-36-

5.5K 288 52
                                    

Louis

"Amore, dovresti prendere qualcosa per quando stai da me, sai?" Sorrisi al bellissimo uomo al mio fianco. Passeggiavamo serenamente per Holmes Chapel, stretti in un tenero abbraccio, godendoci la piacevole frescura del pomeriggio. Ero da Harry da due giorni, mi ero fermato per la notte dopo un ingenuo colpo di testa che mi aveva spinto a chiudere la porta di casa ed andare da lui. Mi sentivo così felice e sereno in sua compagnia, proprio non mi capacitavo di come i nostri amici potessero essere così scettici nei nostri confronti. Io ed Harry eravamo felici, ci completavamo in tutto, addirittura le nostre mani sembravano modellate per unirsi. Amavo Harry, amavo il suo sorriso, amavo il suo profumo. Avevamo giusto quella notte deciso che avremmo vinto addirittura la distanza che ci separava. Io sarei andato spesso da lui durante la settimana, mentre lui avrebbe passato il week-end da me. Questo mi rendeva così felice, e volevo che lui fosse sempre presente nella mia vita, così gli avevo proposto di avere qualcosa a casa mia. Era più una scusa, però... la verità era che volevo qualcosa di suo, che mi permettesse di sentire il suo profumo anche quando non c'era. In risposta lui mi sorrise.

"Davvero?" Chiese incredulo, come se non riuscisse a capire come io potessi amare lui. Dal canto mio, io mi chiedevo come avrei potuto non amarlo. Harry mi scaldava il cuore con un solo sorriso dolce, con uno sguardo innamorato, con un tenero bacio. Era come il tepore del fuoco di un camino nei torbidi giorni d'inverno, come l'abbraccio di una madre amorevole quando ti sbucci un ginocchio a sei anni, come l'aria che ti entra nei polmoni dopo un lungo periodo di apnea. Dio, quanto lo amavo...

"Si, così puoi trattenerti di più, quando hai qualche giorno libero" sorrisi, beandomi della sensazione delle sue braccia che mi si stringevano attorno.

"Sarebbe stupendo, amore" sorrise ed io mi protesi per baciarlo, nel momento esatto in cui uno scricciolo biondo ci venne addosso, barcollando. Prontamente la afferrai per le spalle, rimettendola dritta sui suoi piccoli piedi. Era una bambina tenerissima, ma mi gelai quando i suoi occhi si posarono timidi su di me. L'unica cosa che pensai, fu che avevo già visto quegli occhi.

"Louis?" mi fissò, ma la mia testa era lontana chilometri, sommersa dai ricordi di me e lui, di lui e lei, e dall'immagine di Harry che fissava confuso la scena. Oddio... si sarebbe arrabbiato? Non volevo pensasse male, non volevo si sentisse escluso, ma il gelo mi stava entrando nelle vene, sempre più in profondità.

"Matt, stai attento a Louise" lo riprese sua moglie, fermandosi davanti alla vetrina della gioielleria del paese. Louise? Aveva davvero chiamato sua figlia Louise? Questo era paradossale! Mi diedi immediatamente dallo stupido per non essermi ricordato che sua moglie era originaria di questa cittadina, poi maledissi quel demente di un dio che sembrava avercela con me. Perché doveva rovinare tutto proprio adesso che andava tutto bene?!

"Scusate" la voce tenera di Louise mi arrivò ovattata alle orecchie, preso com'ero a decifrare l'espressione di Harry, sempre più perso nella situazione. Non aveva ancora realizzato cosa stava accadendo.

"Non ti preoccupare" rassicurò la bambina col suo tenero sorriso tutto fossette, quasi non si rendesse conto del gelo che c'era improvvisamente intorno a noi, per non parlare di quello che avevo dentro. Non sentivo assolutamente niente... Matt era peggio di uno sconosciuto per me.

"Louis, come stai?" mi rivolse ancora la parola, ostentando un finto interesse che mi diede la nausea. Avevo davvero amato un uomo così insulso? Non mi sembrava vero.

"I-io bene... tu?" distolsi a malincuore lo sguardo da Harry, reprimendo il senso di raccapriccio che mi invase nell'incontrare di nuovo i suoi occhi.

"Vi conoscete?" Chiese sua moglie, raggiungendoci e posando una mano curata sulla spalla del marito, come se volesse rivendicarne il possesso. Se faceva questo per me, poteva anche risparmiarselo. Suo marito non mi faceva per niente gola, anzi ero visibilmente disgustato.

"Bene - sospirò nel rispondermi - è un mio vecchio alunno" chiarì poi. Beh, vecchio alunno un cazzo, visto che ti ci facevi scopare da questo alunno, pensai. Lo sguardo di Harry mi bruciava sulla pelle, mentre Matt mi chiedeva della scuola, cercando di attaccare bottone.

"Tutto ok, professore. - tagliai corto - Posso presentarle il mio fidanzato?" Aggiunsi nervoso, pentendomi di non averlo fatto prima. Speravo con tutto me stesso che Harry non si arrabbiasse. Non volevo rovinare quello che stavamo costruendo, soprattutto non volevo rovinarlo a causa di Matt. Aveva già distrutto troppe cose nella mia vita, non poteva portarmi via anche Harry.

"Sei fidanzato? - sbuffò - io sono Matt" allungò poi la mano verso Harry. Non sembrava molto entusiasta di conoscerlo, e questa sua ostilità fu sufficiente per dare tante spiegazioni ad Harry, che si presentò, non staccando lo sguardo freddo dall'uomo che aveva davanti. Io non facevo che fissare l'uomo che amavo, studiare le sue reazioni, ma tutto quello che vedevo nei suoi occhi era un verde salmastro, quasi come se lo smeraldo fuso nei suoi occhi si fosse solidificato e sporcato di una certa ira (o forse semplice fastidio) che si sforzava di tenere ben repressa.

"Si, sono Fidanzato" ribadii.

"Sono felice" fu l'unica risposta che ricevetti da Matt, ma la linea dura della sue labbra mi suggeriva il contrario.

"Papà, andiamo" la bambina tirò la giacca di suo padre e le fui immensamente grato. Salvato da una bambina, assurdo. Tirai metaforicamente un grosso respiro di sollievo e strinsi ancora la mano del mio ragazzo. Avevo bisogno della sua presenza, della sua vicinanza, invece lui era lì, impassibile, mentre l'unica cosa che riuscivo a pensare era che non volevo perderlo.

"Dovremmo andare anche noi" sbuffò. Mi accorsi di star trattenendo il respiro solo quando sentii i polmoni bruciarmi. Dio, Har, ti amo... dimmi che va tutto bene...

"Si, amore.. andiamo - gli sorrisi - arrivederci, prof" continuai distratto, pensando solo a quando avrei assaggiato di nuovo le labbra del riccio, nel bisogno disperato di sentire che mi amava e che non era arrabbiato.

"Ciao, Lou" Matt mi sorrise, ma non dissi altro, né ricambiai. Ero già andato oltre, stringendomi all'unica persona che avrei voluto avere accanto per la vita, completamente impaurito.

I Bet || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora