Sakura si stava congratulando con se stessa per essere riuscita a nascondersi per ben due ore dietro le colonne e i grossi vasi del Palazzo di Konoha, eludendo così sia i giornalisti che il principe reggente Sasuke Uchiha,quando si trovò faccia a faccia proprio con lui.
Deglutì a disagio, il cuore sembrava aver smesso di battere mentre alzava lo sguardo verso quegli occhi scuri e imperscrutabili. Aprì la bocca,ma il nodo che le serrava la gola le impedì di pronunciare anche una singola parola. Era certa che il sangue le fosse defluito dal viso, e si chiese se lui immaginasse quanto aveva temuto quel momento durante gli ultimi sei anni.
"Sakura." La voce di Sasuke era come un caldo guanto di velluto che le accarezzava la pelle nuda delle braccia. "Sei appena arrivata? Non ti ho visto fino a qualche momento fa."
Sakura si inumidì le labbra con la punta della lingua. "Uh... No." replicò, distogliendo lo sguardo. "Sono stata qui per tutta la serata."
Il silenzio che seguì rese l'atmosfera greve, come l'umidità prima della tempesta.
"Capisco."
Sakura si chiese in che modo Sasuke riuscisse a comunicare tanto pur dicendo così poco. Una sola parola, ma che tradiva sfiducia e disprezzo, oltre a qualche altro sentimento che non fu in grado di identificare.
"Dunque, perché sei qui?" chiese lui, socchiudendo gli occhi. "Non ricordo di aver letto il tuo nome sulla lista ufficiale degli invitati."
"Come parte del programma... di libertà sulla parola, adesso lavoro all'orfanotrofio. In realtà, ci lavoro già da undici mesi." Poiché lui non replicò immediatamente, Sakura riportò lo sguardo sul suo viso, e subito desiderò non averlo mai fatto.
Sasuke aveva inarcato un sopracciglio in un'espressione incredula quanto sarcastica. "Tu ti prendi cura dei bambini?"
"Sì, e mi piace molto farlo" precisò Sakura. "Questa sera sono qui con gli altri dipendenti. Hanno insistito molto affinché partecipassi."
Un altro silenzio, che ebbe come unico risultato quella di far aumentare il suo nervosismo. Avrebbe dato praticamente tutto quello che possedeva pur di non essere lì. Aveva trascorso tutta la serata nascondendosi, e il tentativo di tenersi alla larga da Sasuke le aveva causato un gran mal di testa e una tensione quasi insopportabile. Anche in quel momento le fitte che le tra passavano le tempie le rendevano difficile mantenere un atteggiamento disinvolto.
La determinazioni e il carisma di Sasuke l'attraevano e la terrorizzavano allo stesso tempo, ma l'ultima cosa che desiderava era che lui se ne rendesse conto.
Sfiorò il braccialetto di perle appartenuto a sua madre che portava la braccio, nella speranza di ritrovare il coraggio per resistere ancora qualche minuto, il tempo necessario a inventare una buona scusa e defilarsi."Be' allora..."disse lui,gli occhi implacabili fissi nei suoi, le labbra atteggiate in un sorriso sarcastico, "come patrono dell'orfanotrofio per cui adesso lavori, avrei pensato che facessi ogni sforzo per seguire l'andamento della serata piuttosto che nasconderti dietro gli addobbi floreali."
Sakura puntò il mento in avanti. "In modo da essere perseguitata da giornalisti?" domandò. "No, non fin quando sarò in libertà sulla parola. Forse dopo potrei anche decidere di rilasciare un'intervista, ma di certo non prima."
Lo sguardo di Sasuke divenne ancor più intenso, se possibile. "Sono sorpreso che tu non abbia ancora venduto la tua storia alla stampa" commentò. "Ma forse dovrei consigliarti di pensarci bene prima di farlo. Una sola parola sul nostro..." fece volutamente una pausa , "passato coinvolgimento, e ti farò rinchiudere di nuovo in prigione, dove la maggior parte della popolazione di Konoha ritiene che tu debba stare. Sono stato chiaro?"
Sakura avvertì la collera montare in lei impetuosa come la marea. "Assolutamente." confermò, gli occhi che tradivano la rabbia repressa. Lo odiava-eccome!-in quel momento. L'ingiustizia che aveva subito era già mortificante, ma che lui, per di più, la trattasse n modo così duro era addirittura scandaloso. Purtroppo, poiché era la sua parola contro quella di tutti, non aveva altra scelta se non fingere di non aver nulla da dire. Aveva imparato che il silenzio era la sua migliore difesa. Anzi, la sua unica difesa.
Il tempo stava passando. Aveva chiesto alle sue guardie del corpo di lasciargli qualche minuto da solo, pensò Sasuke, ma presto sarebbero venuti a cercarlo. Per quella serata aveva assolto a tutti i suoi doveri, gli ospiti stavano per andare via, ma non vedeva Sakura Haruno da quasi sei anni, e doveva accertarsi che, adesso che era uscita di prigione, non costituisse una minaccia per il suo futuro come sovrano di Konoha.
Si erano separati nel più sgradevole dei modi. Sakura aveva bruscamente troncato la loro relazione, e il tradimento subito gli bruciava ancora, anche dopo tutto quel tempo.
Quando l'aveva scoperta nascosta dietro alla colonna, aveva pensato di avere le allucinazioni, tanto era stato forte lo shock nel rivederla. Era stato costretto a fare appello alla rigida educazione che gli ed stata impartita durante tutti i suoi venticinque anni di vita per tenere sotto controllo la propria reazione. Dunque aveva ufficialmente dato inizio al ricevimento, chiacchierato con gli ospiti che contavano, sorriso nei momenti giusti, ma per tutto il tempo aveva pensato a un modo per restare cinque minuti solo con lei.
Ora però che c'era riuscito, non era più certo di aver agito per il meglio. I suoi sensi erano tesi, il profumo di lei era una rete che lo intrappolata, i crampi di desiderio che gli aggredivano il basso ventre erano così forti da farlo vacillare.
Era indubbiamente seccante che la desiderasse ancora così tanto. Era sicuro di averla dimenticata, eppure un solo sguardo a quegli occhi verde smeraldo gli aveva fatto capire che qualcosa dentro di sé tornava prepotentemente in superficie qaundo era accanto a lei.
Eppure la sua bellezza da fotomodella era una facciata che nascondeva la realtà di un'arrampicatrice sociale senza scrupoli, una donna di facili costumi che lo aveva irretito solo per mollarlo sul più bello, il tutto, probabilmente, solo per vantarsi di aver sedotto un principe. Aveva conosciuto tante donne come lei, prima e dopo la loro relazione, ma non essere stato capace di prevedere i suoi inganni era una consapevolezza che ancora gli bruciava dentro. Nessuno gli aveva mai inferto un colpo simile, nessuno era passato così sul suo orgoglio. Ma poi Sakura era arrivata, con i suoi occhi da gatta, tutta capelli rosa e seduzione, e gli aveva fatto perdere ogni capacità di giudizio.
L'accarezzo con lo sguardo. Indossava un leggero vestitino rosa che le aderiva al corpo come una seconda pelle, evidenziando i fianchi tondi e i seni alti e pieni, e che esponeva quelle gambe lunghissime che tante volte si erano allacciate intorno alla sua vita nei momenti di travolgente passione. Le braccia snelle erano nude, al polso sinistro portava un braccialetto di perle che continuava a sfiorare con le dita sottili ed eleganti.
Ma non doveva dimenticare che Sakura Haruno aveva ucciso il padre proprio con quelle delicate e squisitamente femminili mani. L'accusa di omicidio colposo non la rendevano meno colpevole, almeno secondo l'opinione pubblica. In quel momento, però, sembrava incapace di nuocere a qualcuno. Sembrava invece agitata, tesa,a disagio.
Avvertì un vago senso di colpa. La sua minaccia era stata pesante, ma doveva assolutamente impedirle di rivelare alla stampa la relazione che c'era stata fra loro. Da quel momento in poi, qualsiasi contatto con lei avrebbe dovuto essere assolutamente segreto. I giornalisti si trasformavano in veri seguci quando si trattava della famiglia Uchiha, sarebbe stato molto pericoloso anche solo se qualcuno lo avesse visto parlare con Sakura, ma valeva la pena di correre qualche rischio per portare a buon fine il piano che si stava delineando nella sua mente. Lo aveva capito solo guardandola. Il proverbio recitava che la vendetta era un piatto da servire freddo, ma il tipo di vendetta che lo interessava sarebbe stato caldo, bollente.
Aveva un conto d pareggiare con Sakura, e lo avrebbe pareggiato nel suo letto.
Un militare si avvicinò e Sasuke scambiò qualche parola con lui. Non più di trenta secondi dopo, quando si girò, scoprì che Sakura era scomparsa. Socchiuse gli occhi e scrutò la folla alla ricerca di una nuvola rosa e capelli rosa, ma inutilmente.
"Stava cercando qualcuno in particolare, Altezza?" domandò l'ufficiale. "Se vuole, chiederò a uno dei miei uomini di rintracciarlo."
Sasuke scosse la testa. Poteva fidarsi ciecamente solo di uno dei suoi assistenti, e sfortunatamente non era quello in piedi davanti a lui in quel momento. "No" quindi replicò, "non sarà necessario."
L'uomo chinò il capo e si allontanò. Fu in quel momento che Sasuke vide per terra il braccialetto di perle che aveva notato al polso si Sakura. Si chinò per raccoglierlo, e quando un altro militare si avvicinò, furtivamente infilò il monile nella tasca dei pantaloni, un sorriso involontario che gli incurvava le labbra.
Cenerentola era fuggita dal ballo, pensò, ma in qualità di Principe Azzurro lui aveva qualcosa di molto più allettante di una scarpetta di cristallo per convincerla a tornare.
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r /> "Sakura, che succede?" esordì Karin, la coinquilina di Sakura, non appena quest'ultima entrò in casa. "Hai un aspetto disastroso. Va tutto bene?"
Sakura chiuse la porta alle proprie spalle e si appoggiò alla parete. Con la punta delle dita si massaggiò le tempie doloranti. "Sto bene" replicò "è solo un po' di mal di testa" aggiunse, muovendo qualche passò nell'appartamento "Sarada ti ha dato problemi?"
"Niente affatto" la rassicurò Karin "Dapprima era un po' nervosa, poi si è calmata quando le ho promesso che saresti tornata molto presto. Si è addormenta non appena ha appoggiato la testa sul guanciale. Sono andata a controllarla qualche minuti fa, ronfa come un ghiro."
"Per fortuna" commentò Sakura,lasciando andare un sospiro di sollievo.
"Tu ti preoccupi troppo" la redarguì l'amica. "Sarada ormai ha cinque anni. Deve imparare a fare a meno della sua mamma di tanto in tanto. Non puoi tenerla legata a te per sempre, lo sai."
"Lo so, però lei non ha ancora superato il trauma della separazione" precisò Sakura, cercando di non ricordare con quanta disperazione aveva urlato Sarada quando le era stata letteralmente strappata dalle braccia. Le era stato permesso farla nascere nella prigione di Konoha e tenerla nella sua cella per i successivi tre anni. Di tutti i dolori patiti nella sua vita, l'anno che era stata costretta a vivere lontana da sua figlia era sicuramente il peggiore. A volte sognava ancora periodo e si svegliava mandida di sudore, il cuore che le martellava nel petto, in preda alla paura che qualcuno si fosse intrufolato in casa per portarle di nuovo via la sua bambina.
"Sei tu quella che non ha ancora superato il trauma" sentenziò Karin. "Lasciati il passato alle spalle, Sakura" aggiunse. "L'impiego all'orfanotrofio è il tuo biglietto per lasciare il villaggiobdiretta verso una nuova vita non appena finirai il periodo della libertà su parola. A proposito dell'orfanotrofio, come è andata la serata Palazzo? Hai visto il principe Sasuke? È bello come sembra nelle foto delle riviste?"
"È andata bene" ammise Sakura, pensando agli occhi scuri e penetranti di lui. Aveva corso un rischio abbandonando il ricevimento così bruscamente, ma non avrebbe potuto sopportare la tortura di stare in compagnia di Sasue per un solo altro minuto. L'aria fra loro si era caricata di energia sensuale. Aveva sentito su di sé lo sguardo bruciate di lui, quasi stesse cercando di rammentare ogni intimo dettaglio del suo corpo, e quanto quel corpo gli avesse dato piacere nel passato. Un brivido le corse lungo la schiena mentre ricordava quante volte aveva raggiunto il massimo piacere del godimento fra le sue braccia. Sasuke aveva forse capito che lei continuava a provare nei suoi confronti la stessa attrazione di un tempo?
Spero proprio di no, pensò, sfiorandosi con un gesto in automatico il polso sinistro. "No!" esclamò, quando le sue di non toccarono niente oltre la sua pelle.
"Che succede?" chiese Karin allarmata. "Sei bianca come un fantasma."
"Ho perso il mio braccialetto" spiegò Sakura disperata. "Quelle di perle che apparteneva a mia madre. Deve essersi slacciato mentre tornato a casa, perché sono certa che lo avevo ancora quando ero al Palazzo."
"Forse è caduto nel taxi" ipotizzò Karin. "Potresti telefonare all'agenzia e chiedere di controllare."
"Non ho preso un taxi per tornare a casa."
Karin sgranò gli occhi. "Vuoi dire che hai camminato con quelle scarpe ai piedi?"
No, non ho camminato,ho corso, fu per un attimo tentata di confessare Sakura. "Avevo bisogno di aria fresca" si limitò a dire. "Il Palazzo era troppo affollato."
"Ti prendo una torcia elettrica" propose Karin. "Resto io con Sarada mentre tu torni indietro sui tuoi passi... O preferisci aspettare domani mattina, in modo da poter andare insieme?"
Sakura scosse la testa. "No, no, non posso rischiare che qualcuno lo trovi prima di me."
"Porta il cellulare" si raccomandò Karin, "e fa' attenzione, non si sa mai chi possa esserci in giro a quest'ora della notte. E faresti meglio a cambiarti prima di uscire. Sei troppo vistosa con quel vestito addosso."
Sakura si recò nella sua camera dove indossò una tuta e un paio di scarpe da ginnastica, più si fermò per controllare Sarada. La piccola dormiva tranquilla, il bel vicino così simile a quello di suo padre che, per un istante, Sakura avvertì una fitta dolorosa trappassarle il cuore.
La sua bambina non avrebbe mai conosciuto il calore e il conforto dell'abbraccio di suo padre, non avrebbe mai potuto cercare in lui guida e rassicurazioni, e nemmeno ottenere da lui quel sostegno di cui aveva già tanto bisogno.
Era stata privata di un bene prezioso, ma lei avrebbe fatto del proprio meglio per compensarlo.
Appena possibile avrebbero lasciato l'isola per iniziare una nuova vita, in un posto dove nessuno avrebbe saputo chi era e di cosa l'avevano ingiustamente accusata, e dove nessuno le avrebbe chiesto informazioni riguardanti il padre di quella bambina che aveva segretamente dato alla luce.
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Tutte le scelte di un Principe
FanfictionIl trono di Konoha lo attende, ma un'inaspettata scoperta lo pone di fronte a una difficile scelta. L'amore fra il principe Sasuke Uchiha e la bella Sakura Haruno era stato dolce, intenso e appassionato, tanto che lui avrebbe mosso mari e monti per...