Capitolo 10.

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C'è poca luce data da un solo lampione .
Mi siedo sulla gelida panchina difronte a me, le altre sono vuote , come l'intero parco.
Riapro il diario per iniziare a scrivere, solo guardando il cielo avrei potuto scrivere di esso.
Alzo il viso e il buio mi copre gli occhi, sono poche le stelle che luccicano.
Metto la penna sul foglio e inizio.

"Sono qui, con il viso immerso nel blu. Come un senso di pace mi Invade perché nessuno  mi disturba.
Qualche anima perduta luccica cercando di far trovare la dritta via alle altre. Accompagnano le nostre di anime ogni talvolta che il buio del cielo diventa ancor più scuro e ci acceca gli occhi.
Mi fa paura quest'immensità ma nonostante ciò continuo a fissarla come fosse una grande potenza e io, gli umani non possiamo battere. E se invece la notte sia l'ingresso per un un'altro luogo ?

Essa ci spaventa perché avvertiamo una carenza a uno dei nostri sensi, e l'essere umano ha paura quando si sente impotente, come lo sono io adesso davanti a questa immensità...

<Cosa ci fai qui?> mi dice una voce maschile con stupore.
Abbassò lo sguardo ed è Peter.
< Non riuscivo a dormire.>
< Preferirei il vero motivo> accenna un sorriso.
< Anche se ti conosco da poco di giudicherei fin troppo impiccione. Ero ad una festa e mi annoiavo. E adesso stavo svolgendo la prima traccia del diario dato dal prof. Preferisco finire prima possibile.
Tu hai già iniziato a scrivere?>
< Ehm no. Non adoro anticiparmi i compiti. >
< E tu che ci fai qui a quest'ora? Pensavo che i ragazzini non potessero uscire così tardi> dico in tono sarcastico.
< Ecco abito proprio lì, quindi dovresti essere tu a darmi spiegazioni.> e col dito indice mi mostra una delle tante abitazioni tutte uguali di questo quartiere, bianche e con grandi giardini.
< E comunque sono nuovo in zona e qual'è il momento migliore per visitare un po il vicinato se non di sera? Almeno non vengo guardato male .> e sorride.
Anche io lo faccio e poi alzandomi lo saluto <Beh, io vado. Buonanotte Peter.>
< Notte.> dice secco.
E io mi allontano.Percorro la strada di ritorno di casa.
Ci arrivo dopo meno di 5 minuti.

Salgo in camera per dormire.
Sembra strano il fatto di non sentire mia madre canticchiare o chiedermi dove sono stata.

Mi copro fin sopra il mento e aspetto di dormire.
I quadri, il corridoio. Avevo quasi dimenticato quel sogno.
Cosa significa lasciare che gli altri colorano la mia vita?
Ma gli occhi si appesantiscono.

La lumière vertDove le storie prendono vita. Scoprilo ora