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Sono sopra un albero, in piedi su un ramo. Si vede tutto benissimo da qua su. C'è un'immensa distesa verde formata dalla foresta sottostante. Credo di essere sull'albero più alto, perché riesco a vedere tutti gli altri che sono più bassi di quello su cui sto io. Riesco anche a distinguere la sforna fra cielo e terra all'orizzonte. Il cielo chemi sovrasta è pieno di sfumature viola, arancioni e rosa, causate dal tramonto dinanzi a me. Sembra tutto così irreale. Mi sembra tutto finto, quasi come una scenografia di un film. Guardo giù e vedo solo fiamme, piano piano queste avvolgono tutta la foresta e salgono con molta lentezza sull'albero dove mi trovo. Mangiano la sua corteccia, la consumano lasciando solo cenere. Mi meraviglio di come l'albero ancora non sia caduto. Le fiamme sono arrivate proprio sotto il ramo dove sono io, si sta consumando anche questo. Questa è la fine mi dico. Il ramo si spezza e io cado giù. Sprofondo nell'aria, ma non sento l'urto con il terreno, ma bensì sento delle mani intorno al mio corpo. Apro gli occhi e.. sto volando. Il misterioso ragazzo alato mi sta trasportando con nel cielo. Voliamo nell'aria come uccelli, siamo trasportati dal vento. Mi giro per vedere la sua faccia, ma non riesco a vedere niente per via dei miei capelli che gli coprono la faccia. Maledetti capelli. Alla fine atterriamo su un prato pieno di margherite, mi fa stendere sul letto verde, mi lascia un bacio sulla fronte e vola via.

///DOPO UN MESE///

La mia sveglia suona. Suona ancora. Ancora. Ancora. Non smette. Okay basta, la spengo. Apro gli occhi ma non vedo niente. Sono sommersa dai miei capelli, fantastico. Non c'è modo migliore per cominciare la giornata. Quello di oggi è stato un bel sogno. In tutti i sogni che faccio c'è sempre qualcuno che corre in mio aiuto, me lo ricordo bene, ma non riesco mai a capire chi sia. Nei miei sogni so che cerco di guardarlo in faccia, ma appena lo faccio lui svanisce. Davvero non so che pensare. Mi vado a fare una doccia, e decido di farmi una coda perché davvero questi capelli sono inguardabili, sono un qualcosa di osceno. Solo che il problema è che non avendo i capelli molto lunghi ma più o meno sotto le spalle, ricci e gonfi la coda esce sempre orribile, perciò opto per uno schignon. Metto dei jeans neri e un maglione giallo ocra molto largo e le super star. Sono in orario perciò vado alla fermata a piedi. Quando arrivo Alice mi accoglie calorosamente avvertendomi che c'era il ragazzo che mi piaceva quest'estate.

-"Maryyy non sai chi c'è!!"-

-"Chi c'è, sentiamo?"-

-"David"-

-"Lo sai che non mi piace più"-

-"Mhh come vuoi tu"-

È stata solo una piccola cotta passeggera e adesso me ne sono già dimenticata. Il fatto che sia qui non mi fa ne caldo ne freddo. Di lui tutto è bello, ma ben presto scoprii che non era così: lui era molto arrogante. Credeva di essere chissà chi pavoneggiandosi di qua e di là. All'inizio credevo fosse davvero una specie di dio greco, ma ho cambiato totalmente idea. Mi saluta con un cenno del capo e io nemmeno ricambio. Arriva la corriera e salgo mostrando il mio biglietto. Sfortunatamente oggi è tutta piena, perciò mi tocca stare in piedi. Cerco di mettere le cuffie invano, infatti ad ogni frenata casco da una parte all'altra, fin quando una mano non si insinua fra l' ingorgo delle cuffiette e le snoda. Un po mi innervosisco perché potevo benissimo farlo da sola, ma quando alzo il capo rimango impalata quando noto che è Andrew. Un mio ex compagno di classe delle medie che non avrei mai voluto rivedere.

-"ehi ciao"- non gli rispondo.

-"non rispondi?"- ancora non mi azzardo ad aprire bocca.

-"non dire che ce l'hai ancora per quella faccenda delle medie"- non gli rispondo. Non gli rispondo. Non devo rispondere.

-"Si, è con questo?"- maledetta boccaccia.

-"Ah e cosi parli ancora, eh?"-

-"Ah e tu lo sai che sei rimasto sempre antipatico, eh?"- mi fa innervosire.

-"Certo che lo so"- non rispondo più. Non mi va di intraprendere una conversazione con lui, così metto le cuffi, alzo il volume al massimo e cerco di non sentirlo.

Lui mi sta dicendo qualcosa che non riesco a capire. Così mimo con le labbra che non sento facendo la finta faccia dispiaciuta, ma lui mi toglie una cuffia.

-"Mai sei disagiato o cosa? Stavo ascoltando la musica e ora sei pregato di darmi l'altra cuffietta."-

-"No"-

-"Muoviti che sono arrivata alla fermata e devo scendere"-

-"Per questa volta te la do, ma ti avviso che non la prossima non lo farò"-

-"stai tranquillissimo che non ci sarà una prossima volta"-

Cammino verso scuola, e quando arrivo non mi fermo nemmeno alla panchina, me ne vado dritta in classe. Ovviamente non c'è nessuno, così mi posiziono tipo lucertola al sole al termosifone. Amo il caldo e odio il freddo, perciò ora voglio approfittare di questo momento per stare al caldo. Purtroppo però questa piccola pace che si era creata dura per pochissimo tempo, infatti entrano tutti gli altri era di seguito la professoressa, ricordandoci che oggi facciamo il compito. Un bel tema. Sinceramente il compito di italiano è l'unico che mi piace fare, perché è un tema, posso scrivere, posso essere me stessa. Anche perché alla fine l'unica persona che lo leggera sarà la prof e del suo giudizio mi interessa solo il voto.
Questa volta ci dà solo una traccia:
Cos'è la vita per te? Descrivi i tuoi punti di vista e arricchisci il tema di considerazioni personali.
Bella. Mi piace davvero tanto. Comincio a scrivere a raffica, mi vengono mille idee. Prima mi faccio una sorta di scaletta con tutte le cose che ho scritto e poi comincio a scrivere. Parto dalla presupposto che la vita è un dono. Dio ci ha donato la vita. Lui è Colui che realizza e noi siamo il materiale. La vita è una sola, purtroppo quando nasciamo non ci danno in omaggio o in dotazione una seconda vita. Bisogna viverla per quello che è. Minuto per minuto, secondo per secondo. Vivendo tutto al momento. Nella vita bisogna avere un obiettivo da raggiungere, uno scopo. Io purtroppo ancora non ho trovato ciò che cerco, ma sento che ci sono vicina. Credo sia essenziale anche sognare. Se non si sogna in grande, la nostra vita sarà una vita vuota. Bisogna provare i sentimenti così per come sono, senza reprimerli, lasciandoli puri. Poi la vita è qualcosa di meraviglioso. Basti pensare ad un fiore. Appena ne vediamo uno diciamo sempre "che bello" "che bei colori" insomma tutti dei bei apprezzamenti, solo che poi quando è chiuso e aspetta il sorgere del sole per sbocciare non è più tanto bello. E la vita è così, finché non si trova il proprio equilibrio, o la giusta angolazione per vedere quanto bella sia, non riusciremo mai a viverla a pieno. Il panorama della vita è uguale per tutti, ci sono quelli che si siedono sulla ruota panoramica e lo osservano con calma, altri che preferiscono le montagne russe.

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