Prologo.
0.Trattenevo il respiro, mentre tutte quelle persone mi camminavano intorno prese dal loro viavai, mi stavo mordendo la lingua per non singhiozzare, mentre dall'altra parte del telefono era da un paio di secondi che non sentivo altro che il respiro regolare della mia amica che attendeva.
« Sentivo di conoscerlo capisci!?» feci una piccola pausa, la voce tremava, era veramente difficile esternare ogni cosa mentre aspettavo solo di portare a termine questa amara sconfitta e di tornare a casa. Mi fermai in un angolo del grande atrio tra l'uscita e i tabelloni.
«Credevo di conoscere i suoi sentimenti, di aver capito tutto e... » tirai su col naso abbassando il viso sul pavimento per non far notare le mie lacrime a tutti gli sconosciuti che mi circondavano in quell'affollato aeroporto.
« Adesso stai male per colpa sua » la voce della mia amica risultava acida dall'altra parte del telefono, come se volesse addossare tutta la colpa su di lui, ma sapevo che non era così.
«Non avrebbe fatto nulla per ferirmi, per una volta mi stavo illudendo di poter essere veramente alla sua altezza » la voce mi morii in gola, mentre un sorriso acido mi spuntò sul volto, rigato dalle lacrime salate. Un uomo mi venne sbadatamente contro con la spalla e a quel contatto rabbrividii; odiavo il contatto fisico, specialmente con gli estranei. Appoggiai la schiena al muro e scivolai lentamente a terra, mentre mi aspettavo conforto da una voce conosciuta e amica, ma sapevo che nulla mi avrebbe fatto sentire meglio.
«Tu sei alla sua altezza, stai solo cercando una scusa per giustificare il tuo ritorno a casa dopo tutti gli sforzi fatti» in quel momento mi sarei voluta trasformare in una macchina, smettere di essere una persona con sentimenti, sentivo come se ogni pezzo di me si fosse infranto cadendo a pezzi. Vorrei poter sopportare il peso dei miei problemi, forse in quel modo sarei perfetta per i suoi standard. Sopporterei tutto per lui, finchè non diventerà troppo, vorrei solo averglielo detto, ma ormai e tutto perduto e tutto finito.
« No; è stato tutto stravolto da una cosa così stupida » dissi esausta di piangere, di soffrire, di sentirmi uno straccio; alzai lo sguardo e notai che c'erano nuove informazioni sul mio volo, la cosa mi fece uno strano effetto, mi faceva malissimo il petto, come se una mano premesse contro di esso togliendomi il respiro.
« Credo tu non possa capire, mi ha fatta sentire pazza... come se fosse tutta colpa mia» passai una mano sul volto stremata dal mio essere, dalla stupidità dei miei comportamenti, mi sentivo infantile a piangere per un ragazzo e a trovarmi seduta sul pavimento dell'aeroporto di Heathrow senza capire cosa veramente volessi fare.
« fa veramente male » conclusi con un filo di voce, senza aggiungere altro staccai la telefonata stufa di cercare conforto dove non lo avrei trovato. Raccolsi da terra il mio borsone pieno di vestiti e speranze andate in fumo, mi diressi verso i tabelloni con il volto ancora segnato dalle lacrime che difficilmente sarebbero andate via. Era tutta colpa sua, ciò che stavo provando, il dolore, la mancanza e il cuore in frantumi, erano tutti il risultato di ciò che eravamo stati insieme.
E pensare che era iniziato tutto da un funerale!
Hola Girls
Questa é la mia nuovissima storia su Harry Styles; per adesso pubblico solo il prologo perché voglio aspettare prima di darvi il primo effettivo capitolo.
Spero vi piaccia, ci sto mettendo molto impegno a scriverla e spero che qualcuna di voi possa rivedersi nella protagonista!
Vi assicuro che questa storia sarà tutt'altro che tranquilla.
Un bacione e al prossimo capitolo.
STAI LEGGENDO
Certain Things || Harry Styles #Wattys2016
FanfictionSi dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo; è la prova che alcune volte sono le cose piccole a provocare le più grandi devastazioni.