Colazioni complicate.

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"Insomma, Harry!" Esordii subito prima di addentare la mia fetta di torta alla crema. Ero lievemente alterata, devo ammetterlo. Anzi, ero piuttosto innervosita. A dire il vero, ero furiosa.
"Prima ti metti nei guai provocando Malfoy e per poco non te ne torni a Londra con il naso rotto, e poi segui delle istruzioni scarabocchiate su un libro di pozioni vecchio e logoro." Lo avevo già tartassato abbastanza con le mie invadenti critiche sull'avventura con Malfoy, dalla quale era stato salvato da Tonks. Ma ogni argomento era buono per spingerlo a non dare retta al libro.
Ron, che prima d'ora aveva degnato della sua attenzione solamente il porridge davanti a lui, decise che era arrivato il momento di entrare nella conversazione.
"Mione, Harry ha ottenuto una pozione molto più efficace della tua grazie al Principe Mezzosangue." Il suo sorriso canzonatore non aveva mai catturato la mia attenzione come in quella mattina. Ero decisamente contrariata per ciò che aveva detto, ma il tepore emanato dal rosso si infiltrava dentro di me, mentre affogavo il mio contrasto interiore in un sorso di succo di zucca. Molto probabilmente immaginai soltanto del profumo di menta fresca invadermi le narici.
"Se con questo intendi dire che sono solo invidiosa, sbagli" mentii, "Sono solo preoccupata per te!" dissi rivolta a Harry.
La mia preoccupazione era sincera, ma un Veritaserum invisibile dimostrava la mia irritazione per la pozione perfettamente riuscita del mio amico dagli occhiali tondi.

Non badai alla reazione che la mia frase aveva provocato, e spostai lo sguardo su Ginny: era un vero peccato che ultimamente fosse sempre immersa in conversazioni spezzate da risatine isteriche con le sue amiche del quinto anno e con Dean, mentre non passava molto tempo con me, Harry e Ron. Un ondata di senso di colpa mi pervase: ero stata io, quando per l'ennesima volta avevo fatto da spalla alla rossa durante i suoi pianti isterici e i suoi silenzi imbarazzati nei quali il soggetto era sempre Harry. Io, stanca di vedere la mia amica soffrire così tanto per l' irraggiungibile Bambino Sopravvissuto, le avevo gentilmente consigliato di non pensare più a lui e cercare di farsi altri amici, di trovare nuovi ragazzi, insomma, di dimenticarlo.
Spalmai distrattamente un velo di marmellata di lampone (la preferita di Silente, a quanto Harry mi aveva confessato) sul pane tostato, e guardai Ginevra movere la testa, spostando la lucente chioma alla luce del sole in un gesto che io e lei avevamo sempre criticato nel modo di fare di Fleur Delacour, denominata da noi Flebo.
Mi stupii quando la rossa, resasi conto che la discussione sul Principe Mezzosangue era finita, approfittò del silenzio per chiedere a Harry con tono apparentemente indifferente se le ferite facessero ancora male. Registrai lo sguardo contrariato che Dean aveva rivolto a Gin appena lei aveva dimostrato interesse per Harry, cosa che non faceva da molto tempo, come se stessi osservando la scena attraverso una finestra appannata, offuscata dai miei pensieri, che iniziarono a vorticare e ad affollarsi nella mia mente. Elencarli tutti sarebbe impossibile perfino per me, poiché la maggior parte di essi erano talmente disordinati che nemmeno una mente come la mia era in grado di decifrarli. Delle stelle incapaci di formare costellazioni.

Spesi il resto della colazione a sorseggiare distrattamente il mio succo di zucca e a cercare di ragionare logicamente. Chi era il Principe? Era davvero un principe, o si nominava tale per il suo infinito ego? Potevamo considerarlo un amico o un nemico? Non riuscii a fornire una risposta a nessuna di queste domande.
Così controllai la mia memoria a breve termine per esaminare ciò che ricordavo delle intriganti annotazioni ascrivibili al Principe Mezzosangue. La scrittura era piuttosto articolata... Tutte quelle S e quelle L piene di fronzoli potevano facilmente essere tracciate da una mano femminile.
Senza pensarci due volte, espressi i miei sospetti sul sesso del misterioso "aiutante" di Harry in Pozioni. Ma appena formulai la frase, i miei cari amici mi fecero notare che la parola "Principe" era inconfutabilmente di genere maschile. Imbronciata, decisi di rinunciare a esporre loro le mie teorie e ritornare a immergermi nel mio Pensatoio personale, all'interno della mia mente.

Mi ritrovai inaspettatamente, però, a riflettere sul comportamento del cosiddetto Re delle Serpi. Durante la prima lezione del nuovo professore di Pozioni, Horace Lumacorno, non ero stata l'unica a notare come fosse agitato il biondo platinato. Insomma, era comprensibile essere attratti dalla possibilità di trascorrere un giorno di gloria grazie alla Felix Felicis, ma la reazione di Malfoy alla vista di quella boccetta colma di liquido dorato non passava di certo inosservata. Sfogliava febbrilmente le pagine del suo libro, quasi volesse assimilarne ogni dettaglio che potesse contribuire alla sua vincita.
Non posso negare la mia soddisfazione per il fatto che non ci fosse più Piton in vece di professore di Pozioni: tutti sapevano che faceva favoritismi nei confronti dei serpeverde e soprattutto con Draco Malfoy. Quando udii Lumacorno chiudere bruscamente la sua breve conversazione con il biondo, il quale aveva cercato di abbindolarlo sventolandogli davanti il suo sangue purissimo, non avevo potuto fare a meno di distrarmi per un istante dalla mia pozione, ormai irrimediabilmente meno precisa di quella di Harry, e osservare Malfoy. Avevo sfoggiato un sorriso a trentadue denti appena avevo visto le sue guance arrossate (la sua carnagione era quasi bianca, non ci si poteva aspettare un viso rosso peperone provocato dalla rabbia) e il suo broncio. Avevo notato delle piccole gocce di sudore luccicargli sulla fronte mentre ricominciava a mescolare la pozione.
Dietro i suoi occhi di ghiaccio semichiusi per la concentrazione brillava infinita ambizione, come era normale per uno come Malfoy. Ma dubitavo di sbagliarmi a sentenziare che il biondo desiderava ardentemente la Felix Felicis per utilizzarla a uno scopo preciso.
No, non potevo sbagliarmi. Draco Malfoy aveva assolutamente bisogno di quella bottiglietta dorata per un motivo strettamente collegato al segreto nascosto sul suo braccio e alla sua misteriosa conversazione con il negoziante a Diagon Alley.

In quel momento mi accorsi che continuare a riflettere su Malfoy mi aveva terribilmente infastidita. Alzare lo sguardo e rendermi finalmente conto che Ron mi stava annunciando l'imminente ora di lezione fu come inspirare per la prima volta dopo essere usciti dal vortice dei miei pensieri aggrovigliati.

The blood in our veins||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora