Capitolo 1

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Quella mattina mi ero alzato con il piede sbagliato. Non avevo dormito granché, i miei vicini avevano rumoreggiato e schiamazzato per tutta la notte. Avevo le orecchie a pezzi e gli occhi cerchiati, il mio umore era sotto le scarpe, la voglia di alzarmi inesistente. Alla fine, però, mi ero reso conto di non poter più sopportare tutto quel rumore, perciò mi ero alzato ed ero uscito. Avevo passato moltissimo tempo in giardino, avevo aspettato l'alba sorseggiando del buon succo di mirtilli, sperando che quello mi tirasse su il morale. Ma poi arrivò quella chiamata e tutta la mia mattinata di pace e tranquillità andò in fumo. Raggiunsi la villa, entrai in sgommata nel parcheggio e, appena sceso dall'auto, provai una sensazione di disgusto che mi portò in bocca un saporaccio di bile e mirtillo. Aprirono il cancello immenso e uno scagnozzo vestito di viola scuro e armato di mitra, mi scortò fino alla casa. E poi entrò lui. Già ero di pessimo umore, mezzo addormentato e, detto francamente, estremamente scazzato, ma le mie condizioni peggiorarono alla grande. Quell'uomo era così dannatamente irritante! Lo avrei preso a calci fino a fargli arrivare l'intestino in gola se solo avessi potuto. Sembrava un comodino che camminava. Era basso, con le spalle larghe e una delle facce più arroganti che avessi mai visto. La sua presenza mi faceva saltare i nervi, la sua voce mi innervosiva... era la voce di un baritono senza voce, una cosa penosa! E poi continuava a camminare su e giù agitando le braccia come un posseduto dal demonio, non mi sarei sorpreso troppo se avesse vomitato verde da un momento all'altro. -Come farò, come farò?! Povero me, povero me!- Sospirai. Era la trentesima volta che lo ripeteva e non ce la facevo più a sentirlo, -Può gentilmente spiegarmi cosa è successo, signore?- Von Haumberger si fermò in mezzo alla stanza, finalmente!, e mi fissò con sguardo stralunato,

-Come non ha capito?! Non è difficile! Lupin vuole rubare il mio preziosissimo diamante, la "Rosa nera"! Mi ha anche scritto una lettera!- Persi definitivamente la poca pazienza che avevo. Lo raggiunsi in pochi passi, lo afferrai per il bavero della veste da camera e, dal momento che avevo l'irrefrenabile istinto di sputargli addosso, gli urlai in faccia:-Che cosa?! Le ha scritto una lettera?! E cosa diamine aspettava a dirmelo?! Forza, me la dia! E si muova!- La sua espressione cambiò, scomparve ogni segno di arroganza, che venne sostituita da un espressione terrorizzata. Tremante, si frugò nelle tasche fino a estrarne una busta gialla spiegazzata. Me la porse, in fretta. Lo lasciai ricadere a terra e afferrai la busta. La fissai per un attimo, poi la aprii e ne estrassi un foglietto arancione ricoperto dalla scrittura semplice e arzigogolata di Lupin. Sorrisi impercettibilmente, quella scrittura era unica com'era unico lui... ero felice di vederlo, la sua presenza mi ispirava. Lessi il breve messaggio, poi riconsegnai il foglio al comodino, -Colpirà questa sera alle ventitré. Dispieghi le sue guardie e aspetti, non sarà in ritardo.- Mi conficcai le mani in tasca e mi diressi verso la porta. Ovviamente, volevo assistere, era un'occasione per arrestarlo, in fondo, ma quell'ometto irritante doveva soffrire un pochino. Mi si parò davanti con aria disperata, -Non può lasciarmi alle mie guardie! Non sono affidabili! L'altra volta una ha dato la combinazione della cassaforte all'amica di Lupin e stamane ho trovato questo biglietto sul mio cuscino... solo io e le mie guardie possiamo entrare in camera mia! E potrebbe vendicarsi per la ferita del suo socio!- Mi spalmai una mano sulla faccia, spazientito, -Signore, se non si fida delle sue guardie dovrebbe sostituirle e...- Si buttò a terra, in ginocchio, le mani giunte, -La prego, ispettore, mi aiuti! La scongiuro, potrebbero anche uccidermi!-

-Addirittura...-

-Certamente! L'altra volta uno dei suoi amici è stato ferito da una delle mie guardie!-

-Non me lo aveva detto... comunque non la ucciderà, gli interessa solo il diamante, che, ovviamente, ruberà. Lupin non fallisce mai due volte!-

-Non voglio che rubi il mio diamante! Mi aiuti, la prego! La pagherò, la pagherò bene!-

-Non voglio il suo sporco denaro!- Sospirai, aveva sofferto abbastanza, -D'accordo, questa sera verrò qui con alcuni agenti e...- Si allungò in avanti e mi abbracciò le ginocchia con foga, -Grazie, grazie! Non so davvero come ringraziarla, ispettore!- Era uno spettacolo raccapricciante. Sbuffai e scorlii una gamba, -Mi lasci, mi lasci! Si alzi, forza! Voglio dare un'occhiata alla casa e al parco.- Balzò in piedi con velocità supersonica, mi prese a braccetto e mi strascinò verso la porta, -Le farò fare un bel giro della casa, poi passeremo per il parco e le spiegherò i turni di guardia e come abbiamo sventato il colpo la volta scorsa! Poi potremo decidere insieme come disporre i suoi agenti stasera, sarà divertente!- Alzai gli occhi al cielo e mi guardai attorno alla disperata ricerca di una via di fuga. Intercettai con lo sguardo un orologio da parete. Erano le dieci e trenta, sarebbe stata decisamente una giornata lunga e faticosa...

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