Epilogo

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Osservavo come da lontano tutta quella scena. Non potevo ancora credere a quello che era successo in una sola notte. Avevo scoperto il tradimento del mio migliore amico e avevo capito quanto un amore malato e non corrisposto potesse causare. Lo avevo visto morire al mio posto, ma forse tutta la rabbia che avevo provato per lui, mi aveva impedito di provare veramente dolore per la perdita. Era stata la sua espiazione per il peccato e sinceramente ciò che era successo aveva levato il peso di dovergli togliere la vita io stessa. Era il mio compito. Per questo ero nata e dovevo esserne degna, anche se ciò comportava essere crudele e spietata.

Avevo quasi visto morire l'unica persona che realmente mi era stata fedele e cercava solo di proteggermi. In quel momento riuscivo a vedere Maximilian  con occhi diversi. Era come se tutto ciò avesse disappannato il vetro che divideva me e lui, mostrandomi la sua figura per come era realmente, non per come l'avevo sempre vista. Un immagine sfuocata che ora era nitida e mi faceva dannatamente paura. Ma non paura per il suo essere, ma per quello che mi suscitava.

Max aveva ancora in mano la spada sollevata a mezz'aria. I canini rilucevano con la poca luce della luna che riusciva a filtrare fra i rami e le foglie che ricoprivano la costruzione.
Gli ci volle un attimo per capire che era tutto finito e che si poteva rilassare. Lasciò cadere a terra l'arma e ritrasse la sua forza, oscurandola dai miei sensori. L'aria divenne più respirabile e meno opprimente e io finalmente mi accasciai sul pavimento, esausta.

Non mi importava delle ferite. Non mi importava di avere addosso un vestito non consono. Non mi importava di essere scoperta da qualcuno li dentro. Avevo solo voglia di dormire per lunghe giornate e passare oltre.
Speravo solo che ciò che mi aspettava negli anni a venire non dovesse essere così estenuante.
Come sarei sopravvissuta una vita intera con tutte queste responsabilità?

Repressi i pensieri più oscuri e cercai quel briciolo di forza che mi era rimasta, per potermi quanto meno alzare in piedi.
Il vampiro mi tese la mano e mi aiutò nel processo.
Mi sorrise. Forse ghigno era il termine più adatto per la smorfia dipinta sul suo volto.
<Non vorrei fare il guastafeste ma... io te lo avevo detto.> Sapeva essere fastidioso anche in momenti come quello.

Camminai a passo spedito fuori da quel posto, non prima di aver radunato i tre corpi al centro della stanza e aver dato loro fuoco. Appena usciti facemmo la stessa cosa con tutta la struttura, per poi inoltrarci nella notte per non essere visti.
Tutto collassò nel giro di qualche minuto e una folla di gente si radunò subito nel giardino per tentare di spegnere l'incendio.
Ormai era tutto distrutto quando fermarono le fiamme, che si erano portate via quel piccolo segreto che mai nessuno avrebbe scoperto. Non potevamo permetterci che i comuni esseri umani si ponessero troppe domande, o scoprissero troppo di quel mondo oscuro.

Camminammo non proprio in silenzio fino a casa. Quel odioso vampiro continuava a punzecchiarmi, vantando la sua superiorità, mentre io avevo solo voglia di togliergli quel sorrisetto dalla faccia. Possibilmente a suon di pugni.
Entrati nella nostra dimora, il silenzio calò fra noi, fino ad arrivare nel corridoio delle nostre camere.
<Rosalinne> Mi chiamò lui, prima che potessi fare anche solo un passo per oltrepassarlo.

Aveva un tono di voce strano, ma non saprei descrivere cosa provasse in quel momento. Le sue emozioni erano sempre state un enorme mistero ai miei occhi e anche in quell'occasione erano confuse e inleggibili.

Mi fermai nel mezzo del corridoio attendendo che mi dicesse qualcosa. Magari ringraziarmi per averlo salvato da una morte più che certa. Ma Maximilian Salvatore non era un uomo che ringraziava, tantomeno me. Invece si portò proprio di fronte al a me. Eravamo veramente vicini e io dovetti alzare la testa per riuscire a guardarlo negli occhi.
Iridi verdi contro iridi azzurre. Ormai i suoi occhi erano di un azzurro quasi limpido, visto che si era appena nutrito ed era anche abbastanza sereno. I nostri respiri si mescolavano perfettamente. 

I suoi cristalli si sposarono dai miei smeraldi per posarsi sulle mie labbra. Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, senza nessun motivo, e sapere che lui poteva sentire l'effetto che aveva su di me, mi fece diventare ancora più nervosa.

Non sapevo cosa volevo, ma d'istinto mi ritrovai anche io a guardargli le labbra carnose e rosee. Sentivo il suo volto che si avvicinava al mio, mentre io rimanevo immobile in attesa. Le punte dei nostri nasi di toccarono dolcemente, mentre le labbra rimanevano a qualche millimetro di distanza. Fra di loro c'era si e no lo spessero di una busta da lettere, ma non venne mai annullato.

Ero in attesa e non riuscirei nemmeno a spiegare quanto in quel momento lo desiderassi.  Volevo sentire il sapore delle sue labbra. Volevo stringerlo a me per non farlo più scappare, ma non sempre quello che si vuole si ottiene.

Un attimo prima che i miei desideri fossero avverati,  un rumore in fondo alle scale ci distrasse. Ebbi il tempo solo di sbattere le palpebre e il respiro caldo che prima mi accarezzava il volto era scomparso. 
Maximilian se non c'era più. Era scomparso nella buia notte, ma solo il mattino seguente quando mi svegliai, tutto mi fu più chiaro.

Se n'era andato, e io temevo che sarebbe stato persempre.

Ebbene si, è finita T.T
Spero davvero che vi sia piaciuto e rimanete sintonizzati (mi sento una speaker radiofonica). Domani pubblicherò i ringraziamenti e anche altro.

Ps. Domani è pure il mio compleanno. Uscirò per sempre dal limbo dei teenager.

A domani :*

La Cacciatrice: Ballando col demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora