Chapter Nineteen.
65
21 Aprile 2017
Harry
Da quando eravamo tornati da Capo verde tutto sembrava leggermente cambiato, le persone sembravano essere più interessate a ciò che succedeva fra me e Blue e non potevo dire di esserne contento; l'affluenza di persone al pub e nella sua via la costringevano spesso a prendere le sue pastiglie. Era tutta colpa di quella stupida foto, mi pentivo di averla postata, ma era anche inutile cancellarla, molto probabilmente ogni fan aveva una copia di quella foto sul proprio cellulare. Il freddo del pavimento su cui mi ero steso, iniziava a farsi più confortante, mentre la mia testa scoppiava di pensieri, le travi in legno sopra la mia testa sembravano volermi cadere addosso, mentre cercavo di capire come sarebbe andata avanti la mia vita.
Potevo considerarmi a un punto morto del mio essere, la mia pseudo relazione era traballante dopo quattro mesi, non ero pronto a tornare per il mondo, avevo vagabondato tanto nei continenti, ma ormai avevo trovato il mio luogo felice, quello che mi era difficile lasciare e in cui sarei voluto rimanere per sempre... Londra.
Ero assillato da una voce nella mia testa che mi suggeriva di mollare tutto e sparire, ma sapevo che sarebbe stata una soluzione temporanea e che dopo un mese avrei sentito la mancanza di tutto ciò a me più caro, non avrei mai potuto abbandonare i miei amici, tantomeno sarei sparito. I rumori della città attiravano la mia attenzione, mentre il pendolo del salotto continuava a ticchettare, sentivo il legno scricchiolare sotto il peso dei passi di Caitlin, il fruscio della tenda mossa dagli spifferi della finestra, il mio cuore battere e il mio respiro regolare. Raramente percepivo così tanti rumori, spesso non mi accorgevo che ogni cosa nel mondo faceva un tale chiasso da darti l'impressione che fosse tutto in silenzio. Portai le mani alle orecchie e mi rannicchiai su un fianco, sentendo il peso dei pensieri gravarmi sul petto, era tutto così confuso, così frustrante da sembrare strano e quasi ridicolo, come se quei pensieri fossero inutili e superflui.
«Harry stai bene?» chiese la voce preoccupata di Caitlin; sentii le sue mani posarsi sulla mia testa in segno di conforto, l'unica cosa a cui però riuscivo a pensare era il rumore dei suoi passi, la stoffa dei jeans che sfrega e il suo respiro irregolare e il pendolo. Tenni gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie, stava diventando tutto così difficile, mentre per una volta volevo solo godermi il momento.
«Ferma quel pendolo, mi sta facendo impazzire» mormorai con voce roca. Riaprii gli occhi e la vidi fermare con le dita il ticchettio del pendolo, era quasi un sollievo non sentirlo più; mi sentivo ridicolo mentre mi comportavo in quel modo, non l'avevo mai fatto davanti ad altre persone, ma da troppo tempo non avevo la mia solita privacy e solitudine.
«Qual è il problema questa volta? Hai bevuto o ci sono problemi?» chiese mettendosi seduta sul pavimento accanto a me, tolsi le mani dalle orecchie per potermi mettere anche io nella stessa posizione. Osservai ogni suo tratto che sembrava nuovo per i miei occhi; portava un capellino di lana rosso che le copriva il capo, la pelle era così bianca da sembrare una tela pronta per essere dipinta, le occhiaie si estendevano sotto i suoi bellissimi occhi azzurri che sottolineavano quanto in realtà ciò che si trovava dentro di lei era grave.
«Sembri più stanca e sei affaticata» le feci notare raccogliendo le ginocchia al petto, la ragazza abbassò la testa di botto, sbuffando come se avessi detto qualcosa di sbagliato.
«Harry ho il cancro è ovvio che stia così, non cercare di sviare il discorso ancora, rimandi questa discussione da giorni, tenerti le cose dentro non ti aiuta» analizzai ancora una volta i suoi movimenti rigidi, lo scricchiolio delle sue ossa e la sua voce così vellutata e mai mutata in tutto quel tempo, non volevo parlarle dei miei problemi, perché ne aveva già abbastanza.
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Certain Things || Harry Styles #Wattys2016
FanfictionSi dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo; è la prova che alcune volte sono le cose piccole a provocare le più grandi devastazioni.