Capitolo 2

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Justin.
L'odore di pittura fresca e cartongesso mi faceva pensare a mio padre, non alla scuola. Quando entrai nella segreteria dell'edificio rimodernato da poco e avvertii quella puzza fu come ricevere l'ennesimo schiaffo in faccia. Mi trascinai verso lo sportello con lo zaino in spalla.

"Come butta, signora Marcos?"

"Justin, perché sei di nuovo in ritardo, muchacho?" mi domandò mentre spillava dei fogli.
L'orologio sulla parete alle sue spalle segnava le nove di mattina.

"Che cazzo, è presto!"

La signora Marcos girò attorno alla sua nuova scrivania in ciliegio per raggiungermi allo sportello. Rompeva sempre il cazzo quando arrivavo in ritardo, ma mi piaceva lo stesso. Con i suoi lunghi capelli castani mi faceva venire voglia di...

"Non ti sei presentato all'appuntamento con la signora Collins stamattina. Non è un buon modo per cominciare il secondo quadrimestre." mormorò, mentre compilava la giustifica per il ritardo. Fece un cenno con il capo in direzione di tre adulti appartati nell'angolo più lontano della stanza. La bionda di mezza età che parlava con la coppia di ricconi doveva essere la nuova consulente.
Scrollai le spalle, increspando il lato destro della bocca.

"Ops!"

La signora Marcos mi passò la giustifica con la solita occhiata severa. Era l'unica persona in quella scuola a non credere che io e il mio futuro fossimo fottuti.
La bionda di mezza età mi chiamò.

"Bieber, sono felice che si sia ricordato del nostro appuntamento, anche se in ritardo. Se non le dispiace, inizi ad accomodarsi mente finisco un paio di cose."

Mi sorrise come se fossimo vecchi amici, e parlò così dolcemente che per un momento fui quasi tentato di sorriderle a mia volta. Mi limitai ad annuire e a sedermi su una delle sedie disposte lungo la parete.
La signora Marcos rise.

"Che c'è?"

"Lei non ammetterà il tuo comportamento. Forse ti convincerà a prendere seriamente la scuola."

Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi, morto di sonno, avevo scopato una biondina per tutta la notte.

"Signora Marcos?" chiese una voce angelica. "Per favore, può dirmi le prossime date dei test attitudinali?"

Il telefono squillò. "Aspetta un attimo." le disse la donna, rispondendo alla chiamata.

Una sedia della fila opposta alla mia si mosse, e mi venne l'acquolina in bocca per il profumo di brioche alla cannella. Socchiudendo gli occhi, notai una massa di capelli lisci, neri. La conoscevo. Sky Emerson.
Non esattamente una brioche alla cannella, ma cazzo se non aveva lo stesso profumo! Frequentavano parecchi corsi insieme e lo scorso quadrimestre avevamo un'ora di buca in comune. Non sapevo molto di le, a parte il fatto che era timida e intelligente, che aveva i capelli biondi e un paio di tette enormi. Indossava sempre le maglie larghe e a maniche lunghe, e sotto canottierine che mostravano quel tanto che bastava a mettere in moto la fantasia.
Come sempre, guardava fisso davanti a sé come se non ci fossi. Porca puttana, probabilmente per lei non esistevo per davvero. Gente come Sky Emerson mi faceva girare le palle.

"Hai proprio un nome idiota." mormorai. Non sapevo perché volessi infastidirla, mi andava e basta.

"Non dovresti essere al bagno a sballarti?"

Allora mi conosceva!

"Hanno installato le telecamere di sicurezza. Lo facciamo nel parcheggio, ora."

Together. ||Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora