capitolo 3

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Arrivata l'ambulanza chiesi ai dottori se potevo accompagnare mia madre fino all'ospedale, loro annuirono e mi fecero entrare.

Quando la macchina fu messa in moto mi misi vicino a mia madre e, la osservai attentamente: la sua giacchetta bianca era bagnata di sudore, probabilmente stava già male da un bel po' di tempo; mentre il suo viso stremato era in parte coperto dai capelli. Li misi dietro l'orecchio,
ed iniziai ad accarezzarle la testa e, nel farlo mi accorsi che aveva una ferita non molto grande ma abbastanza profonda.

Arrivati in ospedale dovetti tornare a casa, perché non mi fecero entrare nel reparto dove la portarono, dicendomi che per ora doveva rimanere sotto controllo.

Dopo quel giorno non tornai più nell'ospedale, con la paura di rivedere mia madre in quello stato. Anche perché poco tempo dopo, mio padre, mi disse che la mamma doveva essere sottoposta ad un intervento e mi pregò di andare a trovarla, ma io con la scusa di dover recuperare alcuni voti non lo feci.

Fino a quando non arrivò il giorno prima dell'intervento e quindi dovevo per forza andare all'ospedale.

Mio padre quel giorno era occupato, quindi presi un treno, avevano trasferito mia madre qualche giorno prima dall'ospedale in provincia di Brescia (dove vivevo) a Milano per compiere l'operazione.

Durante il viaggio cercai tutta la forza per sorridere, ma fu tutto vano...

Appena entrata nella stanza dell'ospedale mamma dormiva, e vedendo quell'espressione sofferente per la prima volta sul suo viso, iniziai a piangere, liberando tutta quella ansia che mi tormentava da giorni.

"Perché? Perché sta succedendo tutto questo?" urlai dentro di me.
Mi misi a correre, senza riuscire a fermare il mio corpo che voleva solo scappare lontano da lì.

Non vedendo ciò che avevo davanti mi scontrai con un ragazzo.

"Scusa" sussurrai cercando di nascondere il mio volto.

Non mi disse niente, ma aveva capito come mi sentivo e lui si trovava nella stessa situazione.

Ci guardammo negli occhi per qualche secondo come per consolarci a vicenda, per poi andare in due direzioni opposte.

Il giorno dopo mia madre morì, non riuscendo a superare l'intervento per colpa di un blackout.

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