l'ordine dei Cacciatori

3K 106 8
                                    

Camminavo a passo svelto per le strade di Londra. Era notte fonda e l'aria autunnale rinfrescava quelle serate, poco adatte per le passeggiate noturne di una signorina come me.
Il lungo e scomodo abito di raso di seta di un bel blu notte, mi comprimeva il busto tramite il corsetto, mentre la gonna ampia toccava il terreno provocando un rumore frusciante, che mescolato al ticchettio insistente dei tacchi delle mie scarpette, erano l'unico rumore quella notte.
Mi fermai di colpo, in mezzo al nulla, per assicurare un laccio della scarpa. Quando fui in ginocchio sentii la piccola croce attaccata all'ombelico diventare calda e lo sferico cristallo che pendeva dal mio orecchio destro incominciò a tingersi di un rosso scuro, quasi cremisi.
Questi due erano i segni che indicavano che uno di Loro era vicino.
Subito dopo una mano grande e fredda si poggiò sulla mia spalla.
<Scusate signorina> mi disse un giovane con la voce leggermente incrinata dal desiderio e arrochita dalla sete <Posso aiutarvi?>
Girai lo sguardo giusto per vedere stampato sul suo viso un ghigno perverso e malefico, e due occhi color del sangue: ciò significava che era da tanto che non si nutriva.
Estrassi il paletto dalla giarettiera posta poco sopra la caviglia e prima che il vampiro potesse accorgersi della sua presenza, glielo piantai nel cuore in un gesto veloce e preciso.
Il suo corpo si dissolse in una nuvola di polvere dopo che si era auto-incendiato dall'interno.
<Stupidi neonati>
I neonati erano esseri umani che erano stati trasformati da poco. Nel codice dei vampiri, della quale avevamo qualche informazione sporadica grazie a delle conoscenze, era esplicitamente dichiarato che chi trasformava un essere umano in vampiro doveva prendersi cura di quest'ultimo per i primi 50 anni, visto che i neonati non avevano autocontrollo.
<è stata una farsa inutile.> Mi ammonì Maximilian.
<La prossima volta lascerò fare a voi l'esca se ci tenete tanto, Sir Maximilian.>
<non più si quanto voi tenete a queste battute di caccia con me, Lady Rosalinne.>
Aveva un fastidioso sorriso, che non arrivava agli occhi, che io volevo cancellare da quelle rosee labbra.
Non risposi più alle provocazioni infantili perché ormai c'ero abituata dopo due anni.
Ormai avevo 20 anni e cercavo di non farmi toccare dalle parole di un ventinovenne egocentrico.
In fondo ero intelligente e soprattutto ero una Cacciatrice.
In ogni caso non capivo cosa ci trovasse quell'uomo a infastidirmi così tanto.
Se vi chiedete cos'è una Cacciatrice ve lo spiego in breve.
I Cacciatori e le Cacciatrici sono delle persone che hanno il compito di proteggere i comuni mortali dalle creature immortali o comunque non umane. A tale scopo tutti i Cacciatori, fin dalla nascita, hanno e sviluppano delle caratteristiche che li avvantaggiano in questo compito: più forza rispetto ad un normale essere umano; riflessi eccezionali; velocità nei movimenti elevata , anche se sempre inferiore a quella dei vampiri e dei licantropi adulti; perspicacia ed intelligenza; e per ultimo, ma non meno importante, un alto spirito di sopravvivenza. Un Cacciatore rendeva molto di più quando era in pericolo di morte.
Fra tutti i Cacciatori, solo una donna per ogni generazione era destinata ad essere il capo. Quest'ultima derivava direttamente dalla dinastia reale dei Cacciatori. Questo compito infatti veniva tramandato di generazione in generazione ad un solo discendente per generazione in ogni famiglia di Cacciatori.
Come accennato prima, ogni Cacciatore possiede un pearcing con una croce benedetta e un orecchino con un particolare cristallo. Entrambi servivano a percepire la presenza di quegli esseri, in particolare il cristallo, reagendo con l'aura stessa delle creature, cambiava colore in base al genere di creatura che avevamo di fronte.
Io discendevo dalla famiglia reale di Cacciatori , quindi alla morte di mia zia Caroline io l'avrei sostituita alla guida del nostro Ordine, trasferendomi perennemente nella nostra sede centrale a Roma, come fece lei alla mia età.
Il mio nome è Rosalinne Scarlet della Rosa e sono la figlia di un ricco marchese con enormi possedimenti nelle principali città del mondo moderno.
L'uomo arrogante che mi aiutava nel mio arduo compito era Maximilian Salvatore, che oltre a essere uno dei migliori Cacciatori della storia, era anche uno spaventoso vampiro, fra i più vecchi ancora in circolazione.
<verrà il giorno in cui queste vostre scenette da donna indifesa vi nuoceranno e io sarò nell'ombra per dirvi "ve lo avevo detto">
< la vostra simpatia è sempre lodevole, marchese.>
Mi diressi impettita alla nostra carrozza.
Alloggiavamo entrambi nella villa di mia zia Wendy della Rosa, vedova Salvatore. Zia Wendy era stata la moglie di uno dei discendenti della famiglia di Maximilian. Era la sua pro-pro-pro (non so bene quanti pro, in quanto nessuno, a parte lui e la zia, conosceva la sua età da vampiro) nipote.
In quanto unica parente stretta che vivesse ancora a Londra, aveva ereditato il compito di ospitare, aiutare e controllare il temibile nipote, che ormai lavorava fianco a fianco con i Cacciatori da quando era ancora un essere umano.
Era l'unico vampiro che nessun Cacciatore avrebbe mai osato attaccare e gli veniva portato rispetto. Per quanto mi riguardava, pensavo solo che esseri così potenti era meglio averli come alleati che come nemici.
Inoltre, fino a che non usava la sua lingua biforcuta per qualche commento, era piuttosto facile lavorare con lui. Era in grado di celare perfettamente la sua aura non interferendo con i nostri rivelatori, e gli piaceva per lo più lavorare nell'ombra.
Conoscevo ben poco della sua vita da vampiro e forse anche meno di quella umana, ma conoscevo quasi a memoria il suo aspetto fisico. Era un ragazzo piuttosto alto, con un fisico definito e muscoloso, ma non esagerato. Mento squadrato coperto da una leggera barba corvina come i capelli perennemente spettinati che gli arrivano quasi alle spalle. Due occhi azzurri, con sfumature violacee, scrutavano tutto con sufficenza, ed erano più freddi e cupi della morte.
Della sua vita precedente sapevo solo che la madre morì durante il parto della sorella minore, Sophie, che aveva 10 anni in meno di lui. La sorella era stata rapita, presumibilmente, all'età di 16 anni e nessuno ebbe più sue notizie. Visse con il padre fino a che non venne trasformato. Da li passò qualche anno allo sbaraglio per poi essere preso in custodia, per ordine dei Cacciatori, dai suoi discendenti, fino a zio Albert, morto dieci anni prima dell'inizio del mio racconto, assieme a mio padre George, in circostanze misteriose.
Fin da quando era entrato in loro custodia, circa 20 anni prima, zia Wendy era diventata il punto fermo della sua vita e le voleva bene come se fosse sua madre.
Tornando alla sera del racconto, Brian, il nostro cocchiere di fiducia, si fermò con la carrozza di fronte alla porta sul retro che dava sul corridoio di servizio usato solo dalla servitù.
Entrammo di soppiatto, come ogni sera, e ci portammo verso il cuore della casa. Salimmo le scale sulla sinistra della hall principale, per coricarci nelle nostre stanze. La sua era la prima sulla destra dopo la scalinata, mentre la mia era in fondo al corridoio, esattamente di fronte a noi. Chiamai la mia cameriera Emilinne per aiutarmi a levare quel pesante vestito per sostituirlo con una leggera camicia da notte color lavanda. Passai la notte a scrivere il resoconto della caccia e a revisionare quelli vecchi. Era un lavoro noioso e stancante, ma necessario. Quando mi addormentai avevo una strana sensazione addosso: qualcuno mi stava osservando...

Salve ragazzi e ragazze questa è la prima storia in italiano che pubblico, e secondo storia in generale. Ho sempre amato scrivere e ora mi sono decisa a far leggere a qualcuno le mie storie. Spero che vi piaccia e che continuate a seguirla.
Vedrò di aggiornare presto, quindi ci vediamo a breve :*
-Martina

Ps intanto pubblico, quando avrò scritto i primi 10 capitoli rileggerò tutto per eventuali errori di battitura o grammaticali

La Cacciatrice: Ballando col demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora