Decimo capitolo

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Il resto della giornata era trascorso tranquillamente dopo che io e Simon ci eravamo lasciati. Io avevo provato con tutta me stessa a non pensare a come si era comportato Jace. Il fatto era che la colpa era solo mia, sapevo che tipo era Jace ma comunque mi ero lasciata illudere da lui. Che lui ci sapesse fare con le ragazze era ormai chiaro, ed era forse questa l'unica ragione per cui ne ero stata attratta.

Tra questi pensieri intanto mia madre era tornata a casa, Luke non c'era.

-È meglio se Luke rimane ancora un po' con la sorella, non sembra che si stia riprendendo dalla malattia- aveva detto.
Mi dispiaceva così tanto, consideravo Amatis come una zia, avevo trascorso con lei qualche mese estivo prima che si ammalasse.

Verso sera Simon mi mandò un messaggio

Ti va di fare qualcosa stasera? Potremmo andare al cinema oppure andare alla lettura di poesie di Eric (so che ti piacciono tantissimo)

Risi per l'ultima parte e risposi:

Ma se invece andiamo a ballare da qualche parte?

Simon detestava ballare, e io lo sapevo bene, era sempre stato impacciato anche a ballare.
Alla fine accettò anche se sapevo che lo faceva controvoglia.

Come al solito fuori al Pandemonium Club la fila sembrava infinita. Simon odiava quel posto, si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Come negarlo? Con gli occhiali appollaiati sulla punta del naso e la vecchia maglietta con scritto MADE IN BROOKLYN sembrava più diretto ad un club di scacchi.
Mentre Simon ed io attendevamo il nostro turno, scorsi all'interno del locale il ragazzo che avevo conosciuto quella mattina allo Sturbucks, Sebastian aveva detto di chiamarsi, ma non ero sicura che fosse lui.

-Allora- disse Simon -la musica non è male, no?-
Dopo un quarto d'ora eravamo riusciti ad entrare e stavamo ballando, o almeno facevamo quello che passava per ballare, ondeggiamenti vari e casuali, senza esagerare con i movimenti, per evitare di colpire con un gomito un gruppo di ragazze strizzate in corpetti di metallo accanto a noi.
-Io- proseguì Simon -mi sto davvero divertendo-
Era del tutto improbabile, pensai senza rispondergli. Intanto cercavo con lo sguardo Sebastian, lo avevo intravisto di nuovo e questa volta ero sicura che fosse lui.

Fui distolta da una voce femminile

-Hey- era Isabelle -anche voi qui?-

La abbracciai sorpresa.

-Ciao Isabelle- rispose Simon con più imbarazzo di quanto ne dava a dimostrare. Ma i due subito si persero in una chiacchierata che non mi sforzai di ascoltare. La musica era altissima.

-Vado a prendere da bere, volete qualcosa?- dissi desiderando allontanarmi un attimo.
-Per me acqua- rispose Simon. Izzy soffocò una risatina poi, sentendosi in colpa, rispose -anche per me, grazie-

Mi feci piccola per riuscire ad attraversare la pista da ballo.

-Due bottigliette di acqua, per favore- dissi al ragazzo dietro al bancone. Lui mi guardò alzando un sopracciglio -Acqua?- ripeté.

-Avanti Tom, non comportarti male- disse una voce di fianco a me. Mi voltai, Sebastian mi stava sorridendo, era seduto su uno sgabello e aveva una gomito poggiato sul bancone. Sotto la luce blu del club i suoi zigomi alti sembravano ancora più spigolosi.

-Due volte in un giorno, devo essere fortunato- mi scappò un sorriso.

-Non così tanto come credi- risposi ridendo.

Continuammo a parlare per un po' mentre il barman mi passava le due bottigliette di acqua.
Stavo per salutarlo quando Sebastian mi prese il cellulare di mano è cominciò a scrivere qualcosa.

-Ti lascio il mio numero- annunciò -quando vuoi scrivimi che ti porto in un posto dove le persone sono più gentili- disse lanciando un'occhiata scherzosa verso Tom.

Non feci in tempo a rispondere che in quel periodo non ero proprio in vena di uscire con qualcuno, che lui già aveva preso a parlare con Tom. Ripresi il telefono dal bancone con la mano libera e mi addentrai di nuovo nella pista da ballo.

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