Nono capitolo

1.2K 77 33
                                    

-Pace?-

Simon di tutta risposta mi abbracciò così forte che quasi non respiravo.

-Clary, non sai quanto mi dispiace, sono un cretino, un totale cretino-

Risi, sentendo che era ritornato il vecchio Simon e lo strinsi a mia volta
-Simon dispiace anche a me, non avrei mai voluto ferirti-

Incredibile come un abbraccio possa risollevarti così l'umore di un intera giornata, pensai mentre rientravamo nel cortile della scuola.

-Allora Clary oggi pomeriggio facciamo qualcosa? Mi sei mancata in questi giorni- mi chiese Simon.

-Certo basta che non sia una lettura di quelle poesie di Eric, ti prego?-

-No, assolutamente no- disse ridendo
-Andiamo a mangiare qualcosa fuori, magari puoi portare anche Jace e anche...ehm.. Magari anche Isabelle-

Lo guardai compiaciuta. Poi risi.

-Certo, oggi provo a convincer...- le parole mi morirono in gola. Jace stava entrando nella scuola e teneva un braccio intorno ad Aline. Mi fermai. Ero più stupita che gelosa. Davvero non pensavo che già si fosse trovato qualcuno per rimpiazzarmi.
Che stronzo.

Simon capì cosa stavo guardando e, vedendomi scossa, prese la situazione in mano.
-Che ne dici se oggi saltiamo la scuola? Possiamo fare un salto da starbucks, ho una maledetta voglia di frappuccino-

I miei occhi erano ancora incollati sul braccio di Jace quando Simon parlò. Non gli risposi ma mi girai e cominciai ad camminare dalla parte opposta. Simon mi seguì e per tutto il tragitto cercò di parlarmi ma io non capii niente. Ero ferita. Ero stata ferita da Jace, proprio come aveva previsto il mio migliore amico, però io non gli avevo dato ascolto.

-Ti ricordi quella volta che abbiamo saltato la scuola e tu...- stava dicendo Simon quando lo interruppi.

-Sai che c'è? Avevi ragione. Jace è uno stronzo. Avrei dovuto darti retta.-

-Mi dispiace davvero- disse lui sussurrando. Era davvero dispiaciuto.

-Non fa niente, davvero, è solo che non pensavo potesse essere così. Non lo credevo proprio quel tipo di ragazzo. Sembrava sincero, Simon. Sembrava davvero sincero quando ero con lui- dissi frustrata.

-Non ci pensare, Clary- mi consolò Simon mentre entravamo da starbucks.

-Tu cosa vuoi?- dissi io cambiando discorso

-Cosa?- rispose lui non capendo.

-Come lo prendi il frappuccino intendo?-

-Oh...- ci pensò un attimo -Con il caramello-

-Ok ci penso io, tu vai a prendere posto- dissi così e mi diressi verso la cassa più vicina.

JACE'S POV

Clary non era venuta a lezione e cominciai a preoccuparmi. Ma non potevo scriverle, non dopo quello che le avevo detto.

Intanto la professoressa di scrittura stava chiedendo alla classe come stessimo procedendo per il progetto.

Perché ero così preso da quella ragazza? All'inizio avevo flirtato solo per divertirmi un po' con lei. Ma quando ero con Clary sentivo di poter essere me stesso. Mi sentivo bene.
Forse avrei solamente dovuto lasciarla perdere per un po' e usare Aline per distrarmi.

-E lei signor Lightwood, come sta andando con la signorina Fray?-

-Molto bene- risposi fingendomi annoiato.

-E perché lei è assente?- continuò l'insegnante.

-Non saprei. Forse è malata-

CLARY'S POV

Mentre aspettavo il mio turno non riuscivo a smettere di pensare nemmeno un attimo a Jace. Possibile che quel ragazzo fosse capace di annebbiarmi il cervello. Cercai di togliermi quegli insopportabili pensieri dalla testa, ma invano.

Presi il mio ordine e andai verso i tavoli

Avanti Clary, smettila di pensare a lui. Vi siete baciati, e allora?

Un bacio non significava niente, soprattutto per alcune persone. E allora perché mi sentivo come un vuoto dentro. Come una profonda delusione dopo quello che avevo visto.

Evidentemente ero talmente presa da quei maledetti pensieri che non mi accorsi di star andando dritta contro un ragazzo che si era fermato davanti a me.
Per poco non gli rovesciai il mio frappuccino addosso che invece cadde a terra.

-Cazzo, scusami- mi disse il ragazzo girandosi e guardando prima me poi il frappuccino che aveva avuto un brutto destino.

Rimasi sorpresa dalla sua bellezza. Aveva la carnagione pallida, i capelli di un biondo chiarissimo, quasi bianco, gli occhi così scuri che le pupille sembravano fondersi nell'iride,    Lunghe ciglia e zigomi alti...
E io avrei fatto meglio a dire qualcosa anziché stare li a fissarlo come una stupida.

-No scusami tu. Ero distratta e non ho visto che ti eri fermato- era la cosa meno stupida che mi era venuta in mente.

-Figurati. Ti sei fatta male?-

-No, non preoccuparti- lo rassicurai
-però lo stesso non si può dire per quel frappuccino- dissi indicandolo.

Rise e mi aiutò a pulire quanto meglio potevamo il casino che avevo combinato, poi mi offrì di ripagarmelo ma io rifiutai gentilmente.

Cercai Simon con lo sguardo e quando lo vidi seduto poco lontano mi rivolsi al ragazzo di fronte a me.
-Grazie mille...ehm?-

-Sebastian, mi chiamo Sebastian- mi rivolse un sorriso.

-Allora... Ci si vede in giro Sebastian- dissi, non sapendo che dire, e ricambiai il sorriso.

City of an endless loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora