Il Silenzio Dei Morti [Pausa]

Capitolo 2

Dalla macchina scesero dei tipi vestiti di nero: due uomini e una donna. Avevano delle tute nere molto belle. Uno dei due uomini era stranissimo: era terribilmente pallido, aveva gli occhi completamente bianchi e i capelli sembravano la cresta del gallo, penso fossero fatti della stessa cosa, lo chiamai cresta da gallo.
Si stavano avvicinando a Luca, lo presero per un braccio e lo trascinarono via. La cosa strana? Non riuscivo a muovermi e a resistere, ero come bloccata. Avevano portato Luca nella macchina, ora toccava a me, avevo paura. Cresta da gallo mi prese per un braccio e uno strano calore mi si insinuò dentro al corpo. Mi portarono dentro la macchina, dentro era buio, non si vedeva niente. Sentii che avevano portato dentro la macchina anche gli altri ragazzi. Man mano mi calmai, ma non era opera mia, qualcosa di pacifico si stava insinuando nella mia mente. Poi Mattia parlò riscuotendomi da quella tranquillità non mia.
-Dove ci state portando? Cosa volete da noi?
-Wow, il ragazzo ha resistenza. Mike, fallo addormentare. Ah, e anche la ragazza- disse la donna.
Poi svenni.

Quando riaprii gli occhi davanti a me c'era una ragazzina, più o meno della mia età, che mi guardava.
-Chi sei?- mi chiese.
-Dove siamo?
-Non lo so, mi sono svegliata adesso. Chi sei?
-Io mi chiamo Caterina, tu?
-Piacere, Sara.
-Ci sono altre persone qui?- iniziavo a preoccuparmi per i miei amici e mio fratello.
-No, solo io e te.
Mi alzai. Prima era buio ma ora riuscivo a vedere Sara. Aveva i capelli castani un po' mossi, gli occhi erano grigi, classici occhi da vampiro, e indossava una tuta nera come quella dei signori di prima. Mi guardai e notai che anche io la indossavo.
-Che cosa sei? Un vampiro?- chiesi.
Lei scosse la testa:-No, sono un incrocio tra un vampiro e un lupo mannaro. Anche tu, vero?
-Sì. Cosa c'è in questa stanza?
-Non lo so, esploriamo.
Ci mettemmo a girovagare per la stanza per capire com'era fatta. Non era esattamente buia, ma c'era una strana nebbiolina che ci permetteva di vedere solo cose molto vicine.
-Allora, perché volevi sapere se c'erano altre persone?- chiese Sara.
-I miei amici e mio fratello, loro sono stati portati qui con me. Tu eri sola?
-Sì, stavo cercando di rubare una ciambella quando mi hanno preso, pensavo fosse la polizia.
-No, non credo. I miei genitori non mi avrebbero mai fatto una cosa del genere.
E gli raccontai come mi avevano presa. Mi veniva spontaneo confidarmi con lei, non so come sapevo che la nostra sarebbe diventata una grande amicizia.
-Mi dispiace, li ritroveremo.
-Sara, qua c'è qualcosa, un interruttore direi. Lo premo?
-Non vedo cos'altro fare, premilo.
Lo premetti. Ora, sapendo quello che avrei visto non l'avrei mai fatto, ma allora non lo sapevo. Si accesero delle luci nella stanza.
Appesi al soffitto con una corda, a testa in giù, c'erano tutti i miei amici e la mia famiglia, genitori compresi. Erano tutti morti, tutti sanguinanti.