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Louis si era messo in viaggio non appena Harry gli aveva mandato la posizione. Controllava freneticamente l'orario e spingeva ansioso l'acceleratore, preoccupato per cosa sarebbe potuto accadere a quell'irresponsabile, odioso, bellissimo ragazzo dagli occhi di smeraldo e i capelli ribelli. Quasi non ascoltava nemmeno la voce del navigatore che, pacata e cordiale come sempre, lo stava conducendo dal suo piccolo amore... Perché si, ormai non poteva negarlo, Louis amava quel ragazzo al punto che si sarebbe preso una pallottola al posto suo, figurarsi se non lo avrebbe raccattato ubriaco, nel pieno della notte, fuori ad uno squallido locare gay. Tirò un grosso sospiro di sollievo vedendo la luminosa insegna a led del locale, è scrisse di nuovo al riccio, cercando di cavargli la sua precisa collocazione. Inutile, ormai Harry non ci stava minimamente con la testa... gli scriveva cose insensate, a raffica. E poi lo vide. Vide un ragazzo dai lunghi capelli ripiegato su un cellulare, pallido come un lenzuolo e che si sforzava di reggersi ad un'auto. Harry... come ti sei ridotto... pensò subito Louis, accostando e scendendo dall'auto. E come un girasole che ritrova il suo sole, Harry alzò d'istinto gli occhi verso il ragazzo che amava.

"Louuuuuuuis" chiamò la voce roca che tanto adorava, storpiata dal tono e l'accento strascicato di chi ha bevuto.
"Dio, come ti sei combinato" esclamò incredulo, non riuscendo a trattenere quel pensiero mentre si avvicinava a lui.
"Mi sei mancato" Harry abbracciò Louis con sorriso serafico, finalmente non si sentiva più un'anima in pena, finalmente era dove aveva desiderato essere tutta la sera.
Questo non poté non far sorridere di rimando il castano, che subito sorresse l'uomo che amava e lo condusse verso l'auto.
"Oh..." biascicò il riccio, allontanandosi di poco mormorando un flebile "aspetta", impegnato a trattenere i conati. Ma non riuscì a trattenersi a lungo, Louis lo vide piegarsi in modo innaturale e rigettare l'intero contenuto del suo stomaco sull'asfalto bagnato per l'umidità.
"Porco schifo, stai male Proprio" sussurrò Louis, mentre Harry provava a ripulirsi la bocca.
"Louis" chiamò a voce alta, quasi in un lamento che riecheggiò in tutto il parcheggio, tanto che anche un ragazzo che passeggiava di lì, fumando una sigaretta, probabilmente per prendersi una pausa prima di dare inizio alla seconda parte della sua frenetica serata, si avvicinò a loro incuriosito.
"Ancora cerchi questo Louis?" chiese con un sorriso quasi intenerito.
"Sono qui" Louis ignorò il ragazzo, sorridendo nell'accogliere Harry tra le sue braccia.
"Scusalo ma cerca sempre questo Louis, anche quando ha altro da fare" continuò l'altro, quasi in difesa di Harry.
"Mi ha trovato" ribattè Louis secco, alzando le spalle per camuffare la gelosia
"Le fortune della vita" rispose ironico il ragazzo.
"Lou"-sussurrò Harry-" che vuole questo?"
"Non lo so, ma ti conosce" Louis strinse possessivamente il piccolo tra le sue braccia, accarezzando la buca di Harry con le lunghe dita affusolate, respirando il suo bellissimo profumo di fiori d'arancio, ancora forte nonostante l'alcool.
"Mi mancavi cosi tanto Lou" sussurrò dolcemente il riccio, beandosi della stretta del suo amato.
"Tu non dovresti bere" disse solo l'altro. Gli faceva male sentire quelle parole da Harry, temeva che esse fossero dettate dalle pessime condizioni in cui egli si trovava. Ma in cuor suo continuava a ripetersi che l'alcol rende sinceri, nel disperato tentativo di autoconvincersi e di rassicurarsi.
"Voglio dormire" Harry si era ormai completamente abbandonato tra le braccia di Louis, sentendosi perfettamente a suo agio e al sicuro.
"Andiamo prima a casa, poi dormi" rise quest'ultimo.
"Portami con te" la presa del più piccolo si fece più forte, e Louis accolse la sua richiesta senza sacrificio alcuno. Desiderava passare tutto il suo tempo in compagnia di Harry, e non gli importava se questo voleva dire fargli da babysitter, lui lo avrebbe amato lo stesso, con ogni attenzione e carezza.
A tentoni si avviarono verso l'auto, Louis aiutò scrupolosamente il riccio anche nell'atto di accomodarsi sul sedile e, una volta partiti, non esitò a rimanere al suo fianco anche mentre, ripiegato su un sacchetto, Harry vomitava i litri di alcol che il suo corpo si rifiutava di assorbire. Queste attenzioni non fecero altro che fornire al più piccolo il pretesto per abbracciare, accarezzare e avvicinarsi all'altro.
"Sei facile di abbracci stasera" notò infatti Louis, sorridendo dolcemente.
"Mi sei mancato. E mi piaci" un'altro colpo al cuore del liscio, un'altra frase di cui dover temere. Liquidò l'argomento con una battuta e una mezza risata, sentendo una grande amarezza dentro di sé, una tristezza profonda che si irradiava al centro del suo petto. Quanto avrebbe voluto che Harry fosse lucido. Louis voleva certezze ma, in quel momento, sentiva come tutto fosse sospeso al nulla, perso in un vuoto che era occupato soltanto dal grosso punto interrogativo costituito dal domani.
" Mi spieghi perché hai deciso di ammazzare il tuo fegato?" Chiese alla fine.
"Perche il ragazzo che mi piace è sparito, perché Niall ha detto una Cazzata su Nick, che è venuto davvero quindi non era una cazzata"-rispose tutto d'un fiato-" Ma l'ho respinto" aggiunse orgoglioso.
"Oh" esclamò incredulo Louis "Beh, il fegato era innocente" e questo fece scoppiare a ridere Harry.
"Ma è colpevole con me. Fa parte di me" disse con una tale naturalezza e serietà che Louis non poté trattenersi dal ridere.
"Raccontami sta cosa che hai respinto Nick, va" la gelosia ebbe la meglio, così il più grande si trovò a formulare quella frase per la quale si sarebbe preso a schiaffi. Non voleva sembrare così interessato.
"È venuto per le solite cose, ma tu ti saresti arrabbiato, e non volevo che ti arrabbiassi, eri già arrabbiato. E non sentivo voglia di lui, pensavo a te" ammise Harry, per poi stendersi tra il sedile e il corpo dell'uomo che amava.
" Har, è pericoloso" lo avvisò Louis, prudente.
" Lo so" sospirò l'altro " non è facile provarci"
"No, se non ti sposti andiamo fuori strada" ribadì Louis, così che Harry spostò il peso sullo sportello. "Provare a far cosa?" Chiese poi.
" Io e te"
"Har, non immagini nemmeno quanto sia facile, invece" Harry avrebbe voluto rispondere, ma Louis fece in tempo a parcheggiare sul vialetto di casa e l'altro si prese del tempo per osservare bene il posto. Era una villetta piccola e graziosa, non di quelle massicce e imponenti che mettono soggezione anche solo a guardarle. Rispecchiava Louis, bello da far paura, eppure l'immagine della tranquillità. Non senza fatica, i due riuscirono a varcare la soglia di casa. Lo stesso stile sobrio dell'esterno la rendeva, se possibile, ancora più accogliente, anche se, sicuramente, diversa dall'appartamento in cui Harry viveva con sua madre. Completamente a suo agio, egli si diresse verso il bagno, dove si prese tutto il tempo necessario a darsi una pulita e a sciacquarsi la bocca. Il risultato fu che, quando ne uscì, Louis rimase fisso a guardarlo. Gli era parso che passasse un'eternità intanto che Harry si sistemava, gli era mancato, nonostante fosse consapevole di trovarsi sotto il suo stesso tetto.

"Pensavo ti ci fossi addormentato" rise il liscio, facendo sorridere il più piccolo.

"No" ridacchiò "dormi con me?"
"Ho solo un letto" chiari Louis, cercando di nascondere il rossore che iniziava a colorargli le guance.
"Vieni con me"
"Dovrei dirlo io, visto che non sai dov'è" rise ancora dolcemente il maggiore.
"Vero" rise appena il riccio, quasi nervoso "dormo per la prima volta con un uomo" ammise poi
"Già, anche io" gli sorrise di rimando l'altro, mentre con estrema dolcezza lo guidava fino alla sua camera da letto, tra battute di Harry e risatine di Louis. La tensione iniziava ad infittirsi nell'aria, le mani di Louis sudavano e quelle di Harry si impigliavano continuamente tra i ricci.

"Sei molto, molto ubriaco" concluse il maggiore, un tentativo di smorzare la tensione, che era diventata addirittura palpabile nell'atto di stendersi a letto, uno accanto a l'altro, così vicini da poter perfettamente ascoltare i loro respiri o, più semplicemente, i battiti dei loro cuori che si rincorrevano, come cavalli selvaggi al galoppo.
"Sono molto deciso" precisò Harry, permettendo al suo sguardo di posarsi con delicatezza sulle morbide e sottili labbra di Louis.
"Riguardo cosa?"
"Baciami" sussurrò quasi disperato, rapito dalla bellezza dei tratti dell'amato e dal forte sentimento che stava provando.
"Ma non mi ami ancora" la mano di Louis si posò delicatamente sulla sua guancia, accarezzando la candida pelle liscia e vellutata del riccio.
"Baciami" ribadì, e Louis non potè fare altro che assecondare questa richiesta. Avvicinò le sue labbra a quelle di Harry per poi sfiorarle così dolcemente che pareva avesse paura di romperle. Le labbra si rincorsero, le lingue si accarezzarono, i due ragazzi si stavano amando più di chi ha bisogno di una certa intimità per farlo. Il mondo intero scomparve nel loro bacio d'amore. Ogni problema fu spazzato via dal loro abbraccio. Esistevano solo loro due nelle quattro mura di quella stanza, e rimase così anche quando le bocche si separarono, per permettere agli occhi di fondersi, verde nel blu.

"Mi piaci anche tu" sussurrò Louis, quasi temendo di spezzare quel silenzio pieno di parole non dette. Harry gli sorrise.
"Grazie Lou"
"Per?"
" Per essere venuto da me" ed Harry gli è davvero grato, aveva bevuto solo perchè aveva paura di averlo perso, e non c'è niente di più brutto che perdere una persona prima di averla.

"Verrei da te sempre" Louis riprese ad accarezzarlo.
"Sempre?"
"Sempre... in qualsiasi momento e in qualsiasi posto. Anche in capo al mondo" e si baciarono ancora, stavolta in modo appena accennato. "Abbiamo perso?" Sussurrò poi Louis
"Sembra di si"
"Ti rattrista questo?" chiese Louis, timoroso. Ma Harry rispose semplicemente scuotendo la testa ed entrambi si avvicinarono per baciarsi di nuovo per un tempo interminabile.
"Voglio dormire abbracciato a te" questa volta fu Harry ad interrompere il silenzio.
"Allora dormi, piccolo" Louis sorrise e lo accolse tra le esili braccia, modellate apposta per la sua figura, mentre Harry si accoccolava come un gatto che fa le fusa al suo padrone. Si abbandonarono al sonno così, lasciando sospese in aria le mute promesse che si erano fatti quella notte, cullati dai loro cuori che avevano ormai smesso di rincorrersi e battevano allo stesso ritmo, uno accanto all'altro.

I Bet || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora