Diary

3. Look around*

"When you walk, you dont see a soul."
Non ho mai pensato veramente al perché io soffra, ma pensò che non potrei raccontarlo nemmeno con 200 serie di libri, troppi avvenimenti, troppi piccoli dettagli di cui non ricordo nemmeno tutto. Se dovessi ricordarmi ogni piccola cosa per cui ho sofferto sarebbe un bel problema, considerando il fatto che ho solo 15 anni.
Da quando ho memoria ho incontrato innumerevoli persone di cui il loro unico intento era farmi male, e ci sono riuscite. Cazzo basta guardarmi negli occhi per capire c'è qualcosa di sconnesso, un pezzo mancante. Vedo le persone mentre cammino, quelle felici, e mi chiedo cos'ho sbagliato, cos'ho io di diverso da loro. Non sono sicura della mia constatazione, ma per ora è questa. Tutti i problemi che ho avuto nella vita, li ho vissuti, e ho resistito alla tempesta, e appena la tempesta si faceva più debole, ho colto l'occasione è l'ho levata di mezzo, senza risolverla. Spero che l'esempio sia chiaro. In poche parole ogni cosa che mi si è presentata davanti l'ho aggirata, senza risolverla e soffrendo solo di più. Ma non saprei come altro fare, visto che lo faccio tutt'ora.
"How do you save someone that doesn't wanna to be save?"
Bella domanda.
Per quanto mi riguarda, non c'è mai stato nessuno che ci abbia provato veramente. In questo capitolo non è che ci sia molto da dire. L'unica cosa era il fatto che ogni giorno mi rendo conto di un'altro pezzo di me che non conoscevo, e che forse ogni giorno mi rendo conto che l'unica cosa di cui ho bisogno è qualcuno che ci sia, per me. Io ci sono sempre per tutti, qualsiasi cosa facciano le persone, io perdono sempre tutti, per qualsiasi cosa.
Odio questa cosa di me, ma purtroppo non posso cambiarla. Certi aspetti di noi possiamo permetterci di cambiarli, altri resteranno così per sempre, qualsiasi cosa noi facciamo.

Quando cammino, non vedo niente negli occhi delle persone, è raro che io trovi chi ha i miei stessi occhi, gli occhi di chi ha sofferto e a modo suo se ne è fatto una ragione ed è andato avanti.
Ognuno sceglie il proprio modo di vivere, c'è chi beve, chi fuma, chi ama, e chi decide di non vivere. Poi ci sono i casi come me, che non hanno alcuna ragione, continuano e basta, attaccandosi alle piccole cose, e quando le persone le distruggono, fa male, e allora scappi di nuovo. Ed è un continuo ciclo, perché se non hai una ragione fissa, le persone ti distruggono le piccole ragioni a cui ti aggrappi. E da parte mia non cancellerei mai il mio passato, perché è ciò che mi ha insegnato a vivere, quello che mi ha istruito, e quello che mi sta aiutando a capire chi sono, insieme alle persone di ogni giorno, e insieme alla musica. La musica. Andiamo chi non si aggrappa alla musica? Ma naturalmente la gente deve distruggere anche quella, giudicandoci a seconda di cosa ascoltiamo, la gente così mi fa pena, la gente che giudica. Dovrebbero guardarsi allo specchio prima di farlo, come se loro non avessero difetti. C'è chi ne ha di più e chi di meno, di difetti, ma questo non importa a nessuno, perché la gente, pur di non ammettere o mostrare i propri di difetti, è sempre pronta a giudicare gli altri.
Sarei curiosa di sapere cosa ne penserebbero le persone in questione di quello che scrivo, ma io non posso di certo costringere nessuno a fare niente, men che meno a starmi vicino, sarebbe crudele visto il mio carattere e la mia innaturale competenza nel rovinare tutto.
"I can see you sad, even when you smile, even when you laugh, deep inside you wanna cry."
Basta guardarsi negli occhi per capire che tipo di persona si è. C'è chi ha gli occhi più enigmatici e difficili da decifrare, e chi ha così tutto chiaramente scritto tra le sfumature delle iridi.
Io capisco tutto dagli occhi delle persone, so di che occhi fidarmi e di quali no.
Certe volte vorrei sapere cosa vedono o pensano le persone quando guardano i miei di occhi.
Credo di non avere altro da dire, bene, alla prossima allora.
[Strike]
Dedicated to: Ari_well GiuliaMerler
*guardati intorno