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  Sakura riprese il controllo di e tornò a sedersi accanto al tavolo, quasi come se nulla fosse accaduto. Portò il bicchiere alle labbra e bevve qualche sorso di acqua, consapevole dello sguardo di Sasuke fisso su di sé.
"Hai detto di voler discutere di qualcosa per l'orfanotrofio" gli rammentò, dopo aver appoggiato il bicchiere. Intenzionalmente guardò l'orologio, come a voler sottolineare che il suo tempo era quasi scaduto, e che qualsiasi cosa lui avesse in mente da dirle non era importante al punto da farle rimandare i suoi impegni.
L'espressione pensosa sul viso, Sasuke tornò a suo posto. ''Ti basta un click per cambiare atteggiamento, non è così Sakura?'' borbottò.
Lei si limitò a scoccargli un'occhiata indifferente.
''Diavolo, per una volta fammi vedere che anche tu sei umana!'' esclamò Sasuke.
''Ma tu cosa vorresti che io facessi?'' replicò Sakura stringendo i pugni. ''Che mi disperassi, che mi strappassi i capelli? Questo ti farebbe sentire meglio? Ti farebbe sentire meglio sapere che io sono tormentata dai sensi di colpa, e che sono incapace di riprendere a vivere come una persona normale?''
Sasuke la guardò, indugiando a lungo sulla sua bocca ''Per essere onesto, non so cosa mi aspetto da te '' ammise.
''Forse è questo che mi hai invitato qui?'' incalzò Sakura, il tono freddo e risentito. ''Per scoprire in prima persona come vive un ex detenuta. Scommetto che a pochi principi reggenti capita di scambiare quattro chiacchiere con una criminale.''
Sasuke serrò le labbra in una linea sottile. ''Sei completamente fuori strada'' precisò.
''Allora perché?'' insistette lei. ''Perché sono qui?''
''Volevo rivederti, e assicurarmi che stessi bene'' ammise Sasuke. ''Verificare se fossi cambiata.''
Sakura inarcò un sopracciglio. ''E il tuo verdetto è?''
''Difficile da dire'' affermò Sasuke dopo un'interminabile attimo di silenzio. ''Esteriormente sembri la stessa, parli ancora come una volta, ma qualcosa mi suggerisce che adesso sei molto diversa.''
''Gli psicologi del carcere sarebbero molto felici di sentirtelo dire'' commentò Sakura ironica. ''Che spreco di denaro pubblico se la detenzione non avesse avuto effetto sul mio carattere ribelle!''
''Ancora non ti piaci, non è così?''
''Sono soddisfatta di me stessa, invece'' lo contradisse lei, compiendo uno sforzo sovraumano per sostenere il suo sguardo senza vacillare. Ma era pericolosamente vicina alla crisi e sperava solo potersi controllare fino al momento di andare via. ''Come molte persone, cambierei qualcosa, ma nessuno è perfetto, giusto?''
''E cosa con esattezza non ti piace di te stessa?''
''Non mi... Piacciono i miei piedi'' Sakura inventò alla svelta. ''Ho dei piedi bruttissimi.''
''I tuoi piedi sono perfetti, cara'' la corresse Sasuke sorridendo.
''No, sono troppo grandi. Avrei voluto piedini da fata come quelli di mia madre. Un giorno trovai in un armadio un paio delle sue scarpe. Non riuscii a farci entrare nemmeno l'alluce. Lei era così bella, minuta ed elegante.''
''Una volta accompagnai mio padre nell'ufficio del tuo e vidi una sua foto sulla scrivania'' Raccontò Sasuke. ''Indubbiamente era bella, infatti sei identica a lei.''
Per togliersi dall'imbarazzo, Sakura bevve un sorso d'acqua. ''A volte mi chiedo come sarebbe stato il nostro rapporto se... Sai, se fosse sopravvissuta.''
''Sono certo che sarebbe stato ottimo. L'amore di una madre è insostituibile. Considera i miei genitori, mio padre ha sempre usato il pugno di ferro con noi figli, toccava a mia madre educarci con affetto, essere sempre presente per aiutarci e sostenerci.''
''La regina Mikoto deve aver sofferto molto per la morte del marito '' ipotizzò Sakura. ''Scusa se non ti ho ancora fatto le mie condoglianze, avrei dovuto dirti qualcosa ieri sera.''
''Non preoccuparti'' replicò lui. ''Comunque, è stato uno shock per tutta la famiglia, specialmente se ne è andato la sera del sessantesimo compleanno di mia madre.''
''Sì, l'ho sentito dire. Un infarto, giusto?''
Sasuke annuì. ''Ho sempre saputo che un giorno avrei preso il suo posto. Sono stato cresciuto per questo, e ho sviluppato un profondo senso del dovere. Konoha è la mia casa, le persone che vivono qui sono il mio popolo. Però non mi aspettavo di dovermi assumere questa responsabilità così presto.''
''Sì, lo capisco.''
''Ma basta parlare di questo adesso'' decise lui. ''Occupiamoci dell'orfanotrofio. Mi sembra strano che sia stato costruito così vicino alla prigione.''
''Sì, ma non ci sono mai stati problemi'' replicò Sakura. ''Inoltre nel carcere c'è un asilo nido che dipende dall'amministrazione dell'orfanotrofio, dunque le detenute che hanno figli possono tenerli accanto a loro.''
Una ruga solcò la fronte di Sasuke. ''Vuoi dire che ci sono donne che portano i figli in carcere durante la loro
detenzione?''
''Sì'' confermò lei, con tono che sperava indifferente per quanto era certa che fiamme le fossero salite
al volto, ''ma solo fin quando i bambini compiono tre anni. Dopo sono dati in affido temporaneo mentre la madre termina di scontare la propria condanna.''
''Ma un carcere può essere un posto dove far crescere un bambino?''
''Un bambino deve stare con la madre'' affermò lei con decisione. ''Un bambino non ha commesso alcun crimine, perché deve subire il trauma di essere separato da sua madre a una così tenera età?''
''È questo ciò che è successo alla ragazzina che mi ha mandato il disegno?''
Sakura abbassò lo sguardo è sollevò di
nuovo il bicchiere. ''non sono a conoscenza delle storie di tutti i piccoli ospiti dell'orfanotrofio, come ti ho già detto ''
Spiegò, ''ma sì, è possibile che sia stata portata via a sua madre e che non abbia un posto dove andare. Non sempre i parenti sono disposti a prendersi cura di un bambino la cui madre è detenuta.''
Seguì un fitto silenzio. Sakura sentiva il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie, e la mano che stringeva il bicchiere tremava impercettibilmente. Si costrinse a rilassare le spalle e si concentrò sul respiro nel tentativo di recuperare almeno una sembianza di calma.
''non approvo l'idea di un bambino costretti a vivere insieme a dei criminali'' affermò infine Sasuke.
''Una soluzione del genere non verrebbe nemmeno presa in considerazione in un carcere maschile.''
''Capisco, ma ci sono delle considerazioni da fare'' precisò lei. ''in primo luogo, il novanta per cento delle detenute nel carcere hanno commesso crimini non violenti. In genere finiscono dentro per uso o spaccio di droga. Sono vittime della miseria, o hanno subito violenza da bambine e hanno cercato negli stupefacenti un modo per non pensare alla devastazione delle loro vite.''
''Hai avuto la possibilità di stringere amicizia con una dii queste madri?'' SI Informò Sasuke.
Sarebbe stato difficile il contrario in un posto così piccolo'' sottolineò Sakura, pensando alle donne conosciute in carcere che ora erano sue amiche, incluso Karin. ''le perdite delle dignità è un duro colpo, ma non paragonabile alla perdita della libertà. Contare i giorni è un'occupazione che potrebbe farti perdere il senno se non la condividi con qualcuno.''
''Riuscirai a lasciarti tutto alle spalle?''
''Mi piace pensare di sì'' confermò Sakura. ''non appena il periodo di libertà sulla parola sarà concluso, lascerò Konoha e mi trasferirò dove sarà possibile per me avere un nuovo inizio.''
''Cosa farai?''
Sakura scrollò le spalle. ''le mie prospettive sono molto limitate, data la mia storia. Non tutti sono disposti ad assumere una ex detenuta. Però vorrei studiare. Da ragazza sprecavo il mio tempo e non ho concluso il liceo, adesso vorrei conseguire la maturità. E poi... chi può dirlo? Mi basterà un lavoro sufficiente per mettere il cibo in tavola per noi...Voglio dire per me ''si corresse alla svelta, ''e sarò felice.''
''So che non hai ereditato nulla da tuo padre.''
''Infatti'' confermò lei. ''Buffo, non credi? Mio padre ha lasciato tutto ciò che possedeva a dei lontani cugini. Probabilmente
in qualche modo deve avere immaginato che lo avrei spinto dalle scale quella notte.''
''Che cosa è successo?'' chiese ancora lui.
''Abbiamo discusso '' cominciò Sakura, distogliendo lo sguardo. ''Adesso non ricordo nemmeno più riguardo cosa, nella mia testa i ricordi sono così confusi... Lui urlava, e io urlav0, e poi...'' Chiuse gli occhi, e aspettò che la terribile scena svanisse dalla sua mente prima di riprendere il racconto. Riaprì gli occhi e parlò con la noncuranza di chi stava decidendo come trascorrere il successivo fine settimana. ''All'improvviso mio padre era disteso ai piedi della scala, esamine.''
''E tu cosa facesti?''
''Fui presa dal panico, cercai d9i aiutarlo a rialzarsi. Pensavo che stesse esagerando solo per spaventarmi, ma lui...'' Sakura fece una pausa. ''Lui non si svegliò.''
''Dunque ti arrestarono.''
''Non subito. Dapprima archiviarono il caso come morte accidentale poi, qualche settimana dopo, si presentò uno dei vicini e testimoniò di averci sentito litigare quella notte. Fu abbastanza per rimettere in moto la macchina della giustizia'' commentò Sakura con tono amaro. ''Mi prelevarono con la forza, mi ammanettarono, mi trascinarono in commissariato e mi interrogarono di nuovo. Mi dichiarai colpevole di omicidio colposo già il mattino seguente.'' Perché non avevo più la forza per rispondere alle loro domande, e perché nessuno mi avrebbe creduto se avessi detto loro la verità, pensò. La stanza dell'interrogatorio era stata affollata da ufficiali e poliziotti amici di suo padre. Non aveva avuto nessuna possibilità di riabilitare il suo nome.
''Deve essere stata un'esperienza terribile'' mormorò Sasuke. ''Avevi solo diciotto anni.''
''E' storia vecchia ormai'' sospirò Sakura. ''La situazione fu gestita male, ma so che gli inquirenti stavano facendo soltanto il loro lavoro. Mio padre era un uomo in vista, benvoluto da tutti, era necessario trovare un capro espiatorio. Cioè io.''
''Che cosa stai dicendo?'' intervenne Sasuke, scoccandole un'occhiata penetrante. ''Che fosti costretta a confessare un
crimine che non avevi commesso??''
è la tua possibilità. Dirgli cosa successe, dirgli tutto... Sakura aprì la bocca, pronta per fare proprio quello, ma non riuscì a pronunciare una sola parola.
Se gli avesse parlato di suo padre, avrebbe dovuto parlargli di Sarada. E se Sasuke e la sua famiglia avessero deciso che lei non era la madre idonea per una
bambina di sangue reale? Sarada le era già stata strappata una volta dalle braccia, la piccola non avrebbe retto di nuovo a uno stress simile. E poi l'unica cosa che aveva dato a lei la forza per resistere a quegli anni di inferno era stato l'amore per sua figlia. Aver lottato tanto per poi perderla era semplicemente improponibile.
''Sakura?''
''No, ovviamente nessuno mi costrinse'' mentì lei. ''Ero in grado di capire tutto ciò che stava succedendo, e patteggiai per una incriminazione minore.''
''Eri assistita da un buon legale?''
Sakura ripensò allo sciatto avvocato d'ufficio che le era stato assegnato. Durante le interminabili sedute del processo l'aveva guardata con un ghigno cattivo stampato in faccia, ricordandole così tanto l'espressione di suo padre durante il loro ultimo litigio che sarebbe stata disposta a farsi condannare per omicidio preterintenzionale se fosse servito a liberarsi prima della sinistra presenza di quell'uomo.
''Avevo un avvocato'' disse con voce priva di intonazione. ''Non precisamente brillante, ma nel momento del bisogno non si può essere schizzinosi, giusto?''
Un'affermazione che provocò in lui un profondo senso di colpa. Intuiva che c'era molto che Sakura nascondeva, ed era certo che un avvocato competente, giocando anche sulla sua giovane età, avrebbe potuto risparmiarle anni di prigione, magari dimostrando che aveva agito per autodifesa, ipotizzò Sasuke.
Ma poi ricordò i pettegolezzi che si erano scatenati dopo la morte di Kizashi Haruno. I bene informati avevano parlato della crescente apprensione dell'uomo per la dipendenza dall'alcool e dalla droga della sua capricciosa figlia. Lui sapeva che Sakura beveva, ma non l'aveva mai vista agire sotto l'influenza si stupefacenti. Questo non significava che non avesse fatto uso, ovviamente, ragionò.
I drogati erano bravi nel mentire. Sakura avrebbe potuto imbottirsi di pillole quando non era con lui, e comunque il tempo che trascorrevano insieme era limitato. Era stato lui a decidere di mantenere segreta la loro relazione, nel tentativo di evitare le intrusioni di suo padre e della stampa.
Quando poi aveva scoperto del tradimento di Sakura, era stato ben lieto della sua scelta. Era già stato doloroso immaginarla mentre si divertiva alle sue spalle, ma diventare lo ridicolo agli occhi di tutta
la popolazione di Konoha sarebbe stato insopportabile.
Non lo aveva mai detto a nessuno, ma non gli era mai piaciuto Kizashi Haruno. Troppo ostentato, troppo suadente per i suoi gusti. Qualcosa in quell'uomo lo aveva sempre fatto insospettire. Per esempio, se Kizashi era un padre affettuoso, perché mai avrebbe dovuto diseredare Sakura, a meno che non avesse previsto
di morire per mani di sua figlia, come lei stessa aveva ipotizzato prima? Non aveva senso, e ancor meno ne aveva il fatto che l'avvocato di Sakura non avesse evidenziato il dettaglio al tempo del processo.
''Come te la cavi con il denaro adesso?'' domandò.
Un lampo di orgoglio illuminò gli occhi di Sakura. ''Ho tutto quello che... Mi serve'' rispose.
Sasuke si chiese se fosse vero. Qualcosa gli diceva che Sakura era estremamente a disagio in sua presenza. Nel passato, non aveva mai abbassato lo sguardo, o mai si era mordicchiato il labbro inferiore in un gesto che esprimeva insicurezza. Forse però gli anni di reclusione l'avevano resa guardinga, più schiva, il che era comprensibile considerato quello che si raccontava sulla vita dietro le sbarre. Soffriva immaginando ciò che lei aveva sofferto. Non era un segreto per nessuno la violenza che caratterizzava un carcere, anche uno femminile. L'uso di droga era all'ordine del giorno, perverse gerarchie dovevano essere rispettate e la corruzione fra le guardie era purtroppo realtà. Ovvio che adesso Sakura fosse incapace di rilassarsi, concluso.
''Devo andare'' annunciò lei alzandosi. '' Il mio intervallo per pranzo è quasi terminato.''
Sasuke non le lasciò neanche il tempo per recuperare la sua borsa. ''No'' la contradisse mettendole una mano su un braccio, ''non ho ancora finito di parlare con te.''
Sakura osservò le lunghe dita abbronzate che contrastavano con il candore della sua pelle e involontariamente rabbrividì.
Quelle mani le avevano insegnato tutto sulla passione. Avevano esplorato ogni centimetro del suo corpo. Per quasi sei anni aveva sognato di percepire di nuovo il suo tocco. Era certa che, se ora lo avesse guardato in viso, Sasuke avrebbe scorto il desiderio brillare nei suoi occhi. Perché quel desiderio permeava ogni fibra del suo essere, era una forza tangibile che la spingeva inesorabilmente verso di lui.
''Guardami, Sakura.''
Lei obbedì. ''Devo proprio andare'' mormorò. ''Alcuni dei bambini più piccoli dormono ancora un po' dopo pranzo, e io leggo loro le favole. Si agiteranno senza di me. Non mi piace deluderli.''
''Ho detto al mio segretario di informare il direttore dell'orfanotrofio che non saresti rientrata prima delle tre del pomeriggio.''
Sakura sbiancò in volto. ''Tu hai fatto cosa?''
Sasuke le fece scivolare la mano lungo il braccio, fino ad afferrarle il polso. ''Ho annullato ogni mio impegno in modo da avere un po' di tempo da trascorrere con te '' spiegò, attirandola a sé.
''Non avevi diritto di interferire!'' Esclamò Sakura tentando, inutilmente, di liberarsi. L'ansia si impadronì di lei mentre immaginava il visetto preoccupato di sua figlia mentre, dietro la finestra, aspettava di vederla tornare. Riusciva persino a sentire il suo balbettio nervoso mentre chiedeva a Ten Ten o a Temari dove fosse finita sua madre, o a vedere i pantaloncini bagnati, perché ancora nei momenti di massimo stress
Sarada non riusciva a trattenersi, il che poi lo stressava ancora di più.
''Ma perché sei così turbata? Se non altro, hai guadagnato un paio d'ore lontana dal lavoro '' ragionò Sasuke senza mollare la presa.
Sakura tentò di divincolarsi, ma lui le afferrò con l'altra mano le sue, impedendole così ogni movimento.
Sussultò e lo guardò negli occhi che erano diventati ancora più scuri, ed eran0 concentrati sulle sue labbra. La presa che esercitava sul suo braccio perse forza per trasformarsi in una languida carezza, il pollice che le massaggiava l'interno del polso e che provocava in lei un progressivo e inarrestabile indebolimento dovuto all'insorgere della passione. Il cuore prese a batterle all'impazzata, farfalle le danzarono nello stomac0, il respiro divenne affannoso mentre Sasuke chinava la testa.
Il primo sfiorarsi di labbra fu appena accennato, quasi esistente, così lieve che Sakura si chiese se per caso non lo avesse immaginato. IL secondo fu più deciso, ma fu il terzo a dichiarare apertamente desiderio, ardore, un bacio appassionato, incontrollabile che la trascinò via. Era così bello ritrovarsi fra le braccia di Sasuke, pensò, così bello percepire il calore del suo corpo.
Qualcosa dilagò in lei, come un bisogno che lui aveva creato e che solo lui avrebbe potuto soddisfare. Il solo pensiero di concedersi ad un altro uomo era inconcepibile, era stato così sin dallo loro prima volta insieme. Si era rassegnata a una vita senza sesso, perché mai aveva sperato che Sasuke potesse tornare da lei, desiderandola ancora.
''Ti voglio'' dichiarò lui, interrompendo il contatto fra le loro labbra e guardandola con occhi che bruciavano, ''e intendo averti, anche solo per una notte. Pensaci, una notte che ricorderemo fino alla fine dei nostri giorni.''
''Non può succedere'' mormorò Sakura, anche se tutto in lei smentiva quella stessa affermazione. ''Lo sai che non è possibile. Prima appartenevamo a due mondi diversi. Ora viviamo su universi opposti.''
Sasuke fece scorrere la punta di un dito lungo la linea del sopracciglio. ''La mia testa mi dice la stessa cosa, ma non il resto del mio corpo. Perché hai questo effetto su di me, Sakura?
Sono per caso vittima di un incantesimo?''
''Ti prego, non rendere la situazione più complicata di quanto già non lo sia'' insistette lei. ''Lasciami andare prima di fare qualcosa che non solo ricorderemo, ma ci pentiremo fino alla fine dei nostri giorni.''
Lui le prese il viso fra le mani. ''Nessuno dovrebbe saperlo'' sottolineò.
''Non parli seriamente, vero?''
''Io ti voglio, Sak, ti voglio ancora. Quando ti ho visto ieri al ricevimento, ho capito che non avrei trovato più pace se non ti avessi avuto ancora una volta. E poi ci siamo baciati, e così mi hai dato la conferma che lo vuoi anche tu.''
''Sasuke...'' Sakura tentò di infondere determinazione nella sua voce, ma non era sicura di esserci riuscita. ''Ci sono tante cose che le persone desiderano, ma questo non significa che possono averle'' ragionò. ''Non funzionerà mai fra noi. Tu sei il principe reggente di Konoha, e io... Bè, tu sai chi sono. Lo sanno tutti...''
''E cosa importa chi sei o cosa hai fatto?'' la inter ruppe lui. ''Io sto parlando di adesso, non del futuro. Non posso offrirti un matrimonio, e se quello che hai dichiarato in passato corrisponde a verità, tu non vorresti neanche che io lo facessi. Io ti sto proponendo una relazione che possa semplicemente appagare le nostre esigenze fisiche.''
Sakura arretrò di un passo. ''è una follia'' sentenziò. ''Sei riuscito a tenere segreta la nostra relazione anni fa, ma pensa se oggi invece divenisse di dominio pubblico. I giornalisti sono come api attratte dal miele, le persone di cui ti circondi e che dovrebbero proteggerti potrebbero tradirti per denaro. Non sei più nella posizione adatta per controllare la tua vita pubblica, per non parlare di quella privata.''
''Invece ho la possibilità di mantenere il più stretto riserbo sulle mie faccende personali'' la contraddisse lui. ''Ho scelto attentamente i miei dipendenti, non mi tradirebbero mai, ne sono sicuro.''
''Questa... Questa cosa fra noi si basa solo sul sesso '' sottolineò Sakura. ''Hai idea di come questo mi faccia sentire?''
''Stai parlando di sentimenti?'' replicò lui stupito. ''E dove è finita la ragazza che voleva solo divertirsi e mai impegnarsi?''
In primo luogo non è mai esistita, disse fra sé Sakura, desiderando poter dar voce a quel pensiero.
Aveva costruito di sé una immagine da offrire agli altri, in modo che nessuno potesse vedere la vera Sakura. Perché la vera Sakura non l'avrebbe voluta nessuno. Persino suo padre, il suo unico parente al mondo non era stato capace di guardarla senza provare odio e disgusto.
''Ora desidero cose diverse'' ammise. ''Ho trascorso tanto tempo cercando di capire dove ho sbagliato. Non voglio ripetere gli stessi errori.''
Un'espressione risentita si dipinse sul volto di Sasuke. ''Dunque consideri la nostra relazione come un errore?''
Sakura pensò a sua figlia. Alla loro figlia. Come avrebbe potuto considerare un errore la sua nascita? Sarada era tutto per lei, la sua ragione di vita. Non avrebbe mai, nemmeno in un milione di anni, rimpianto una qualsiasi azione che aveva portato al suo concepimento. ''No'' sospirò. ''Ho affrontato la nostra storia ad occhi aperti.''
''Per non parlare delle gambe.''
Sakura batte' le palpebre. ''Come hai detto?''
''Coraggio'' la esortò lui, scoccandole un'occhiata di derisione, ''non eri certo una timida vergine quando sei venuta al letto con me.''
Sakura strinse i pugni nel tentativo di mantenere la calma. ''Che affermazione maschilista! Se ricordo bene, nemmeno tu eri un santarellino.''
''Ma le mie esperienze non erano abbastanza per te '' incalzò. ''C'erano così tanti uomini che facevano la fila per darti piacere. Mi fornisti persino una lista di nomi.''
Ogni bugia che aveva detto nel passato le si stava ritorcendo contro. L'unica soluzione adesso era coprire le menzogne con altre menzogne e sperare che Sasuke non scoprisse mai la verità. ''Non vado particolarmente orgogliosa del mio comportamento'' disse, ''ma tu non desti mai alcuna indicazione di provare dei sentimenti per me. Credevo che volessimo la stessa cosa, divertimento senza legami.''
''Iniziò in questo modo, è vero, ma tu avevi qualcosa di particolare che mi spinse a desiderare di più'' ammise lui. ''Volevo dirtelo, ma tu mi bruciasti sul tempo annunciandomi che avevi deciso di mettere fine alla nostra storia.''
Sakura lo fissò incredula, l'animo in subbuglio mentre si rendeva conto di ciò che aveva inavvertitamente buttato via. Ma nemmeno per un istante aveva immaginato che Sasuke fosse stato in procinto di innamorarsi di lei. Le aveva dedicato mille attenzioni, senza dubbio, ma non aveva mai parlato di sentimenti... Un fato crudele aveva cospirato contro di loro, decise.
''Non hai intenzione di chiedermelo?'' domandò lui, interrompendo l'imbarazzante silenzio.
Lei si scosse dal suo stato di torpore. ''Chiederti cosa?''
Un sorriso sarcastico incurvò le labbra di Sasuke. ''Chiedermi quello che le donne chiedono sempre in circostanza del genere.''
''D'accordo.'' Sakura tirò fuori un profondo respiro e si accinse a porre la domanda pur sapendo che così ormai non avrebbe risolto nulla, anzi, se possibile, era solo un modo per peggiorare le cose. ''Provi ancora qualcosa per me?''
Sasuke esitò così a lungo da farle pensare che non aveva ancora raggiunto una decisione al riguardo.
Infine però non fu sorpresa dalla sua risposta, delusa e ferita sì, ma non sorpresa.
''Non ti amo '' affermò Sasuke. ''Non confondere il desiderio fisico con sentimenti più nobili. Non c'è nulla di nobile in quello che provo per te. Voglio solo una relazione con te solo per cancellarti per sempre dalla mia mente prima di salire sul trono. Come re dovrò avere una consorte adeguata, credo che qualcuno mi stia già cercando potenziali candidate.''
Fu come se le avesse sferrato un pugno nel petto. Avrebbe voluto piegarsi su se stessa per proteggersi dal dolore, l'orgoglio però la costrinse a raddrizzare le spalle. ''Oh, davvero?'' replicò Sakura con tono noncurante. ''Questo ti risparmierà tempo e fatica. Ma pensa, niente inutili corteggiamenti, niente denaro sprecato in fiori e costose cene al ristorante. Sei davvero fortunato.''
Gli occhi di lui si oscurarono. ''Fra noi non è finita'' l'ammonì. ''Non per ora. Non ti avrei portata qui se non fossi stato certo che volevi le stesse cose che voglio io. Ti sei tradita ieri sera, quando hai replicato al mio bacio.''
''Ma è successo solo perché non sono stata baciata da troppo tempo...''Sakura lasciò di colpo in sospeso la frase e si mordicchiò il labbro inferiore, rendendosi conto che era appena inciampata in una delle sue bugie.


Tutte le scelte di un PrincipeWhere stories live. Discover now