Rosa nera...

Capitolo 4

Il mio piano era riuscito alla perfezione, la "Rosa nera" era nella mia tasca e avevo pure visto Zenigata. Una serata perfetta, insomma! Mi arrampicai con un sorriso e, quando raggiunsi il dirigibile, mi issai a fatica. Jigen era seduto ai comandi, una sigaretta in bocca e il cappello calato sugli occhi, Goemon gli stava dietro, in piedi, le braccia strette attorno al collo dell'altro. Sbuffai, -Grazie dell'aiuto, ragazzi!- Il samurai si voltò verso di me con aria confusa, -Sei tu che ci hai detto di rimanere sul dirigibile...-

-Intendevo per avermi aiutato a salire!-

-Oh, non c'è di che, compare!- Alzai gli occhi al cielo. Jigen e la sua proverbiale simpatia mi avrebbero ucciso, prima o poi. Mi ricordai del diamante, lo estrassi dalla tasca e sorrisi, trionfante, -Guardate qui che meraviglia! È un gioiello stupendo, non pensate?!- Si voltarono entrambi e lanciarono un'occhiata alla "Rosa nera", poi il tiratore sbuffò, -Bah! Me lo immaginavo più bello! Davvero, Lupin, non è un granché!- Sgranai gli occhi,

-Ma cosa stai farneticando?! È un gioiello stupendo, sensazionale, unico al mondo e...-

-Anch'io me lo immaginavo più bello... non mi sembra poi così particolare...- D'accordo, quei due non avevano nessun senso critico e non capivano un'acca di arte. Sospirai e misi a posto il diamante, -Jigen, passami i comandi, guido io da qui a casa.- Annuì e si alzò, buttò la sigaretta dal portellone e andò a stravaccarsi in fondo, dove venne raggiunto da Goemon. Mi sedetti al posto di guida e guardai l'ora. Erano le ventitré e diciassette, mancava poco all'atterraggio. Mi accomodai meglio, mi accesi una sigaretta e lanciai un'occhiata agli altri due. Si stavano baciando come due ragazzini in calore, perciò distolsi subito gli occhi, imbarazzato, e m'imposi di pensare ad altro. Sghignazzai pensando ai baci che avrei ricevuto da Fujiko, mi si illuminarono gli occhi quando immaginai la sua espressione felice mentre si lasciava andare alle mie carezze. Sospirai e tornai a concentrarmi sulla strada, non volevo certo mancare il rifugio! Ripensai al piano, alla fine i miei pensieri tornavano lì. Perché avevo chiamato Zazà per nome? Nessuno lo chiamava per nome, nemmeno lui si presentava dicendo anche il nome! Koichi, perché lo avevo chiamato Koichi?! E perché mi ero sentito in colpa quando si era schiantato contro l'albero?! E perché ero quasi felice quando avevo sentito il freddo acciaio delle manette attorno al mio polso?! Studiai di nuovo l'orologio, erano le ventitré e ventinove. Mi sporsi in avanti e intravidi la nostra casa abbandonata da tutto e da tutti. Iniziai la manovra di atterraggio, -Ragazzi, siamo arrivati.- Jigen e Goemon si alzarono e mi vennero vicini, uno aveva la camicia semi aperta, l'altro il kimono allentato. Terminai la manovra e mi alzai, mi stiracchiai e scesi dal dirigibile... presi una storta e caddi miseramente a terra. Con un sospiro, mi rialzai, spolverandomi i calzoni. I miei esimi colleghi mi raggiunsero, -Tutto bene, Lupin? Ti sei fatto male?- Scossi la testa e mi diressi con passo svelto verso la porta di casa, mi seguirono apprensivi, -Sto bene, sto bene... andate a dormire e rilassatevi, è tutto a posto.- Il tiratore mi picchiettò la spalla,

-Che ne facciamo del dirigibile?- Mi ero completamente dimenticato di quell'aggeggio volante, troppo assorbito da Zenigata e pieno di domande cui non sapevo rispondere, completamente distratto dal suono del mio nome pronunciato dalle sue labbra. Mi strinsi nelle spalle, -Lo sgonfierò domattina, per ora va bene così, nessuno lo vedrà. Andate a dormire, non preoccupatevi di niente, pensate solo a riposare.- Aprii la porta con le chiavi, entrai in casa e raggiunsi la mia camera, -Buonanotte, compari.- Entrai in fretta nella stanza, salutai ancora una volta i miei amici con un cenno della mano e poi mi spogliai. Sospirai. Avevo la testa piena di pensieri e decisamente bisogno di dormire...