Second part.

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A quelle parole, il mio mondo si sfaldò.
Mi sentii sciogliere le membra, mentre la mente si ostinava a focalizzarsi su Draco. Era sempre stato così cattivo con me, con noi. Una mente chiusa e crudele come la sua non aveva spiragli di luce ed era priva di innocenza.
Eppure, non potevo credere che fosse stato lui a provocare così tanto dolore e sofferenza  a una ragazzina che conosceva a malapena come giocatrice nella squadra di Quidditch di Grifondoro. Ovviamente, rovinare la giornata a una Grifondoro attraverso una collana costosa e tetra era nello stile di Malfoy, ma c'era una nota stonata: il fatto che non avesse ancora reso pubblico il suo successo, non era assolutamente da lui.
Solitamente, le azioni cattive che lo rendevano famoso erano pensate per poi rendere pubblici i risultati e umiliare i suoi nemici davanti a tutti.
Inoltre, era dall'inizio dell'anno che non lo vedevo fare dispetti ai primini o ai Mezzosangue per divertimento.
L'unica persona che si dilettava ancora a infastidire era la sottoscritta, Hermione Granger. Ero davvero così irresistibile da insultare?
Anche il fatto che avesse rifiutato la spilla da Prefetto, quell'anno, mi turbava. Insomma, Malfoy che evita un'occasione del genere per avere ancora più potere sugli studenti di Hogwarts? No, c'era sicuramente qualcosa che non andava.
E c'era qualcosa che non andava anche nella teoria di Harry. Niente quadrava, nella teoria di Harry.
Quasi senza pensarci, mi allontanai di pochi passi da lui, che mi lanciò uno sguardo sconcertato.
Intanto, la McGranitt aveva iniziato a parlare dopo una pausa scandalizzata:"Questa è un'accusa molto seria, Potter. Hai qualche prova?"
Harry ammise che no, non aveva nessuna prova, ma le raccontò di quando aveva seguito Malfoy fino da Magie Sinister e della conversazione che avevamo origliato.
Il mio disagio cresceva sempre di più, l'ansia e il senso di colpa -per cosa, poi?- lievitavano a ogni parola di Harry. Stavo male per qualcosa che non mi riguardava, e non ne capivo la ragione. Tanto, anche se Malfoy fosse stato accusato su prove fondate, cosa sarebbe importato a me, che ero sempre stata vittima del suo narcisismo e crudeltà? Con un nodo alla bocca dello stomaco, però, constatai che anche se fosse successo qualcosa a Malfoy, non mi sarei sentita meglio. I suoi insulti ormai non mi raggiungevano più, e quelli che mi avevano veramente ferito avevano lasciato pallide cicatrici che ancora mi facevano male, ma ero sicura che non sarebbero più guarite. Nemmeno se Malfoy fosse stato imprigionato ad Azkaban.

"Potter, apprezzo che tu mi abbia detto questo, ma non possiamo accusare il signor Malfoy solo perché ha fatto visita al negozio in cui questa collana potrebbe essere stata comprata. Lo stesso vale probabilmente per centinaia di persone..." Disse la McGranitt dopo aver soppesato con sguardo perplesso ogni parola pronunciata da Harry.
Mi sentii subito meglio e il disagio iniziò a sbiadire.
"...e comunque abbiamo messo in atto strettissime misure di sicurezza quest'anno, non credo che quella collana avrebbe potuto entrare a scuola a nostra insaputa..."
Harry fece per protestare, ma venne interrotto.
"...e soprattutto", concluse la professoressa McGranitt in tono terribilmente definitivo, "il signor Malfoy oggi non era a Hogsmeade".
A questa notizia, mi sentii scoppiare: non ci capivo più niente! Eppure, da un lato ero convinta che non fosse stato lui e allo stesso tempo quasi sollevata di sapere che avesse un alibi.
"Come fa a saperlo, professoressa?" Domandai con voce tremolante.
"Perché era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter" proseguì, "ma adesso devo andare in infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buona giornata a tutti."
Detto questo, la professoressa si avviò fuori dalla stanza, lasciando la porta spalancata per segnalare un muto invito a seguirla. E così facemmo.

Per tutta la notte, mentre mi rigiravo tra le fresche lenzuola scarlatte nel dormitorio, la mia mente stanca era talmente affollata di pensieri che mo sentivo mancare il respiro. Malfoy mi stava, anche se indirettamente, cambiando.
Era cambiata la mia distinzione del bene e del male, il mio raziocinio era alterato e credevo nell'innocenza di Draco Malfoy. Mi sentivo debole, come se mi fossi lasciata sopraffare dal vuoto doloroso che da un po' di tempo il biondo mi provocava nello stomaco.

Non capisco, pensavo.
Cosa mi sta succedendo, mi chiedevo.
Lo odio, mi convincevo.

Non succederà mai più, sarò più forte d'ora in poi.

The blood in our veins||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora