziamento, anche se qualche anno fa aveva fallito nel tentativo, facendosi inoltre umiliare da Potter: Dobby, il nostro elfo domestico, era diventato libero per colpa sua. Non che me ne importasse molto. Ormai, era già tutto deciso: me ne sarei sbarazzato io in persona, su ordine del Signore Oscuro.
Ora che riflettevo su questo, la voglia di finire l'anno in fretta iniziò a svanire. Certo, volevo bene alla mia famiglia, ma Lucius Malfoy vedeva in suo figlio nient'altro che un futuro mangiamorte. Inoltre, ora si trovava ad Azkaban. Piccolo dettaglio. L'unica cosa che gli interessava era servire il Signore Oscuro, e per questo era stato imprigionato.
Ripensandoci, non avevo molta voglia di seguire le sue orme. Ma, ovviamente, non era una mia scelta. Ripensai al marchio nero impresso sul mio braccio, e agli occhi di mia madre che mi guardavano preoccupati mentre cercava di confortarmi, di dirmi che sarebbe andato tutto bene.
Dovevo fare quello che dicevano i miei genitori, perché era il meglio per me.
Conoscevo già i piani. Per una frazione di secondo, anche se infinitesima, pensai di avere un briciolo di paura. Ma scacciai il pensiero: io ero Draco Malfoy, non avevo paura.
Raggiunsi la famigerata parete della King's Cross Station, e l'attraversai. Alzai lo sguardo e osservai l'imponenza dell'Hogwarts Express. La mamma mi diede un bacio sulla fronte, io la salutai.
Con lo sguardo cercai quello sfigato di Potter. Stava chiacchierando allegramente con la Granger e Lenticchia, qualche metro lontano da me. L'altra Weasley li stava raggiungendo.
Erano così fastidiosi quando ridevano tutti insieme. I migliori amici perfetti. Sempre insieme, come fratelli. Bleah.
Mi avviai verso Tiger e Goyle, Blaise e Pansy. Pansy mi rivolse uno di quei sorrisoni da un orecchio all'altro. Nonostante fosse incredibilmente fastidiosa, le volevo bene. O almeno, la sopportavo.
"Ciao ragazzi"
"Hey Dra" dissero in coro Tiger e Goyle.
Non mi erano mancati per niente. Non erano veramente miei amici, erano semplicemente troppo stupidi per pensare con la loro testa, e avevano bisogno di qualcuno che gli dicesse cosa fare e cosa pensare.
Salimmo sul treno, seguendo un gruppetto di Tassorosso. Una ragazzina del gruppo inciampò sullo scalino e cadde a terra. Pansy le tirò un calcio sulla schiena e proseguì ridacchiando. Blaise la seguí, dilettandosi in commentini cattivi sui Tassorosso. Tiger e Goyle si misero a ridere all'unisono e saltellarono verso la prima cabina libera. Io sogghignai. "Idiota" mi sentii sibilare mentre raggiungevo gli altri. Insomma, essere così stupidi da inciampare mentre sali sull'Hogwarts Express, davanti a tutti gli studenti? Se lo meritava.
Nella cabina Pansy ci raccontò quello che sapeva sulla Tassorosso. A quanto pare era una del primo anno, figlia di babbani.
"Ecco spiegata la sua imbranataggine" dissi, scatenando le risate dei presenti.
Continuammo a parlare dei nuovi arrivati a Hogwarts, di chi fosse Mezzosangue e chi no, mentre lasciavo che Pansy mi accarezzasse i capelli. Non proferii parola sui piani riguardanti Silente.
Mi ritrovai pensare alla Granger e alla sua odiosa risatina... Mi resi conto che non l'avevo ancora presa in giro, nonostante ne avessi già avuto l'occasione... Scrollai le spalle e ritornai ad ascoltare la conversazione: avrei rimediato al più presto. Improvvisamente mi resi conto che Blaise era sparito. Appena formulato il pensiero, ed eccolo lì, intento a chiudere la porta del vagone per poi rivolgersi a noi con una via di mezzo tra un sorriso e un ghigno sprezzante stampata sulle labbra.
Una nuvola di polvere blu, molto densa inizialmente, si sparse nel vagone, cominciando a dissolversi lentamente solo dopo pochi secondi. Pansy mi assicurò tossicchiando che probabilmente era uno scherzo di alcuni imbecilli nel vagone, ma non ne fui molto convinto.
"Sono appena stato da Lumacorno" esordì lui mentre prendeva posto davanti a me.
"Cosa voleva da te?"
"Sta cercando di ingraziarsi i ben ammanicati." Questo mi colpì come uno schiaffo gelido in piena faccia. Fino ad allora ero stato io il più ammanicato e raccomandato studente di Hogwarts. Dal momento in cui quel coglione di Potter aveva fatto incarcerare mio padre, il mio potere mi era stato strappato via. Faceva male.
"Chi altri aveva invitato?"chiesi
"McLaggen di Grifondoro" rispose Zabini.
«Oh sì, suo zio è un pezzo grosso al Ministero» commentai, più rivolto a me stesso.
"Paciock, Potter e la ragazza Weasley" concluse Blaise.
Mi rizzai sulla sedia come scosso da un brivido di freddo, allontanando bruscamente la
mano di Pansy.
"Che cos'ha Paciock che possa interessare Lumacorno?" Non potevo accettarlo. Capivo il fatto di non essere stato invitato nel cosiddetto "LumaClub" per via della brutta reputazione di mio padre, ma Paciock era un buono a nulla!
Zabini alzò le spalle.
" Potter, quel tesoro di Potter, ovvio che voleva dare un'occhiata al Pre-
scelto" sogghignai per cambiare argomento, "ma quella Weasley! Che cos'ha lei di tanto speciale?"
" Piace a un sacco di ragazzi" disse Pansy, osservandomi come se si aspettasse che mi dichiarassi a lei in quel momento. "Anche tu pensi che sia carina, no, Blaise? E sappiamo tutti che sei tanto difficile!"
"Non toccherei una sudicia piccola traditrice di sangue come lei per quanto carina possa essere" ribatté Zabini gelido, e Pansy parve soddisfatta. Beh, non avrei dovuto sprecare fiato per esprimere le mie opinioni sulla Weasley, dato che esse combaciavano perfettamente con quelle di Blaise.
"Be', Lumacorno ha gusti da schifo. Forse sta diventando un po' demente. Peccato, mio padre diceva sempre che ai suoi tempi era un buon mago. Mio padre era uno dei suoi preferiti. Lumacorno probabilmente non ha saputo che sono sul treno, o..." Ma non ne ero molto convinto.
"Io non conterei su un invito" intervenne Zabini. "Appena sono arrivato mi ha chiesto del padre di Nott. Erano vecchi amici, a quanto pare, ma quando ha sentito che era stato arrestato al Ministero non era contento, e Nott non è stato invitato. Non credo che Lumacorno sia interessato ai Mangiamorte". Era solo la conferma ai miei pensieri.
Nonostante fossi nero di rabbia, riuscii a mettere insieme una risata straordinariamente priva di allegria.
"Be', chissenefrega. Che cos'è, a pensarci bene? Solo uno stupido insegnante. In ogni caso, non sono nemmeno sicuro che continuerò gli studi l'anno prossimo." Osservando le occhiate sbalordite che i presenti mi rivolgevano, decisi di stare sul vago. "Ho grandi progetti per il futuro." Fui pervaso dalla soddisfazione a pensare quanto sarei diventato importante da un anno a questa parte. Altro che Antiche Rune o Pozioni, io sarei stato uno dei servitori più importanti e fedeli del Signore Oscuro.
Guardando a stento fuori dal finestrino, scorsi i tetti aguzzi del castello.
Eravamo arrivati.
Mentre Goyle trascinava la sua valigia fuori dal portabagagli, essa urtò qualcosa. Sembrava che uno spicchio d'aria fosse solido, e mi parve per un momento che gemesse leggermente. Mi insospettii.
Aspettai che tutti fossero usciti dal treno, e chiusi la porta del vagone alle mie spalle. Maledetto Bambino Sopravvissuto, si impicciava sempre dappertutto.
Con un petrificus totalus e un leggero movimento del polso, quel mocciosetto venne scaraventato sul pavimento del vagone mentre il suo Coso dell'Invisibilitá scivolava sui sedili. La sua faccia da sberle mi rivolse uno sguardo sconcertato, come se non avesse mai immaginato che Draco Malfoy fosse capace di qualcosa del genere. Ma lui non sapeva che il sottoscritto fosse capace di peggio, molto peggio. Ed era stato scelto fra tutti gli altri per compiere un importantissimo ordine di Lord Voldemort in persona.
"Mammina non ti ha insegnato che origliare è maleducazione?" Lo guardai con disprezzo, mentre mi avvicinavo a lui. Se avessi parlato con Blaise e Pansy di Tu-Sai-Chi, le cose si sarebbero messe molto male per me. Questo pensiero mi fece innervosire ulteriormente.
"Ah, dimenticavo. È morta prima di poterti asciugare il moccio dal naso."
Lo calciai finché non iniziò a sanguinare, poi lo ricoprii con quel mantellino invisibile da quattro soldi, lasciandolo solo nel vagone.
Mentre chiudevo la porta, annunciai "Buon ritorno a Londra, Potter."
Sul mio viso comparve il solito ghigno beffardo, sta volta con una nota di trionfo. Mi ero finalmente liberato di quell'impiastro.

The blood in our veins||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora