Nonostante la stanchezza ci svegliammo abbastanza presto. Chiacchierammo a letto, lui mi raccontò della ristrutturazione del negozio, io dell'organizzazione del matrimonio. Il mio cellulare vibrò, lui era più vicino e lo prese, "Walter...Walter? Chi diavolo è ?" mi tirai su e cercai di prendere il cellulare, "Nessuno è solo un amico." Aprì il messaggio. "Interessante Rose." Non capivo. Cosa aveva scritto di così strano?
"Ciao Rose, spero tu stia bene! Mi dispiace per quella storia del tuo amico Elia... Hai novità dal tuo quasi ex marito/fidanzato? Fatti viva."
Era furioso, aspettava una spiegazione, "Uff, allora, quando ti ho chiamato su Skype e ho visto quella tizia mi sono molto arrabbiata. Così alla sera sono andata a ubriacarmi. Quest'uomo mi ha aiutata e portata a casa, è stato gentile, e nel frattempo, essendo io sbronza, gli ho raccontato i miei problemi. E avevo detto che tu eri quasi il mio ex. Perché ero arrabbiata. E volevo lasciarti. Lui sa di Elia e Steph, perché è un medico, un chirurgo in realtà, è l'ho incontrato in ospedale" Si alzò in piedi, infilò i pantaloni del pigiama, "Okay." Andò in bagno e chiuse la porta a chiave.
Di sotto a colazione rimase in silenzio.
Se reagiva così a quella storia innocente, figuriamoci se gli avessi detto di Elia.
Decisi di parlargliene, mi avrebbe mollata probabilmente. "Senti Fil ti devo parlare." Finalmente mi guardò, sembrava preoccupato, fece un cenno con la testa, "Quando sono stata in ospedale, ho fatto compagnia ad Elia. Lui era molto triste, solo. Così l'ho rassicurato. Lo sai che gli voglio bene. Solo che probabilmente ha frainteso la mia gentilezza... e mi ha baciata. Un bacio veloce Fil. Niente di importante. Io sono andata via subito. Ti prego non lasciarmi!" rise, "Sapevo sarebbe successo." Non capivo, si alzò e mise in ordine in cucina, "Sapevo che prima o poi Elia sarebbe tornato al attacco. Lui ti ha sempre amata. E io l'ho sempre saputo. Forse, anzi, sicuramente, se non avesse fatto quel casino con la tua amica, ora saresti con lui." Non parlavo. Forse era vero. Forse no. Non l'avremmo mai scoperto purtroppo. "...Hai sempre scelto lui. L'hai sempre aiutato. Sin dal inizio. E ora anche se ce l'avevi a morte con lui, l'hai perdonato. L'aiutato." Mi alzai anche io, "Bè... questo non significa che io lo ami Filippo. Mi sto solo comportando da amica." Mi si avvicinò, "Proverò a crederti. Solo perché sono un'egoista di merda. E tu devi essere mia. E' l'unico motivo per cui ti credo Rose." Lo abbracciai. "Ti amo Fil. E non sei un egoista." Sorrise. "Voglio vedere sua figlia. Perché non lo andiamo a trovare? Non credo sarà un problema no? Vado a vestirmi." Andò al piano di sopra. Non avrei voluto portarlo da Elia onestamente. Gli mandai un sms per avvertirlo. Rispose con un semplice 'Ok'. Dannazione perché mi metteva in quella situazione imbarazzante?
Alle 10:30 ci avviammo verso casa di Elia. I 10 minuti più lunghi della mia vita. Avevo il cuore in gola.
Arrivammo.
Arrivò alla porta prima Fil, bussò. "Prego, accomodatevi."
Si strinsero la mano un po' a fatica visto che Elia aveva Karma in braccio, "Bella casa..." ecco aveva già sbagliato. "Karma Filippo, Filippo Karma." Fil gli toccò una manina, "Ehi, ciao piccolina..." Elia mi si avvicinò, "Tienila Rose, prendila tu." La presi, era così piccola, le accarezzavo una manina, mi emozionai parecchio. Entrambi mi guardavano. Il che mi mise parecchio in imbarazzo. C'era un silenzio imbarazzante. "Posso offrirvi qualcosa da bere?" Fil si avvicinò al divano bianco candido e si sedette con la grazia di un elefante. "Per me un bicchiere d'acqua grazie." Io andai in cucina con Elia. Portando con me la bambina. "Ha mangiato? L'hai lavata? L'hai cambiata?" rise, "Rose stai tranquilla. Sta bene. Non sono così male come papà." Mi avvicinai. Che dolce. "Hai ragione scusami..." tornai in sala, mi sedetti accanto a Fil, "E' carina vero?" sorrise, "Si. Pensa. Potrebbe essere figlia tua!" lo disse proprio mentre entrò Elia. "Non fare lo scemo Filippo." Ero seria. Non mi piaceva ironizzare su quella cosa. Eli porse il bicchiere a Fil e si sedette sulla poltrona, poco più in la del divano. "Rose se vuoi la riprendo." La guardai, dormiva, lo zittii silenziosamente, la portai nella sua culla.