35. Charlotte

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Esco dalla sala due dopo un'intensa lezione di hip hop con il maestro Baldi e la stanchezza comincia a farsi sentire.
Le coreografie diventano sempre più faticose e il rischio di non riuscire ad impararle tutte si fa sempre più elevato. Sono nel corridoio per dirigermi nell'altra sala e casualità incontro proprio Andreas. Lui mi guarda fugacemente mentre io cerco di evitarlo.
È una strana situazione, c'è tensione, voglia di guardarsi ed anche imbarazzo.

Dopo quella sera non ci siamo più parlati, non abbiamo più chiarito.

Ma poi, cosa c'era da chiarire?

Io e lui dobbiamo stare alla larga, è la cosa migliore da fare.
Se avesse voluto fare qualcosa, l'avrebbe già fatto, giusto?

- Charlotte- dice improvvisamente Andreas schiarendosi la voce.

È poco dietro di me, evidentemente imbarazzato e preoccupato.

- Si, dimmi- rispondo con tono speranzoso anche se sono la prima a non sapere in cosa sperare.

- Ti è caduta questa- mi informa chinandosi a raccogliere la felpa per terra.
La prendo velocemente e lo sconforto nel mio viso è palese.
Cosa mi sarei dovuta aspettare? Va bene così. Mi ha raccolto la felpa, non avrebbe dovuto fare altro.

Dopo pochi secondi ci allontaniamo e rimango sola in mezzo al corridoio.
Avrei voluto saltargli in braccio, baciarlo, abbracciarlo e sentire il suo dolce profumo, invece sono rimasta immobile.

Caccio i pensieri dalla mente e vado a lezione da Kledi. Ultimamente sta diventando più gentile con me, non so cosa sia cambiato ma fortunatamente ho guadagnato punti con lui. Buon per me.
La lezione dura circa due ore e a conclusione di essa mi ritrovo sfinita sul pavimento.

- Sprizzi gioia da tutti i pori- dice Simone sdraiandosi accanto a me.
- Ultimamente le cose non sono andate nel verso giusto- lo informo.
- Con Andreas?- mi chiede.

Come fa a sapere di me ed Andreas? Qui dentro abbiamo cercato di non farci vedere molto insieme.

- Come fai a sapere di noi?- gli sussurro.
- Beh, negli ultimi giorni tu sei strana, lui è strano e il modo in cui vi guardate non passa di certo inosservato.. Insomma, facendo due più due si arriva ad una conclusione- mi informa.

Perché è così evidente?

- Sono accadute un po' di cose- gli racconto.
- Ti va se ne parliamo a cena? Ti passo a prendere all'albergo alle otto- mi chiede.

È praticamente un appuntamento? Siamo solo amici, niente pensieri strani.

- Va bene..- rispondo.
Lui mi saluta e se ne va.

Rimango ancora un po' sul gelido pavimento e solo successivamente decido di andare all'albergo.
Mi faccio una bella doccia cercando di schiarire un po' la mente.

Uscirò con Simone. Perché ha voluto vedermi a cena? Potevamo benissimo parlarne un'altra volta oppure lasciar perdere il discorso.
Forse mi sto facendo prendere troppo dall'ansia o forse sto andando incontro ad ulteriori complicazioni.
Mi preparo velocemente vestendomi il meno elegante possibile. Non è un appuntamento, è solo una cena fra amici.

- Con chi esci?- mi chiede curiosa Chiara.
- Con Simone- la informo preparando la borsa.
- Simone il professionista? Da quando in qua avete un appuntamento?- chiede perplessa.
- Non è un appuntamento. Io e lui siamo amici, nulla di più- dico.
- Ti credo, ma non so come la possa prendere Andreas. Se ti vede uscire con qualcun altro comincerà a dare di matto- mi informa leggermente preoccupata.
- Perché dovrebbe farlo?- chiedo curiosa.
- È geloso di qualsiasi essere umano si avvicini a te, figuriamoci di uno come Simone- conclude Chiara.

Non avrebbe motivo di esserlo.

Finisco di prepararmi ed esco dalla stanza. Stranamente l'ascensore è funzionante e decido così di utilizzarlo.
Salgo dentro di esso e premo il pulsante ma poco prima che le porte si chiudano, qualcuno entra nell'ascensore.

È Andreas.

Mi guarda con stupore anche se inizialmente rimane in silenzio.
C'è un'atmosfera particolare. Prima eravamo così complici, ora siamo impacciati l'uno con l'altra.

- Dove vai vestita così?- mi chiede irritato.
- Perché dovrei dirtelo?- controbatto aspettando che l'ascensore parta.
- Rispondi alla mia domanda- continua lui.
- Esco con delle amiche- mento.

Non avevo voglia di dirgli che sto uscendo con Simone. In realtà non stiamo facendo nulla di male, ma l'idea che lui possa fraintendere non mi entusiasma.

Andreas rimane nuovamente in silenzio aspettando che l'ascensore si fermi. Esco rapidamente e mi dirigo verso l'uscita dell'albergo lasciando indietro Andreas. Non mi va che mi veda con Simone.

Vedo la macchina di Simone in lontananza e frettolosamente ci entro dentro.

- Da dove proviene questa voglia di vedermi?- ironizza lui salutandomi.
- Dovevo seminare qualcuno- gli dico accomodandomi sul sedile.

Lui parte e dopo circa dieci minuti ci troviamo davanti ad un ristorante.
Scendiamo dall'auto e ci accomodiamo all'interno di esso.
- Non ti arrabbi se ordino anche per te, vero?- mi chiede.
- Figurati- rispondo sinceramente.

Noi due ad un tavolo, una cena in un ristorante, lui che ordina per me, tutto questo mi ricorda Andreas e la nostra cena, il nostro inizio.

- Perché hai voluto invitarmi a cena?- gli chiedo curiosa.
- Così potevamo parlare in modo più tranquillo- mi spiega.
Per fortuna non vedo malizia nei suoi occhi.

- Allora, cosa è successo con Andreas?- mi chiede.
- Da quando è tornata la sua ex le cose fra noi sono cambiate. Si sono amati a lungo ma lei lo ha lasciato per potersi godere la vita lontano da lui. Per un periodo pensavo che se la fosse dimenticata ma da quando si sono rincontrati non ne sono più così sicura. A quanto pare lui ha preferito ritornare con la sua ex..- gli racconto con l'amaro in bocca.
- Ne sei proprio così sicura?- chiede indicandomi con la testa qualcuno alle mie spalle.

Mi giro velocemente e rimango alquanto sorpresa, irritata, infastidita e piacevolmente colpita dalla presenza di Andreas seduto da solo ad un tavolo.

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