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  Sakura passeggiò, nervosa come una belva in gabbia, in lungo e in largo per lo studio dove Shikamaru le aveva comunicato di aspettare l'arrivo di Sasuke. Sarada era già a letto, esausta, e non aveva nemmeno provato a prestare quando l'anziana e competente bambinaia, Eleni, le aveva detto che sarebbe restata con lei mentre la sua mamma si allontanava per qualche minuto.
Aveva i nervi tesi oltre il limite, si rese conto. Sobbalzava a ogni minimo rumore, e le pareti della lussuosa villa le davano una sensazione di claustrofobia, quasi fosse di nuovo imprigionata in una cella. La sua iniziale angoscia si era trasformata in rabbia, una rabbiache diventava più accecante a ogni secondo che passava. Sasuke la stava facendo aspettare deliberatamente, decise, solo per ricordarle che aveva il potere, la determinazione e il sangue freddo per fare ogni cosa a modo suo.
La porta si aprì e lei si girò di scatto. ''Cosa diavolo pensavi di fare quando hai dato istruzioni di rinchiudermi in questo posto?'' sbottò quando Sasuke entrò nella stanza.
Ma se aveva pensato che non potesse esistere una collera più travolgente di quella che provava in quel momento, le bastò un'occhiata al viso di lui per cambiare idea. Sasuke si stava controllandoa malapena.
Non lo aveva mai visto così sconvolto. Aveva le spalle rigide, le mani strette a pugno, e una vena gli pulsava furiosa alla base del collo.
''Tu, piccola strega senza cuore'' esordì.
Sakura arretrò, ogni inguria che era stata sul punto di pronunciare dimenticata all'istante,
''Sei la peggiore delle bugiarde'' incalzò lui, puntandole il dito contro. ''Sei arrivata a usare una bambina per coprire le tue sordite menzogne!''
Sakura indietreggiò e non replicò, sopraffatta dai sensi di colpa.
''No...'' mormorò Sakura riaprendo gli occhi, il corpo scosso da un violento tremito.
''Allore cos'era?'' tuonò lui. ''Ecco un dipinto che un orfana a fatto per te...'' disse, imitando la sua voce. ''Diavolo, potrei scuoterti fino a farti battere i denti anche solo per questo!''
Sakura si morse il labbro inferiore e tacque.
''Mi hai raccontato un cumulo di frottole. COme hai potuto nasconderti dietro una bambina?''
''Mi dispiace...''
Gli occhi di Sasuke divennero due fessure. ''Ti... Dispiace? E questo dovrebbe bastare a sistemare la faccenda? Ti dispiace di aver dimenticato di comunicarmi che hai dato alla luce mia figlia cinque anni fa, ma adesso e tutto a posto?'' Si passò una mano tra i capelli con impazienza. ''Non so se avrò la forza di affrontare tutto questo'' aggiunse.
''Io ho cercato di dirtelo... Ho cercato'' si difese Sakura, '' ma tu non hai risposto alla mia lettera.''
''Lettera?'' domandò lui sorpreso. ''Quale lettera?''
''Ti scrissi non appena seppi di essere incinta'' spiegò lei. ''Ma quando non ottenni risposta, dedussi che non eri interessato a sapere ciò che avevo da dirti. Non provai una seconda volta, sarebbe stato troppo pericoloso in ogni caso. Non potevo mettere per iscritto che aspettavo un figlio da te, le mie lettere erano controllate.''
Sasuke le scoccò un'occhiata penetrante. ''Sai invece io cosa credo?'' replicò. ''Credo che non mi avresti detto nulla fino al momento giusto, quando cioè avresti potuto ottenere il massimo effetto'' affermò. ''Non è così? Ancora poche settimane e sarò incoronato Re di Konoha. Direi che il tuo tempismo è perfetto, a dir poco.''
''No, non è così'' provò ancora Sakura, ''non avevo alcuna intenzione di parlarti di Sarada. Io e lei saremmo partiti non appena terminato il periodo di libertà sulla parola. Io... Ho già comprato i biglietti.''
''Dunque, vediamo se ho capito bene'' riprese Sasuke dopo interminabili attimi di silenzio. ''Tu avevi deciso di portare mia figlia via da Konoha, e io non avrei mai saputo della sua esistenza?00
Espresso così era un concetto terribile, ma rispecchiava la verità, ammise Sakura a se stessa. ''Ero convinta che sarebbe stata la soluzione migliore. Pensavo che l'ultima cosa di cui avresti avuto bisogno era di un figlio illegittimo nato da una vecchia storia d'amore.''
''Come hai detto?'' domandò lui con tono sarcastico. ''Una storia d'amore? Ma non c'era amore fra noi, giusto?''
Lei puntò il mento in avanti. ''Io ti amavo.'' E ti amo ancora...
La risata amara di Sasuke risuonò sinistra fra le pareti della stanza. ''Oh, sì, adesso ricordo. Dicevi di amarmi, ma eri pronta a saltare nel letto di qualsiasi uomo incrociasse il tuo cammino!''
''No, non è vero...'' mormorò Sakura. ''Non c'è mai stato un altro uomo.''
Con lungo passo Sasuke annullò la distanza che li separava, gli occhi che rilucevano di sdegno e ira. ''Non c'è limite alle tue calunnie'' l'accusò. ''Pensi davvero di poter continuare a ingannarmi?''
''Inventai delle storie solo per mettere fine alla nostra relazione'' provò ancora Sakura. ''Io avevo paura di...''
''Avevi paura di cosa?''Sasuke la esortò a continuare quando lei esitò.
''Di come stava evolvendo la situazione fra di noi.''
''Non ti credo. Non credo a una sola parola pronunciata dalle tue perfide labbra'' sbottò lui. ''Sei una bugiarda, esattamente come diceva tuo padre. Per anni ho ritenuto che lui desse una falsa immagine di te, ma adesso capisco che le sue affermazione erano tutte vere. Tu non hai una coscienza, nè alcun senso morale. Mentire fa parte della tua natura.''
''Oh, certo, lui lo sapeva'' quasi urlò Sakura. ''Eravamo così simili, dunque.''
''Puoi malignare sul suo conto quanto ti pare, visto che non è qui per difendersi'' sentenziò Sasuke. ''Ma io so a quale versione credere.''
Sakura sentì le parole formarsi sulle labbra come animate sa una volontà propria, ma riuscì a controllarsi. Era stata così vicina a dirgli com'era davvero suo padre, gli aveva già confidatopiù di quanto avesse confidato ad anima viva, eppure lui non le avrebbe creduto se gli avesse reccontato il resto. Provò un dolore acuto, che le fece mancare il fiato.
Ma non era sempre stato così, forse?, si chiese. Tutti avevano creduto a suo padre, e continuavano a farlo anche adesso che era morti. Lei non aveva avuto modo di difendersi nel passato, e non ne avrebbe avuto nel futuro.
''Sapevi di essere incinta quando hai interrotto la nostra relazione?''
''No, l'ho scoperto quando ero già in prigione. Le analisi del sangue e un test di gravidanza sono la procedura, il mio risultò positivo. Fu uno shock. Non immaginavo di poter restare incinta assumendo la pillola anticoncezionale. Fu allora che ti iscrissi quella lettera'' spiegò Sakura,gli occhi pieni di angoscia. ''Volevo incontrarti, reputavo di doverti comunicare una notizia simile di persona.''
''Io non ho ricevuto nessuna lettera'' affermò lui, chiedendosi se mai fosse esistita una tale missiva. Era così brava a mentire, riusciva persino a piangere a comando. Forse intendeva estorcergli una grossa somma di denaro in cambio del suo silenzio ma, anche se avesse accettato il ricatto, come poteva essere sicuro che non avrebbe comunque parlato con i giornalisti? Inoltre, era deciso a riconoscere Sarada. La bambina meritava una vita migliore di quella che aveva avuto sino a quel momento.
Di nuovo la rabbia montò dentro di lui immaginando Sarada che veniva alla luce in una squallida prigione, e non nella reggia come sarebbe stato suo diritto. E chissà quante cose brutte aveva visto in quei primi anni così importanti, quante persone di malaffare aveva incontrato... Dovevano esserci dei rifiuti della società che conoscevano sua figlia molto meglio di lui.
''Non mi credi, giusto?''
''Posso solo dire che, se anche una lettera mi è stata spedita, io non l'ho mai ricevuta. Qualcuno deve averla intercettata e distrutta.''
''Tuo padre?''
Sasuke riflettè per qualche istante. ''Non credo che avrebbe potuto fare una cosa del genere, ma non posso nemmeno provare il contrario.''
''Dunque preferisci accusarmi di mentire piuttosto che avere dei sospetti su tuo padre'' ragionò Sakura.
''Tu non hai fatto altro se non riempirmi la testa di bugie sin dal momento in cui ci siamo conosciuti'' sbuffò lui. ''E se adesso incontro qualche problema nel crederti, è chiaro anche per te che la colpa è solo tua.''
''Io ti supplico'' gemette lei, lacrime che le rigavano le gote, ''non portarmi via Sarada, lei non lo sopporterebbe. Per favore, non farlo.''
Sasuke cercò di ignorare quella accorata richiesta, ma gli risultò impossibile. Era ovvio che Sakura adorava sua fugkua, e che aveva affrontato l'inferno pur di tenerla accanto a sè. ''Non ho alcuna intenzionedi separarvi'' la rassicurò. ''Lei ti ama almeno quanto tu ami lei. Voglio solo delle risposte, e per una volta nella tua vita, devi essere onesta con me. Questo almeno me lo devi.''
''Non sono certa di potermi fidare di te'' precisò Sakura. ''Mi hai trascinata qui contro la mia volontà, mi hai fatta rinchiudere. E' troppo.''
''Non ho avuto scelta. Non posso permettere che la notizia arrivi alla stampa.''
''E' questa l'unica cosa che ti interessa?'' lo accusò Sakura. ''Quello che penserà la gente?''
''Accidenti, non potrebbe importarmi di meno dell'opinione altrui'' sottolineò Sasuke. ''Voglio proteggere Sarada. Lei è la sola innocente in tutta questa faccenda, e io ho già perso cinque preziosi anni della sua vita. Come potrò ricompensarla? Non riesco nemmeno a immaginare da dove potrò iniziare.''
Non aveva preso in considerazione i suoi sentimenti, si rese conto Sakura piena di rimorso. Sasuke aveva appena appreso di avere una figlia. Era stato privato di tanta gioia e nulla avrebbe potuto pareggiare i conti. Lei stessa era stata separata da sua figlia, e l'eco della sofferenza patita non si era spento. ''Non gli ho detto che sei suo padre''commentò.
''Ma avevi intenzione di farlo prima o poi?''
''E come avrei potuto?''
Sasuke si passò di nuovo una mano fra i capelli.
La sua emotività era in un completo subbuglio. Tutto in lui si ribellava all'idea di Sakura che partoriva la loro figlia da sola. E se qualcuno avesse davvero intercettato la lettera? Sicuramente non poteva biasimarla se non aveva provato a contattarlo una seconda volta.
Persino la sua migliore amica, Matsuri, le aveva girato le spalle quando suo padre, (zio di Matsuri) glielo aveva ordinato.
E poi c'era Sarada, la piccola, timida Sarada che sembrava aspettarsi solo che il suo fragile mondo fosse distrutto ancora. ''E' necessario che lo sappia'' sentenziò. ''E voglio essere io a dirglielo.''
''Questo significa che la riconosceresti come tua? domandò Sakura, gli occhi pieni di sospetto.
Sasuke si appoggiò una mano sul cuore. ''Ma lei è mia'' ragionò. ''Ti aspettavi che l'avrei ignorata?''
''No... Ma pensavo all'incoronazione, e a tutto quello che seguirà...''
''Al momento non è questo che conta. Voglio trascorrere le prossime due settimane imparando a conoscere mia figlia. Devo prendere importanti decisioni, per il mio futuro e per il suo.'' Sasuke tacque per qualche istante. ''Perchè hai accettato di avere di nuovo una relazione con me?'' le chiese infine. ''Sapevi che sono il padre di Sarada, perchè sfidare il pericolo riprendendo a frequentarmi?''
Sakura abbassò lo sguardo. ''Certo, ero consapevole del pericolo ma...''
''Ma?''
Lei alzò la testa. ''Ma non ho potuto evitarlo.''
Sasuke si augurò che non si trattasse dell'ennesima bugia. Sakura sembrava esausta, provata, così diversa dalla sfacciata che un tempo aveva conosciuto. Da quando era entrato nello studio, lei non aveva fatto altro se non tremare, il che lo induceva a chiedersi...
''Ti dispiace se vado a letto?'' Domandò Sakura, strappandolo al filo dei suoi pensieri. ''Ho un terribile mal di testa'' aggiunse, massaggiandosi le tempie.
''Avresti dovuto dirlo prima'' replicò lui con tono preoccupato. ''Dirò a Shikamaru di accompagnarti nella tua camera. E' adiacente a quella di Sarada e vicina alla mia, nel caso avessi bisogno di qualcosa durante la notte.''
''Grazie.''
''Sakura?''
Lei si voltò, il viso privo di espressioni, gli occhi spenti. ''Sì?''
''Grazie di non esserti sbarazzata di lei. Avresti avuto molti motivi per farlo.''
''Non avrei mai potuto''sottolineò Sakura con tono fiero. '' Non ho mai preso in considerazione, nemmeno per un'istane, un aborto o un'adozione. Sono cresciuta senza una madre, è come un buco nero nella mia vita. Non avrei mai inflitto al mio bambino la stessa sofferenza.''
Sasuke percepì un profondo dolore nascosto dietro quelle parole. Perchè mai non se ne era resp conto prima? Perchè i loro incontri clandestini erano sempre stati incentrati sul sesso, ricordò a se stesso, e non sul tentativo di scoprire dettagli intimi l'uno dell'altra.
In realtà, lui le aveva raccontato ancor meno di se stesso, capì. Non le aveva mai confidato la sua frustazione dovuta alla testardaggine di suo padre. Non le aveva mai parlato di quel suo senso del dovere che a volte l'opprimeva. Si era semplicemente concesso ore di ottimo sesso con quella che considerava una ragazza facile e disponibile.
Invece era fragile, lo capiva adesso. Sembrava in fantasma magra com'era, con quei lunghi capelli rosa in cui continuava aad affondare le dita. Evocava in lui la voglia di stringerla e confortarla, e di proteggerla da tutto e da tutti.
''Sakura.'' Allungò un braccio per toccarle gentilmente il braccio, ma lei sobbalzò come se fosse stata schiaffeggiata.
''Non voglio più parlare'' mormorò, gli occhi lucenti di lacrime. ''Sono stanca, e mi sembra che la testa stia per esplodermi. Se tu avessi un minimo di decenza, lo capiresti e mi lasceresti andare a letto.''
Sasuke sospirò. ''Naturalmente'' disse, arretrando.
''Buonanotte.''
Lei non replicò, che era esattamente quello che si era aspettato, ma questo non attenuò la sua delusione.
Sapeva che in parte era stato lui a disegnare quelle ombre nere intorno agli occhi di Sakura. Ora proprio non sapeva come avrebbe fatto a cancellarle.  

Tutte le scelte di un PrincipeWhere stories live. Discover now