capitolo 12

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I nostri sguardi, sempre più vicini tra loro, mi fecero provare un brivido all'interno della pancia.
Non avevo paura, quella sensazione era qualcosa di diverso, insolito, che in quel momento non riuscivo a spiegare.

Le nostre labbra si sfiorarono ed, infine, Henry, mi baciò. Ed è proprio quel bacio che mi fece comprendere i miei sentimenti : io ero innamorata di Henry. Magari non erano sentimenti profondi, magari ero solo presa dal momento; ma avevo la sensazione di non voler lasciarlo più andare.

Non fu così, infatti dopo quel breve momento infinito, lui si allontanò sempre più. Vedevo il suo sguardo perplesso, quasi non sapesse dove poter scappare.

-"Non doveva andare così." Disse con un filo di voce tremante.
"Perché?" Pensavo "perché continui a scappare?" Pensai;
ma non dissi nulla, già la situazione non era una delle migliori.

Henry mi accompagnò fino a casa, con sottofondo un imbarazzante silenzio.
-"Ciao." Disse alla fine come se niente fosse.
Non gli risposi e aprii il cancello ignorandolo. Poi entrai nell'appartamento e mi distesi sul mio letto, ormai in lacrime.
"Può succedere tutto a me?", mi chiesi più volte ed, infine, mi addormentai. Gli incubi mi stavano aspettando.

La mattina dopo mi svegliai verso le 10:30, essendo domenica potevo dormire quanto volevo; ma soprattutto non ero obbligata ad incontrare nessuno. 

Mentre facevo colazione, mi arrivò una chiamata da mio padre.
-"Pronto?" dissi
-"Pronto." Rispose una voce sconosciuta.
-"Sono un conoscente di tuo padre, che adesso si trova all'ospedale. Ma non ti preoccupare non è nulla di grave."

Il mio battito accelerò tutto d'un tratto, la paura prese il controllo del mio corpo.
-"Sta bene?" Chiesi a bassa voce.
-"Sì, sì. È solo svenuto. Ci troviamo nell'ospedale vicino alla stazione, se vuoi puoi andarlo a trovare. Verrà dimesso fra due giorni."
-"Va bene." Lo salutai e spensi la chiamata.

Mi vestii di fretta e iniziai a correre verso l'ospedale.
Vicino all'edificio si percepiva un'atmosfera diversa, che non mi piaceva affatto.

Appena entrata chiesi indicazioni per trovare mio padre, per poi incamminarmi verso la stanza dove si trovava.

Trovai vicino alla porta il suo amico.
-"Come vedo hai fatto in fretta!" Esclamò.
-"Già.. posso entrare?" chiesi
-"Sì, ai parenti è permesso." Rispose.
Aprii piano la porta, e sentii l'ansia che si manifestava.

Mi ricordai di quella volta che vidi mia mamma: stanca e debole;
avevo paura di trovare mio padre nella stessa maniera.
Appena entrata, invece, vidi mio padre seduto nel letto.
-"Papà!!! Cosa fai? Ti devi riposare!" Esclamai e mi buttai tra le sue braccia.
-"Scusami per averti spaventata.."
-"Non pensarlo neanche, sono contenta che tu stia bene. Guarda invece cosa ti ho portato." Presi dalla mia borsa un contenitore con dentro dei muffin.
-"Li hai fatti tu?" Chiese mentre ne assaggiò uno.
-"Eh sì." risposi arrossendo, non ricordavo nemmeno l'ultima volta che  feci una cosa per mio padre.
-"È buonissimo! Grazie."
-"Prego. Allora io vado. Mi raccomando, riposati."
-"Certo, ci sentiamo."
Gli diedi un bacio nella guancia ed uscii dalla stanza.

Mentre scendevo per andare al primo piano, vidi un ragazzo che assomigliava ad Henry.
Velocizzai il passo e, dalle spalle, lo riconobbi. "Che faceva nell'ospedale?" Mi chiesi.

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ED ECCOMI DI NUOVO TORNATAAA! E  mi auguro tantissimo di non assentarmi più per così tanto tempo.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, baci.

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