-Ci sono altre prove?- chiesi.
-Sì. Ora vieni, dicono che la terza prova è la più difficile. Ci sarà una scelta importante- rispose Leonardo.
-Quante c'è n'è sono?
-Cinque.
Mi condusse davanti ad un ennesima porta. Su questa c'era il numero tre, e, sotto, c'era scritto il mio nome.
-Come mai c'è il mio nome?
-L'abbiamo fatto apposta per te, ce n'è uno per tutti. Ora entra.
Entrai. Era una stanza abbastanza piccola, tre pareti erano blu, l'altra era un vetro, molto fino. Dall'altra parte c'era un uomo seduto su una sedia. Mi fissava.
Mi mossi nella sua direzione, lui continuò a fissarmi. Era fastidiosissimo.
-Ehm... potresti smettere di fissarmi?- chiesi, ma lui non rispose.
Niente. Feci qualsiasi cosa potessi fare, a parte rompere il vetro. Urlai a squarciagola, cercai di concentrarmi chiudendo gli occhi, ma quell'uomo continuava a fissarmi.
Stavo impazzendo, lo sentivo. Lo sguardo di quel tipo, era pesante, come se mi avessero messo sulle spalle una macchina.
Non sapendo che altro fare, presi in considerazione di rompere il vetro.
Dovevo rompere il vetro, se no sarei impazzita
Gli tira un calcio e si ruppe. Poi l'istinto prese il sopravvento, presi un vetro da terra e mi buttai sopra l'uomo. Cademmo a terra, io sopra di lui. Gli puntai il vetro alla gola.
-Dai, uccidimi! È quello che mi merito- sputacchiò l'uomo.
Cosa stavo facendo? Uccidere un uomo!? Io!? No. Abbasai il vetro, ma l'uomo me lo prese dalle mani e ci fece girare, ora ero io sotto di lui.
-Se non muoio io, muori tu! Preparati ad una morte lenta e dolorosa.
Poi mi conficcò il vetro nel braccio destro. Un dolore terribile mi si insinuò in tutto il corpo.
La porta della stanza si aprì. Entrarono delle persone che cercarono di tirare via l'uomo da me, ma, prima che potessero riuscirci, mi piantò un altro vetro nel braccio sinistro.
Urlai. Macchioline nere mi comparvero davanti agli occhi. A quel punto l'uomo si lasciò portare via.
-Veleno! Veleno!- canticchiava.
Qualcuno mi si inginocchiò vicino, Leonardo insieme a una dottoressa. La dottoressa aveva in mano una siringa. Fui pervasa dalla paura, oltre che dal dolore.
Ora vi spiego. In verità io non ho paura degli aghi, ma in quel momento, sotto effetto di veleno, al posto della siringa vedevo un altro vetro.
Non so con quale forza, ma riuscii ad alzarmi e a scappare dall'altro lato della stanza.
-Caterina, tranquilla, va tutto bene- disse Leonardo.
"No" pensai ",non va tutto bene, sono stata avvelenata!"
La porta era aperta ma fuori c'erano... degli uomini identici a quello di prima!
Mi girai, e, al posto di Leonardo e della dottoressa, c'erano altri uomini come quello di prima.
Urlai.
-Caterina, non opporre resistenza, andrà tutto bene- anche la voce era quella dell'uomo.
Non avevo via di scampo.
-Ti... prego... no..., non... farlo..., non... di... nuovo- la mia voce era un sussurro.
In quel momento mi sembrò che la stanza girasse. Caddi in ginocchio.
Leonardo sospirò -Tenetela ferma.
Degli uomini mi presero braccia e gambe e mi tennero a terra. Io mi dimenavo ma non serviva a niente.
Il vetro si avvicina.
-Tappatele gli occhi- disse Leonardo.
Una mano mi coprì gli occhi. Poi sentii un dolore molto forte al collo.
Urlai finché non svenni.Non penso di riuscire a scrivere tutti i giorni, come ieri, troppi compiti e impegni. Quindi se non scrivo sapete il perché.
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Il Silenzio Dei Morti [Pausa]
FantasyCaterina è una ragazza di 13 anni, figlia di un lupo mannaro e un vampiro. Per questo possiede degli strani poteri ed è costretta a nascondersi insieme ai suoi genitori, a suo fratello e ad un'altra famiglia. Poi un giorno scoprono che i loro genito...