Amortentia.

141 19 6
                                    

Il nuovo professore Horace Lumacorno era un omino paffutello e sorridente, e, cosa più apprezzabile nonostante Harry me l'avesse descritto come un'ipocrita, sembravo stargli simpatica.
Finalmente, un docente di Hogwarts che non mi considerava saccente e vanitosa, ma semplicemente mi dava l'occasione di esporre le mie conoscenze ai disinteressati studenti, tra Grifondoro e Serpeverde, che assistevano alla lezione.
Quando, come al solito, alzai la mano trepidante per rispondere, lui mi interpellò sorridendo e ascoltò attentamente ogni parola della mia dettagliata descrizione della pozione che avevo riconosciuto appena avevo spostato la mia attenzione sul calderone di peltro posizionato, insieme ad altri tre calderoni, sui tavoli davanti a noi. Ovviamente, avevo anche individuato l'identità delle altre pozioni, ma per il momento mi limitai a descrivere la prima, il Veritaserum.
"Una pozione inodore e incolore che costringe colui che la beve a dire la verità." Esordii, sicura di me.
"Bene, benissimo!" Il sorriso stampato sul faccione di Lumacorno si allargò ulteriormente. "Ora", riprese, indicando il secondo calderone, "Questa è più famosa... Di recente è stata anche citata in alcuni libriccini del Ministero... Chi sa...?"
Non gli lasciai terminare la domanda, e scattai "È Pozione Polisucco, signore."
La conoscevo eccome, quella pozione, quell'intruglio dal sapore indescrivibilmente orrendo, che mi aveva trasformata in... Non riuscii nemmeno a terminare di formulare il pensiero. Al solo ricordo delle orecchie a punta che mi erano spuntate sulla testa... Scrollai le spalle. Lumacorno stava proseguendo "Eccellente, eccellente! Ora, questa qui..." Indicò la terza pozione, nonché la più misteriosa e intrigante.
Questa volta era visibilmente sorpreso dalla mia mano, che si alzò nuovamente in aria.
"È Amortentia!" Quel nome sembrò schiodare gli studenti dal disinteresse e dalla noia in cui erano avvolti. Lo sguardo di tutti rimbalzó su di me e su Lumacorno, per poi affondare nella pozione.
"È il filtro d'amore più potente al mondo." Non sapevo se essere entusiasta o intimorita da ciò che ribolliva nel calderone davanti a me. Era qualcosa di misterioso e crudele, ma dolce. Un'insieme di bellezza e aberrazione. Era lugubre, ma allo stesso tempo affascinante.
L'ometto non sembrò notare l'eccitazione che faceva tremare le mie parole.
"Esatto! L'hai riconosciuta, immagino, dalla sua tipica luminosità madreperlacea..."
"E dal vapore che sale in caratteristiche spirali" finii la frase con entusiasmo, "E dovrebbe avere un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae."
Mi fermai un attimo e inspirai.
"Ad esempio, io sento aroma di erba appena tagliata, pergamena nuova e..." Mi bloccai di scatto. Non volevo crederci.
Pasta dentrificia alla menta.
Ero capace di risolvere ogni tipo di esame magico, preparare ogni sorta di pozione e recitare l'intero libro di Antiche Rune a memoria: un po' di logica ce l'avevo, in quella testa da Sanguesporco. In un istante, avevo capito tutto.
Ma mi dissi che ci avrei riflettuto più tardi. Per quel momento, sarebbe stato meglio ascoltare ciò che Lumacorno mi stava chiedendo.
"Posso chiederti come ti chiami, mia cara?" Oh, no. Quella domanda presagiva una lunghissima ramanzina sulla vanità, oppure annunciava a gran voce "10 punti in meno a Grifondoro". Tutti i nuovi insegnanti non avevano fatto altro che confermarlo.
"Hermione Granger, signore"
"Granger? Granger? Possibile che tu sia imparentata con Hector Dagworth-Granger, che ha fondato la Strastraordinaria Società dei Pozionanti?" L'eccezione che conferma la regola.
"No, non credo, signore. Sono Babbana di nascita"
Con la coda dell'occhio, notai Malfoy chinarsi verso Nott e mormorare qualcosa; entrambi sogghignarono, ma Lumacorno non mostrò disappunto; al contrario, s'illuminó in volto e si voltò verso Harry, che era seduto accanto a me.
"Oho! 'Una delle mie migliori amiche è Babbana, ed è la più brava del nostro anno!' Suppongo che sia questa l'amica di cui parlavi, Harry".
"Sì, signore" rispose Harry.
"Bene, bene, venti meritatissimi punti per Grifondoro, signorina Granger" flautò Lumacorno gioviale.
Inutile dirlo, ero al settimo cielo. Malfoy aveva la stessa aria di quando l'avevo schiaffeggiato, un paio d'anni fa. E venti meritatissimi punti per Hermione Granger, signorino Malfoy.
"Gli hai detto davvero che sono la più brava del nostro anno? Oh, Harry!"
"Be', che cosa c'è di tanto speciale?" sussurrò Ron, che chissà perché sembrava seccato. "Tu sei la più brava del nostro anno... Gliel'avrei detto anch'io, se me l'avesse chiesto!"
Aiuto, aiuto, aiuto, aiuto. Non sapevo cosa rispondere, come comportarmi, non sapevo nemmeno che espressione avevo in volto. Mi ero promessa di riflettere più tardi sul profumo dell'Amortentia, ma non mi ero posta in problema del fatto che Ronald Weasley frequentava le mie stesse lezioni e mi rivolgeva la parola ogni due minuti, come se non fosse lui che... Il mio volto si stiracchiò in un sorriso indifferente (o almeno lo speravo), e gli feci segno di tacere, per poter sentire Lumacorno. Ron era decisamente contrariato.
«L'Amortentia non crea veramente l'amore, è ovvio. È impossibile confezionare o imitare l'amore. No, si limita a provocare una potente infatuazione od ossessione. Probabilmente è la pozione più pericolosa e potente in tutta questa stanza... oh, sì» ribadì, annuendo grave verso Malfoy e Nott che ostentavano una smorfia scettica.
Non credevano in niente, nè nell'amore, nè nella lealtà, nè nella compassione. Niente. «Quando avrete vissuto a lungo quanto me, non sottovaluterete la potenza di un amore ossessivo... E adesso è ora di metterci al lavoro». La potenza di un amore ossessivo... Sembrava così impossibile e lontana, quella frase.
Non pensavo all'amore e ai suoi effetti da una bel po' di tempo ormai. Dovevo ammettere che non avevo mai preso seriamente in considerazione questo argomento. Le cotte c'erano state, ma ora era una cosa seria... Si trattava del mio migliore amico. Ron Weasley, quella sera alla Tana, mi aveva fatto notare con visibile imbarazzo che una piccola quantità di dentifricio spuntava sulle mie labbra. Era un gesto così piccolo, impercettibile, che era diventato un'importante rivelazione.

The blood in our veins||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora