Non ci potevo credere di aver ritrovato Davis. Non so se essere contenta o meno. In fondo lui mi aveva pur sempre presa in giro davanti a tutti i miei compagni... non so che pensare. Ovviamente mi è mancato un po, perché eravamo molto amici e poi è finito tutto per quello stupido trasferimento. Magari io gli piacevo veramente, come ha detto lui, e anche se eravamo piccoli, avremmo potuto stare insieme.
-"a che pensi?"-
-"niente.."-
-"non puoi non pensare a qualcosa dopo tutto quello che sta succedendo"-
-"ok.. sono un po scossa dal tuo arrivo perché non me lo sarei mai aspettata, e per di più rimarrai anche qui. Poi non so se crederti o meno, e per la testa ho anche altre cose...un casino più o meno"-
-"tu mi devi credere, è la verità. Comunque tralasciando la mia parte, cosa intendi per altre cose?"- la mia mente mi da subito la risposta, automaticamente. Josh. È sempre nei miei pensieri. Poi ci sono anche i miei strani sogni.. solo che non so se parlagliene o no, non so se posso fidarmi di lui.
-"sono fatti miei"-
-"o ma dai!! Non puoi non dirmelo, siamo ancora amici"-
-"questo non l'ha detto nessuno, e poi non so se posso fidarmi di te"-
-"hai la mia parola, e te lo posso anche provare"-
-"fallo"-
-"so più cose di te che tu nemmeno immagini, e poi se non sbaglio eri tu la ragazzina che era caduta nel fango dei maiali alla gita e che guarda caso nessuno era venuto a saperlo. Io ero lì con te e non l'ho detto a nessuno"-
-"ok va bene"-
-"hai detto va bene? Non ti credevo così facile da convincere"-
-"l'ho fatto solo perché ho bisogno di parlare con qualcuno"-
-"ah e così mi usi"-
-"sinceramente? Si."-
-"come sei carina con me, cara"-
-"lo so, caro"-
-"Vabe dai comincia"-
-"ho conosciuto un ragazzo"-
-"ah..ok"- lo dice,quasi in modo..sconsolato.
-"e quel verso?"-
-"non credevo che mi avresti dimenticato così presto"-
-"Certo che sei egocentrico"-
-"mi offendi così!"-
-"allora continuerò a farlo"-
-"facciamo i seri, per favore. Dicevamo, questo ragazzo?"-
-"è un pó strano il nostro rapporto, è cominciato tutto perché io non volevo che mettesse piede nella mia stanza"-
-"ci vai ancora?"-
-"certo!"-
-"wow, credevo fosse solo uno stupido gioco"-
-"uno stupido gioco che poi è diventato qualcosa di più, per me è molto importante"-
-"un giorno me lo farai vedere?"-
-"non lo so, non ci è mai entrato nessuno, ma visto che l'avevo scoperto insieme a te, potrei pensarci"-
-"ok, grazie"-
-"tu che ringrazi?"-
-"in questo caso si. È un onore essere preso in considerazione da Mary Seilchild per entrare per la seconda volta nella sua stanza, la prima volta eravamo bambini, ma ora sei cambiata e sono certo che come sei cambiata tu lo è anche quella stanza"-
-"ti odio quando fai così, perché mi conosci meglio tu, più di quanto io conosca me stessa"-
-"abituati piccola Mar, perché mi sentirai parlare per parecchio altro tempo"-
-"non mi chiamavi così da un sacco di tempo, Davvi!"-
-"ti prego non chiamarmi così, mi fai sembrare piccolo e tenero quando sono tutto il contrario"-
-"ovviamente.."-
-"ma hai visto come sono diventato? Sono un figo da paura!"-
-"poco modesto il ragazzo"-
-"lo so, lo so"- continuiamo la nostra conversazione per un po di tempo, quando ad un tratto bussano alla porta
-"avanti"-
-"Davis i tuoi genitori ti stanno aspettando,dovete andare a casa di tua zia"- é mia madre.
-"scendo subito"-
-"va bene"- detto questo lei esce dalla stanza.
Davis si avvicina a me lentamente, e io lo guardo interrogativa in cerca di una risposta. Quando mi è abbastanza vicino mi abbraccia fortissimo e mi sussurra:
-"mi sei mancata, piccola Mar"- mi da un bacio sulla guancia e si avvia verso la porta.
-"quindi rimani...per sempre?"-
-"si"-
Sorrido come non ho mai fatto è gli rispondo:
-"perfetto, ci vediamo domani pomeriggio allora"-
-"perché?"-
-"hai già abbandonato l'idea di andare a vedere la mia stanza?"-
-"ci sarò"-
-"perfetto"-
Non mi aspettavo che mi sarei sentita così, ma finalmente provo un po di felicità. Quella vera, che non provo da parecchio tempo. Sono davvero molto contenta, ho ritrovato il mio vecchio amico. Capisco che lui tiene a me come io a lui da come mi parla. È come se non ci fossimo mai separati. Dopo questa conversazione ho capito che mi posso fidare di lui proprio come un tempo. E poi ho deciso di dargli un'altra possibilità, alla fine può essere che era andata come diceva lui. Ma se succederà qualcosa che mi potrà far dubitare della sua fiducia io non gli dirò mai più niente. Non posso e poi so già che non ce la farei. Sono le 18:45. Per domani ho qualche esercizio di matematica. Li faccio in una mezz'oretta e intorno alle 19:15 ho finito. Oggi devo andare a danza alle 20:00, così comincio a sistemarmi.
Arrivata a danza, corro in sala perché ho fatto un po di ritardo. Entro giusto in tempo per l'inizio del primo esercizio. Oggi facciamo lezione di moderno e poi coreografia. La diagonale di oggi è molto bella. Sento che l'ho fatta mia in poco tempo. Mi piace davvero tanto, riesco a immedesimarmi nel pezzo, nella musica. Il mio corpo e la musica sono in sintonia, quasi una cosa sola. Quando sono le 22:00 la lezione di oggi è finita. Arrivo a casa sfinita. Non mangio neanche qualcosa che mi faccio una doccia veloce e mi infilo nel mio letto. Chiudo gli occhi, ma li riapro subito dopo quando mi ricordo che Josh mi aspetta alla stazione. Non posso non andarci così, mi metto la prima cosa che mi capita, il giubotto ed esco di casa il più silenziosamente possibile. Mi metto praticamente a correre. Oggi avverto una fretta nel vederlo incredibile. Quando arrivo però non c'è. Mi siedo sul cornicione dei binari e non faccio niente. O meglio fisicamente non faccio niente ma dentro, sono una macchina in azione. Insomma è lui che ha deciso di fare quel patto io lo rispetto, ma se lui non viene non se ne fa niente. Ad un tratto però, delle mani si poggiano sulle mie spalle. Impaurita mi irrigidisco. La persona dietro di me se ne accorge e per farmi rilassare (presumo), comincia a fare delle carezze sulle mie spalle. Mi sono rilassata istantaneamente, mi ero abbandonata a quelle mani. L'unica persona che conosco e conosce questo posto è Josh. Dev'essere lui. Per forza. Le mani smettono di accarezzarmi, e la persona dietro di me si siede alle mie spalle in modo che potessimo stare spalla contro spalla. C'era silenzio. Era diverso dal solito. Era pieno di parole non dette, di emozioni, di respiri mozzati, che galleggiavano nell'aria, invisibili, come bollicine.
-"Josh? Sei tu?"-
-"sono io"-

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Like An Angel
Novela JuvenilLa vita a volte riserva molte sorprese. Anche se tutto va storto ci sarà sempre quella luce che ci salverà da tutto. Ci sarà sempre quel qualcosa per cui lottare. La cosiddetta ragione di vita, è quella che ci spinge a vivere, ad andare avanti. Mary...