Capitolo 14

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Che stress che mi stava provocando questo dannato ballo, l'unica cosa bella era che ci andavo con Andrew.
<<Mabe vuoi stare ferma? Potrei pungerti con qualche spillo! >> mi rimproverò Lissy quel pomeriggio.
<<Non è colpa mia se questa stoffa mi sta irritando l'anima! >> risposi seccata.
<<Puoi lamentarti quanto vuoi amica mia, tanto mia sorella la vera stoffa del tuo abito non te la mostrerà mai, anzi non sono neanche sicura che il modello sia quello>> disse Nelly ridacchiando. Avevamo trascorso l'intera settimana a parlare della dolcezza di Andrew nel regalarmi un gatto e della mia inadeguatezza nel trovargli un nome adatto, finchè non eravamo giunte alla conclusione che il gatto era mio e quindi il nome mi stava bene, e mi sarei sottoposta a spilli e metro sotto le sapienti mani di Lissy.
Non ero ancora riuscita a spiegarmi con Andrew ma contavo di invitarlo a pranzo la domenica e di passare l'intero pomeriggio con lui.

La domenica Nady aveva preparato un pranzo luculliano e restò impressionata dalla buona educazione di Andrew. Dopo pranzo presi Tuono in braccio e lo portai di sopra con noi, ancora non era in grado di salire i gradini erano troppo alti.
Eravamo seduti sul letto di camera mia a guardare come il micetto si era sistemato per dormire sulle mie gambe,
<<Andrew, ti devo parlare>>dissi con tono quasi impercettibile.
<<Dimmi>>
<<Ricordi che ti avevo promesso delle scuse >>
<<Amber non ce ne bisogno>>
<<Lasciami parlare, ti prego. Il mio comportamento di quel giorno non è stato solo perchè Hellen mi aveva titolato, bhe lasciamo perdere! >>
Presi fiato, stavo per mettere a nudo con lui una cosa che pochi sapevano.
<<Avevo circa 11 anni e mi piaceva un ragazzo di poco più grande, non sapendo che non ci si può fidare di tutti avevo detto a una compagna di banco che mi piaceva. Questa mia confidenza non ci mise molto a fare il giro della scuola e quindi ad arrivare alle orecchie di Marc. >>
Stavo iniziando ad agitarmi così Andrew vedendomi in difficoltà mi sedette a fianco e mise un braccio sulle mie spalle.
<<Non sentirti obbligata a raccontarmelo se ti fa male>>
Disse baciandomi la fronte.
Scossi la testa e continuai
<<Marc era già stronzo allora, chissà forse è imparentato con Hellen, comunque non si fece sfuggire l'opportunitá di prendermi in giro e umiliarmi davanti a tutti i suoi amici. Un giorno venne da me e mi invitò a prendere un gelato , all'epoca non abitavamo qui a Macon, ma stavamo a un paio d'ore fuori Atlanta, li in quella gelateria in cui mi invitò Marc c'era Alan. La gelateria era di suo padre e lui aveva da poco passato i venti anni e racimolava i soldi per andare via. Era un po lontana da casa e ci andai in bici, non sapevo che la strada della gelateria era un po in discesa i freni non funzionarono e io finii dritta sui bidoni della spazzatura tra le risate cattive dei compagni di Marc >>
avevo un groppo in gola ma proseguii nel racconto <<Alan mi aiutó ad alzarmi e siccome mi ero scorticata braccia e gambe in più punti mi portò in braccio all'interno e mi medicò. Dopo mi sedetti al tavolo con Marc cercando di non pensare al disastro di prima, ma avevo fatto i conti senza la sua cattiveria. Ad un certo punto si alzò e disse a tutti i presenti che io lo volevo come fidanzato, ma lui non voleva un ranocchio con i capelli arancioni al suo fianco gli avrei fatto fare brutta figura, però per essere galante mi aveva portato un regalo. >>
Ormai ero un fiume in piena e non riuscivo più a fermare le parole.
<<Così mi diede questa dannata scatola. Anche se ero rimasta male per le dure parole con cui mi aveva descritta ,come una stupida mi beai del fatto che comunque avesse avuto un pensiero così gentile, quindi presi la scatola e la aprii ......dentro c'era ...c'era ...>> non riuscivo a terminare ormai le lacrime a lungo trattenute scendevano copiose sul mio viso, Andrew mi stringeva sempre più a se e mi chiese <<cosa Amber, cosa c'era in quella scatola? >>

<<C'era un serpente che mi saltò addosso non appena ebbi tolto il coperchio, iniziai a gridare tra le risate di quei vigliacchi bastardi e mi sentii male, ricordo che Alan mi aiutò e cacciò via tutti loro. Fu lui a portarmi a casa e a spiegare l'accaduto ai miei. Restai a casa con la febbre convulsiva data dallo spavento per quindici giorni. E da quel dannato giorno Andrew che io ho una fottuta paura dei serpenti e non permetto più a nessuno di prendermi in giro o umiliarmi, non lo sopporto, non lo sopporto>> ormai ero in piena crisi.
Andrew mi cullò e mi disse parole dolci finchè non mi calmai ero contenta di essere riuscita a spiegare il mio malumore.

<<Avrei voluto già conoscerti allora, ti avrei difesa e avrei spaccato la faccia a quei ragazzi! >> mi disse.

<<Bhe veramente a questo ho pensato io. >>risposi sorridendo, << quando finalmente potei tornare a scuola venni a sapere che gli autori erano stati sospesi, ma a me non bastava, dovevo vendicarmi così con mio fratello andai da Alan e insieme mettemmo in atto il piano di vendetta ,sapevo che i ragazzi andavano li in bici tutti i giovedì, così preparammo delle coppe con frutta marcia e gelato semi sciolto e quando Alan lo portò al loro tavolo io mi presentai e glieli svuotai sulla testa. Avevano un odore nauseabondo e dovettero tornare a casa a piedi perchè Jhon aveva forato le bici. Ero contenta della mia vendetta anche se poi ho dovuto pulire insieme ad Alan, ma non mi importava. Ecco perchè mi chiama Tigre ed è iperprotettivo nei miei confronti. >>
Sospirai <<ora sai tutto>>

Lui mi guardò e si grattò il mento <<Se hai paura dei serpenti allora non potrò tatuarmelo! >>disse.
<<Andrew non devi rinunciare a una cosa che ti piace solo perchè io ho paura! >>dissi sconcertata <<non sono la tua ragazza quindi non posso metterti divieti.>>

Si mise di fronte a me e mi prese il viso tra le mani
<<È proprio questo il punto Amber! Io ti voglio come mia ragazza e non mi farò tatuare un serpente, ma tu? >>
Mi voleva come sua ragazzaaa? ?Non ci credo! non ci credo!
<<Io ,i io non credo di voler fare un tatuaggio ...>>
<<Piccola ti sto chiedendo se vuoi stare con me, non di fare un tat >>
<<SI >>gli risposi interrompendolo.
Eravamo in camera mia sul mio letto viso contro viso ,occhi negli occhi, finalmente lui avvicinò la sua bocca alla mia e stava per posare le sue labbra dolci su ...Yo quiero estar con tigo ,vivir contigo, bailar contigo
Nooooo dannato cellulare ma chi l'ha inventato maledizione.
<<Ehhm ciao Jhon, come stai?>>

Qualcosa di impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora