Capitolo 11.

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Chiusi la porta della stanza con delicatezza. Sospirai, socchiudendo gli occhi e appoggiando la fronte al legno scuro con leggerezza. Le mie labbra si incurvarono lentamente in un sorriso di felicità. Ce l'avevo fatta!
Mi ero appena esibita davanti a quei ragazzi! Mi ero appena esibita davanti ai One Direction! Ed era andata veramente alla grande! Addirittura meglio della prima audizione che avevo fatto! E la cosa strana stava proprio nel fatto che loro non mi avevano affatto intimidita. Anzi, esibirmi per loro era stato piuttosto piacevole. Una cosa che avrei senz'altro fatto volentieri di nuovo.
I loro sorrisi sinceri e i loro sguardi di approvazione mi avevano indotto a pensare che fossero piuttosto soddisfatti di come avevo cantato. Ero piuttosto fiduciosa sull'esito, ma non mi sentivo sicura al cento per cento. Effettivamente ero andata bene ma non mi avevano detto 'Sei dentro e vincerai sicuramente!' quindi non mi rilassai più di tanto.
"E allora? Com'è andata?" chiese qualcuno alle mie spalle con impazienza e curiosità. Amelia.
Mi voltai lentamente, trattenendomi dall'esultare come un bambino all'interno di un negozio di giocattoli e dolci. Squadrai per bene Isobel ed Amelia, le quali mi osservavano con curiosità ed impazienza, in attesa che io rispondessi alla domanda che Amelia mi aveva posto. Risi debolmente ed annuii, iniziando a mordicchiare il mio labbro inferiore. Sperai che quel mio gesto facesse capire alle ragazze che era andata bene.
Le labbra della riccia si schiusero, facendo uscire un gridolino di approvazione che scatenò una risata generale. Entrambe mi saltarono letteralmente addosso e mi stritolarono in un abbraccio allegro e affettuoso. Nessuna delle tre riusciva a smettere di ridere. Ero felice. Ed evidentemente loro lo erano per me.
"Credevo che ti avrebbero spolpata viva come hanno fatto con le altre ragazze!" disse la riccia, sciogliendo l'abbraccio tremendamente soffocante, ma dolce che avevamo creato.
Misi delle ciocche di capelli dietro le orecchie e sistemai la maglietta, che si era leggermente sollevata. Sorrisi, scuotendo debolmente la testa.
Sinceramente non riuscivo a capire come facessero le altre concorrenti a piangere una volta uscite da quella stanza! Quei ragazzi erano veramente dolcissimi! Che motivo avevano le altre ragazze di piangere?
"Sono stati veramente molto carini! Ve lo assicuro!" le rassicurai, sorridendo debolmente.
Amelia spalancò letteralmente la bocca, mimando con le labbra 'wow, da non crederci'. Isobel mi guardò leggermente confusa, poi scosse debolmente la testa. Evidentemente non riuscivano a credere alle mie parole. Ed io non riuscivo a credere al fatto che quei ragazzi fossero gli idioti dannatamente crudeli e montati che descrivevano loro. Possibile che avessimo due opinioni così tanto diverse sulle stesse persone? Era piuttosto strano!
"Anche il riccio bastardo è stato carino?" chiese Isobel, curiosa.
Inarcai le sopracciglia, mentre tentavo di cercare una risposta alla sua domanda. Com'era stato il riccio nei miei confronti? Provai a tornare indietro di qualche minuto. Nella stanza c'era il ragazzo biondo, Niall. Quello moro con l'altissima cresta, Zayn. Il castano con gli occhi azzurri, Louis. E il castano con gli occhi nocciola, Liam. Mancava una persona all'appello! Mancava proprio il riccio di cui parlava lei!
Scossi debolmente la testa, mentre osservavo il vuoto pensierosa.
"Il riccio non c'era..." mormorai più a me stessa che a loro.
Un ghignò risuonò nell'aria circostante. Sollevai lo sguardo e vidi Amelia che cercava di trattenersi dal ridere come una pazza. Avevo detto qualcosa di divertente? Non mi sembrava in realtà.
"C'era da aspettarselo da quel coglione!" ridacchiò la bionda, dando delle piccole gomitate all'amica accanto a lei.
"Già... quell'idiota non rispetta mai i suoi impegni." rise debolmente la riccia.
Capii subito di chi stavano parlando. Harry. Stavano commentando il fatto che non fosse stato presente alla mia audizione.
"Magari si è sentito male... o forse ha avuto un impegno improvviso..." sussurrai, tentando di difenderlo.
Le due scoppiarono a ridere ancora più forte. Il suono delle loro voci era così forte che si poteva quasi sicuramente sentire anche a distanza di un kilometro!
La loro reazione esagerata era l'inconfondibile segno che non la pensassero come me su quel ragazzo, ma nessuna delle tre lo conosceva davvero in fin dei conti. Le nostre erano solo impressioni: avrebbero potuto avere ragione loro, come avrei potuto benissimo avere ragione io. Non potevamo sapere la verità su di lui.
Tuttavia non mi sembrava giusto che lo insultassero senza conoscerlo veramente. Non lo trovavo giusto.
Feci un colpetto di tosse finta per riprenderle. Le due smisero di ridere. Si stropicciarono entrambe gli occhi, che stavano leggermente lacrimando e si ricomposero.
"Insomma dolcezza, siamo contente per te ma ora dobbiamo andare alle prove del corpo di ballo! Ci vediamo domani, ok?" disse Amelia gentilmente.
Annuii, sorridendole. E in quell'esatto momento mi guardai intorno, rendendomi conto che Robyn non era con loro. Eppure aveva detto che mi avrebbe aspettata insieme alle ragazze! Dov'era finita?!
"Dov'è Robyn?" chiesi leggermente spazientita.
La riccia mugugnò qualcosa di incomprensibile, guardandosi intorno.
"Ha detto che non si sentiva tanto bene. E' tornata in albergo e ha detto che faresti meglio a prendere un taxi per tornare." disse Amelia, precedendo l'amica.
Annuii debolmente, anche se l'idea di prendere un taxi non mi andava particolarmente a genio
"Grazie ragazza, ci vediamo domani." salutai le ragazzo, sorridendo.
Mi incamminai per i corridoi degli studi alla ricerca dell'uscita, mentre pensavo al modo più carino per dire a Robyn che non era stato giusto mollarmi sola come un cane per tornare all'albergo. Poteva aver avuto tutte le scuse del mondo, ma si trattava di aspettarmi per altri dieci minuti! Non poteva aspettare?! Le costava troppo?! Sicuramente no!
La maledissi mentalmente per avermi lasciata sola! E mi maledissi mentalmente per non avere quella stupidissima patente, mentre continuavo a camminare per i corridoi con passo veloce e nervoso.
E un passo dopo l'altro mi resi conto di non avere la più pallida idea di dove andare! Mi fermai di colpo nel bel mezzo del corridoio e mi osservai attorno, realizzando che mi ero persa per gli studi.
E la cosa più strana e irritante era che quel giorno non c'era nessuno in giro. Nemmeno un'anima viva! Probabilmente era la mia solita fortuna! Una cosa era certa: non potevo continuare a vagare come un'anima in pena.
In quel momento mi passò per la testa l'idea di chiamare Isobel per chiederle rapidamente in che direzione dovevo andare per poter uscire. Sfilai velocemente il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni e composi il numero di Isobel. Portai il cellulare all'orecchio ed iniziai ad aspettare che la riccia mi rispondesse. Cosa che non fece.
"Cazzo! Rispondi, porca miseria!" imprecai, iniziando a passeggiare per il corridoio con l'oggetto all'orecchio.
E proprio in quel momento sbattei contro qualcuno. Il cellulare cadde per terra, spegnendosi di colpo. Spalancai letteralmente gli occhi nel vedere l'oggetto distrutto per terra, ignorando totalmente chiunque ci fosse di fronte a me. Mi morsi la lingua per evitare di gridare cose poco pulite. Possibile che capitassero tutte a me?!
Mi chinai per raccogliere il mio telefono da terra, ma prima che potessi farlo qualcuno ci mise un piede sopra, per impedirmi di raccoglierlo. Riconobbi immediatamente lo stivale nero. Quel tacco era inconfondibile. Lauren.
Mi sollevai velocemente, portandomi la mano sulla nuca e abbassando lo sguardo. Quella ragazza mi intimidiva terribilmente per chissà quale ragione. E il fatto che non ci fossero né Isobel né Amelia con me non faceva altro che innervosirmi ancora di più di quanto non lo fossi già!
"Guarda un po' chi c'è!" ridacchiò la mora.
Iniziai a tremare sentendo le sue parole. Stava già iniziando a deridermi! Mi avrebbe senz'altro umiliata!
Con chissà quale coraggio sollevai lo sguardo. Mi ritrovai faccia a faccia con l'odioso sorriso della mora, che in quella occasione non era sola. Proprio alle sue spalle c'era una ragazza bassina e piuttosto magra dai lunghi capelli castani. Gli occhi erano piccoli e le iridi marroni. L'abbigliamento era simile a quello di Lauren, con l'unica differenza che la ragazza non era truccata così esageratamente. Aveva la sua stessa espressione odiosa.
"Lilith, ti presento la sfigata di cui ti parlavo." ridacchiò Lauren, rivolgendosi all'amica.
Lilith mi squadrò per bene. Rise in modo odioso così come l'amica. Sentii le mie guancie andare letteralmente a fuoco, mentre le due mi guardavano, lasciando intendere la loro superiorità.
"Avevi ragione amica mia, è una sfigata di prim'ordine!" rise.
Entrambe scoppiarono in un odiosa risata, facendomi sentire un vero e proprio scarafaggio ai loro occhi. Uno scarafaggio che avrebbero senz'altro schiacciato se fossi rimasta in loro presenza altri due minuti. Dovevo andarmene immediatamente! Mi chinai velocemente per prendere il cellulare, cercando di ignorarle, ma ancora una volta Lauren fu più svelta e poggiò lo stivale su di esso.
"Quanta fretta che hai Elizabeth. Che c'è? Devi andare a chiamare Isobel ed Amelia per farti difendere? Non puoi farlo da sola?" ridacchiò ancora una volta.
"Oh! Stai attenta Lauren, se fai ancora pressione rischi di romperle il cellulare!" disse, facendo la finta preoccupata.
"Dici, cara? Forse posso romperlo dato che la nostra sfigatella non parla. Che c'è Elizabeth? Hai perso la lingua?" ridacchiò.
Entrambe scoppiarono a ridere ancora una volta. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, mentre si appannavano velocemente, ma cercai di trattenermi da piangere mordendomi il labbro inferiore. Non dovevo piangere! Non dovevo farle vedere che bastava poco per intimidirmi! Per mettermi a disagio! Non dovevo farmi vedere debole! E allo stesso tempo non potevo far altro che abbassare la testa e subire i suoi insulti.
"Non credo che abbia perso la lingua, dato che un quarto d'ora fa ha fatto un audizione impeccabile." risuonò una voce alle mie spalle, mentre una mano si posava dolcemente sulla mia spalla.
Mi voltai confusa e allo stesso tempo grata a chiunque fosse intervenuto. Mi apparvero davanti due ragazzi ormai a me noti. Liam Payne e Zayn Malik. Sorrisi ad entrambi debolmente, mentre Liam mi faceva l'occhiolino.
"Perché non levi quella zampogna dal suo telefonino e non glielo restituisci, gallina?" chiese il moro a Lauren con molta gentilezza.
Sia io che Liam ci lasciammo scappare una piccola risata alle parole di Zayn, mentre la mora divenne rossa peperone. Levò la scarpa dal mio cellulare e lo raccolse da terra, porgendomelo un secondo più tardi. Lo afferrai velocemente e le sorrisi, senza però ringraziarla. La mora incrociò le braccia al petto.
"Che c'è Malik? Quando non c'è Harry mi tratti come una puttana? Non vogliamo che lui lo scopra, non è così?" sibilò Lauren al ragazzo accanto a me.
Lo stava minacciando! Lo aveva indirettamente minacciato di dire quello che era successo e che cosa le aveva detto al suo fidanzato! Ma chi si credeva di essere?!
Mi voltai rapidamente verso Zayn, che al posto di essere preoccupato come mi aspettavo, era tranquillo e sorridente. Non aveva per niente paura delle minacce di Lauren. Anzi, sembravano divertirlo.
"Senti Lauren, io non ti tratto da puttana! Tu sei una puttana! Puoi dire a Harry quel cazzo che ti pare, me ne sto fottendo altamente! Quello che mi interessa veramente è che tu sparisca dalla mia visuale entro cinque secondi! E che tu la smetta di infastidire la gente!" sibilò il moro.
Lauren non aggiunse nulla. Si tappo la bocca e si incamminò con la sua amica, sparendo dall'altra parte del corridoio e lasciandomi da sola con i due ragazzi.
Dire che gli ero semplicemente grata era poco! Non gli avevo chiesto di intervenire, lo avevano fatto e basta. Di loro spontanea volontà. Anche se per loro ero soltanto una sconosciuta! Quelli erano i ragazzi che definivano egoisti? Qualcuno aveva senz'altro sbagliato a giudicarli! Erano la dolcezza fatta persona!
"Grazie ragazzi.... Vi devo un favore." balbettai.
Il moro mi sollevò il viso velocemente e mi sorrise, facendomi l'occhiolino. Mi porse la mano e con un cenno mi indicò il cellulare che avevo in mano. Glielo porsi senza pensarci troppo su anche se non sapevo che cosa volesse farci.
"Vedo se gli ha fatto danni irreparabili. Caso mai te lo faccio ricomprare nuovo da quella stronza!" ammiccò il moro, rigirandosi l'oggetto tra le mani.
Scossi velocemente la testa e risi.
"Non c'è bisogno! Sei gentile ma non importa, era vecchio!" mi affrettai a dire.
"Stai tranquilla e lascialo fare. Piuttosto, che ci fai in giro per i corridoi? Se qualcuno ti avesse vista in giro in questa zona avresti passato dei brutti guai, signorina!" mi riprese Liam con il suo solito tono estremamente dolce. Non sembrava nemmeno un rimprovero!
"Beh in realtà mi sono persa per i corridoi mentre cercavo la strada per l'uscita. L'edificio è grande e non ho la più pallida idea di come muovermi." dissi imbarazzata, iniziando a giocare con le mie dita.
I due risero all'unisono. E come potevo impedirgli di farlo? Era un'idiota di prima categoria! Quale altro scemo si perderebbe dentro un edificio che ha visitato già parecchie volte?
"Tranquilla, Harry si perde sempre e ci è venuto molte più volte di te!" rise Zayn, continuando a controllare il mio cellulare.
La mia autostima si salì in un istante grazie a quell'affermazione. Non sapevo che tipo di ragazzo fosse Harry, ma sapere che si perdeva esattamente come me mi consolava.
"Ti aiutiamo noi a trovare l'uscita." ammiccò Liam.
Risi ancora una volta ed annuii. Un attimo dopo ci incamminammo tutti e tre per i corridoi degli studi, chiacchierando del più e del meno durante la strada. Erano simpatici. Di una piacevole compagnia. E la parte più bella era che potevo dire ad Isobel e Amelia che erano simpatici senza dubbi dato che li avevo conosciuti!
Tuttavia la camminata mi stancò lentamente. Ed un passo dopo l'altro mi ritrovai a camminare alle loro spalle con lo sguardo basso, cercando di non ansimare per non mostrargli che ero stanca. Avrebbero potuto pensare male! Avrebbero potuto pensare che soffrissi di qualche strana malattia! E non volevo che quest'idea balenasse nelle loro teste!
Perché ero così fisicamente debole?! Perché anche le cose più semplici mi risultavano complicate?! Che cosa c'era che non andava in me e nel modo in cui mi comportavo?! Mi sentivo un'idiota! Un'idiota che aveva costantemente bisogno della sorella per fare qualsiasi cosa ed andare in qualsiasi posto! Avrei dato qualsiasi cosa per essere un pò più autonomia!
"Elizabeth, ti senti bene?" sentii dire alla voce di Liam.
Sollevai di scatto lo sguardo e spalancai gli occhi, osservando l'alto ragazzo che avevo di fronte. Sorrisi debolmente ed annuii, anche se ebbi come la sensazione che non mi avesse affatto creduta. E la conferma della mia ipotesi non tardò ad arrivare.
"Zayn, dov'è la sala relax più vicina? Liz non si sente bene." disse Liam all'amico, che era ancora intento ad aggiustare il mio cellulare.
Il moro si voltò a guardarmi. E dopo avermi squadrata per bene ci fece un cenno e ci condusse in una stanza non distante dalla posizione in cui eravamo. Liam mi aprì gentilmente la porta, permettendomi di entrare.
Si trattava di un grande salotto. Le pareti della stanza erano rosse e come pavimento c'era una moquette leggermente più scura rispetto al colore delle pareti. C'erano un paio di grandi divani bordeaux. Un televisore fornito di DVD e console per i videogiochi varie. Un tavolino pieno di riviste di ogni genere. E addirittura un frigorifero sicuramente fornitissimo di roba da mangiare!
Zayn schizzò direttamente verso il frigorifero, abbandonando il mio cellulare nel tavolino di fronte al divano. Liam, invece, mi fece accomodare e si sedette accanto a me.
"Scommetto che stamattina ti sei dimenticata di mangiare come al tuo solito!" ridacchiò Zayn, che in quel momento estrasse dal frigo un panino avvolto nella carta stagnola.
Elaborai per bene le sue parole. Come faceva a sapere che dimenticarmi di mangiare la mattina era una mia cattivissima abitudine? Magari era una cosa che accomunava molte persone. Magari era solo una coincidenza il fatto che sapesse che non avevo mangiato nulla quella mattina.
"Pollo ed insalata, il tuo preferito." continuò sorridente, porgendomi il panino.
E ancora una volta non riuscivo a credere alle mie orecchie! Come faceva a sapere che era il tipo di panino che preferivo? Chi glielo aveva detto? Non ricordavo che fosse un quesito nella domanda di ammissione del programma.
Si udì un colpetto di tosse finta. Mi voltai di scatto e vidi Liam che indirizzava delle occhiatacce all'amico. La mia confusione mentale aumentò, mentre mi rigiravo il cibo, ancora avvolto nella sua carta, tra le mani.
"Insomma volevo dire che di solito è quello che piace a tutti quindi suppongo anche a te!" balbetto Zayn, correggendo la precedente affermazione.
Annuii e sorrisi, mimando a Zayn un grazie con le labbra. Lui rise e riprese in mano il mio cellulare, ricominciando a fare su di esso strane operazioni.
"Posso farvi una domanda?" chiesi timidamente.
"Certo che puoi!" si affrettò a rispondere Liam, sorridendomi.
Sorrisi. Mi piaceva vedere dei ragazzi così disponibili e dolci nei miei confronti. Non conoscevo molta gente con quello che mi era successo e stringere dei legami con persone nuove era uno dei miei obbiettivi per voltare pagina. Magari sarei potuta diventare una loro amica.
"Perché la gente vi definisce degli egoisti? Insomma alcune persone vi descrivono come degli idioti montati, ma non mi sembra che lo siate." chiesi senza malizia.
Iniziai ad osservare Liam, sperando che la mia domanda non fosse fraintesa o che gli desse in qualche modo fastidio. Sorrideva. Schiuse le labbra per rispondermi, ma un attimo prima che lo potesse fare la porta della stanza venne sbattuta violentemente. Mi voltai di scatto per vedere chi fosse entrato.
"L'unico motivo per cui ci definiscono in questo modo è perché io mi comporto così. Fanno di tutta l'erba un fascio quindi pensano che anche i ragazzi siano così anche se alla fine la mela marcia sono io! Altri domande, ficcanaso?" mi disse bruscamente un riccio piuttosto infastidito. Il famoso Harry.
Abbassai leggermente lo sguardo sentendo la sua risposta. La mia domanda gli aveva dato evidentemente fastidio, ma l'avevo fatta senza malizia. La mia era solo curiosità.
"Harry, non ha chiesto niente di male! Si può sapere che cosa ti prende?" lo riprese Liam piuttosto sorpreso dalla sua risposta.
"A me? Assolutamente niente! Ora si può sapere che cosa ci fa una sconosciuta con voi? Rimorchiate in coppia? Non siete entrambi fidanzati?" chiese retoricamente e in modo brusco a Liam e Zayn.
Spalancai gli occhi. Non mi sorprendeva che fosse il fidanzato di Lauren. Erano uguali come due gocce d'acqua!
Mi alzai di scatto dal divano. Raccolsi velocemente le mie cose. Sorrisi ai due ragazzi che mi avevano aiutata fino a quel momento.
"Grazie di tutto ma adesso è meglio che vada." Dissi semplicemente, continuando a sorridere.
"Liz, ti senti meglio? Non sai nemmeno da che parte uscire!" disse velocemente Zayn, rendendomi il cellulare.
"E' tutto apposto, troverò la strada da sola!" sussurrai a Zayn sorridendogli.
Il moro non mi ascoltò minimamente. Afferrò la sua giacca e se la infilò, poi mi fece un cenno. Evidentemente aveva intenzione di accompagnarmi fino all'uscita.
Gli ero veramente grata per ciò che stava facendo per me, ma non volevo che avesse problemi con il suo amico per me. Ma non aveva senso oppormi alla sua decisione. Non mi avrebbe di sicuro ascoltata.
Aprii la porta della stanza ed uscii con Zayn al seguito. Tuttavia il moro si fermò un secondo prima di chiudere definitivamente la porta.
"Puoi aspettare un secondo?" mi chiese gentilmente.
Annuii alla sua richiesta e lui socchiuse la porta della stanza, entrando dentro. Istintivamente mi piazzai dietro la porta e la aprii quanto bastava per vedere che cosa dovesse fare. La mia curiosità era a dir poco incontenibile in quel momento!
Zayn si avvicinò all'amico riccio e lo guardò arrabbiato per istanti interminabili. Un secondo più tardi gli diede un pugno nella guancia destra con tutta la forza che aveva in corpo, sibilandogli qualcosa che riuscii a sentire per metà.
"...se ci riprovi giuro che ti spezzo le gambe!" gli aveva detto, non ero riuscita a sentire altro.
Il moro mi raggiunse velocemente. Chiuse la porta della stanza e mi fece un cenno, iniziando a camminare. Lo seguii senza dire una parola pensando a ciò che avevo appena visto.
In quel momento capii perché Isobel e Amelia definivano Harry un bastardo. E non potevo dare torto alle ragazze.

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