18. Charlotte

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È tardi e io non vedo l'ora di andare a dormire. Devo recuperare molte ore di sonno ma questa sera ho promesso ad Andreas si stare un po' con lui e a ricordarmelo è proprio un suo messaggio:

"I ragazzi escono verso le 20.00"

"Sarò lì per le 20.15"
Rispondo io.

- Esci con noi e gli altri ragazzi questa sera?- mi chiede Chiara.
- No, sono troppo stanca. Sarà per un'altra volta- dico stendendomi sul letto.
- Anche Andreas è troppo stanco?- chiede Elodie dal bagno.
- Cosa c'entra Andreas?- le dico infastidita.
- Ah non lo so, visto che anche lui non vuole uscire, pensavo che ne sapessi qualcosa- conclude lei.
- Senti Elodie, non so cosa ti passi per la testa ma se devi fare queste insinuazioni preferirei che te le tenessi per te- rispondo acida.

Forse sono stata crudele nel risponderle con quel tono, ma sono stanca di queste insinuazioni.

Le ragazze si preparano senza dire una parola e mi salutano prima di uscire.
Finalmente un po' da sola.
Guardo il telefono e mi accorgo che sono le 20.15.
Mi preparo in fretta e furia: lascio i capelli sciolti, mi aggiusto il trucco, mi metto una canotta bianca con un cardigan dello stesso colore e un paio di jeans chiari. Calzo le converse bianche, predo il telefono e le chiavi della stanza e mi dirigo verso quella di Andreas.
Sento delle voci in corridoio e contemporaneamente mi arriva un messaggio:

"Aspetta 2 minuti che Alessio si è dimenticato il telefono"

Mi nascondo fra un corridoio e l'altro per non farmi vedere. Gabriele si accorge della mia presenza e mi guarda perplesso. Che faccio?
Prendo il telefono e lo accosto all'orecchio facendo finta di parlare con qualcuno.
Gabriele sembra crederci e mi saluta sorridente con un cenno della mano. Ricambio il saluto e comincio a passeggiare per i corridoi immergendomi nella mia "telefonata".
Finalmente i ragazzi se ne vanno e sento vibrare il mio telefono.

"Via libera"

Leggo il messaggio e vado a bussare alla porta controllando che non ci sia nessuno.
Andreas apre la porta con un grande sorriso: ha una canotta larga, un paio di jeans stretti e i capelli disordinati.
È bellissimo.
Mi trascina a se e chiude la porta alle nostre spalle.
Mi bacia con passione e mi porta all'interno della stanza.
- Avevi proprio voglia di vedermi eh- gli dico staccandomi da lui.
- Non puoi capire quanta- ammette sorridendo.

Il suo sorriso mi uccide. È troppo bello, troppo sexy, troppo affascinante, è troppo.

Si scosta da me e va a chiudere la porta a chiave.
- Non pensi sia esagerato chiudere la porta a chiave?- chiedo.
- Lo faccio per sicurezza- mi risponde.

Ci rimango un po' male. Non amo nascondermi e non amo nemmeno il fatto che lui abbia così tanto timore di farsi vedere con me.

- Perché quella faccia?- mi chiede poi perplesso.
- Nulla.- mento- Allora, che si fa?- chiedo accomodandomi sul letto.
- Non lo so, tu cosa vuoi fare- mi risponde con un'altra domanda avvicinandosi al letto.
- Non puoi rispondermi con un'altra domanda- lo stuzzico.
- E perché no?- chiede a bassa voce posizionandosi sopra di me.
È impossibile resistere alla sua bellezza.
- Perché non è una vera risposta- dico sempre più a contatto con lui.
- Può darsi che tu abbia ragione- conclude poi baciandomi.
Quando sto con lui il mio corpo non risponde più a nessun comando, è come se perdessi il controllo.
Il bacio diventa sempre più passionale e il contatto fra i nostri corpi intensifica  la sensazione. Tiro leggermente i suoi capelli mentre lui comincia a lasciarmi umidi baci sul collo.

Dio mio come mi sento bene.

Le sue mani avanzano sulla mia vita e il mio corpo risponde ad ogni suo singolo gesto.

Niente sesso, mi ero ripromessa di non farlo per un certo periodo. Il suo profumo offusca la mia mente e i miei sensi e dire basta a queste sensazioni è come un sacrilegio.
Ma come faccio a fermarmi?

- Emh.. Vado a fumarmi una sigaretta- dico titubante staccandomi di poco da lui.
- E la sigaretta da dove la prendi visto che sei venuta qui senza il pacchetto?- chiede divertito mordendomi delicatamente il lobo dell'orecchio.
Ha ragione.
- Da te?- chiedo speranzosa.
- Il pacchetto è nella tasca posteriore di questi jeans, fai pure- dice sorridendo continuando a torturare piacevolmente il mio orecchio.

Lo fa apposta, sa anche lui che la mia forza di volontà svanisce al suo contatto.
Allungo le mani verso la sua tasca posteriore e con grande difficoltà estraggo il pacchetto. Non ho potuto fare a meno di toccare le sue "grazie" e ammetto che non mi è dispiaciuto affatto.
Prendo una sigaretta e lui me la porta via con la bocca, si alza, si mette la giacca ed esce sul balcone. Lo seguo prendendo un'altra sigaretta e prima di raggiungerlo controllo il mio aspetto.
Arrivo sul balcone e lui mi passa l'accendino.
Mi guarda in silenzio con un'espressione compiaciuta.

- Perché mi guardi così?- chiedo curiosa.
Non dice nulla e continua a guardarmi indisturbato. Non lo capisco.
Finisce la sigaretta, mi dà un bacio sulla guancia e rientra nella stanza.
Sono perplessa e piacevolmente colpita da questo gesto.

Dopo aver fumato entro nella stanza e lo ritrovo steso sul letto a canticchiare.
- Senti che bella questa canzone- dice alzando il volume del telefono e facendomi segno di accomodarmi sul letto accanto a lui.
- La conosco- dico riconoscendo la canzone: "Hymn for the Weekend"  dei Coldplay e di Beyoncé.
A quanto pare abbiamo gli stessi gusti.

- Questa settimana devo fare un pezzo di Veronica dedicato a mio fratello- mi dice.
- Ti ho visto provarlo e lo fai benissimo- lo rassicuro appoggiando una mano sulla sua.
Sembra stranito da questo gesto tanto che esita a trattenere la mano.
Mi giro e lo guardo con perplessità ma bastano i suoi occhi a farmi capire il motivo di tale comportamento:
si ricorda di Francesca.

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