Il Reverendo

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Il ventilatore smuoveva l'aria della stanza, ma l'umidità rimaneva comunque insopportabile. Il ragazzo aveva la camera che si affacciava nel giardino e poco più il la della verde scorreva un fiumicello, che molto probabilmente era la causa di quell'aria pesante e della gran quantità di zanzare che in quell'estate stavano stavano torturando l'inquilino della camera. Il pomeriggio il sole arrivava proprio ad illuminare e scaldare le sue finestre, per questo il giovane era costretto ad andarsene dalla casa famiglia e a cercare qualche zona di ombra rinfrescante. Aveva camminato per 20 minuti cercando stare il più possibile lontano dal sole passando sotto i portici e tendoni del centro cittadino, aveva la pelle molto chiara che tendeva a scottarsi subito, odiava per questo il mare.
Alla fine si era messo a sedere su uno scalino di un portone, che si trovava in un piccolo vicolo dove il vento sembrava tirare un po' più fresco, si era acceso una sigaretta e pensava a quello che aveva letto la notte prima sulla sua bibbia.
« Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su di te e su di te darò sfogo alla mia ira. Ti giudicherò secondo le tue opere e ti domanderò conto di tutte le tue nefandezze. Né s'impietosirà il mio occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze: saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce. »
Le tempie incominciavano a pulsare, il cuore a battere, l'odio a riempire le vene. Negli ultimi anni, da quando aveva acquisito una certa maturità di pensiero, si era chiesto più volte perché i suoi genitori l'avessero abbandonato e condannato a vivere la sua giovinezza in una casa famiglia. Aveva scoperto che era nato da una violenza, e che la madre, ancora giovane, era stata costretta ad abbandornalo perché non aveva la possibilità di mantenerlo, la stessa madre che poi, caduta in depressione per la violenza subita, sarebbe morta per una overdose di barbiturici. L'odio del giovane era dunque rivolto verso l'uomo, il violentatore, il responsabile della morte di sua madre e del suo esilio in una casa famiglia.
Quel giorno non era un giorno qualunque, oltre al caldo ed all'umidità soffocante era un giorno diverso dagli altri per un motivo in particolare, era il giorno in cui suo padre biologico ed allo stesso tempo la causa di tutti i suoi mali usciva di prigione.
Le mani del ragazzo cominciavano a tremare, aveva appena buttato la sigaretta ma se n'era accesa subito un'altra, si era alzato, e a passo veloce si dirigeva verso la fermata del bus che portava alla prigione di stato. Adesso tutto si muoveva più veloce del solito, i pensieri, le persone, le sue gambe, e la sua mano destra stringeva salda la pistola nella tasca del cappotto, tutto andava veloce.
Era sceso da 10 minuti quando i suoi occhi avevano visto uscire dalla porta il colpevole, l'uomo del male. Le gambe si stavano muovendo in automatico, il passo era veloce, la pistola adesso non era più nascosta, era illuminata dalla luce del sole e puntava l'uomo.

"Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su di te e su di te darò sfogo alla mia ira."

Le parole stavano uscendo dalla bocca del ragazzo, urlate ad alta voce, recitate come una preghiera.

"Ti giudicherò secondo le tue opere e ti domanderò conto di tutte le tue nefandezze."

L'indice toccava il grilletto, la pistola era diventata il prolungamento del suo braccio, teso come una corda di chitarra.

"Né s'impietosirà il mio occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze."

L'indice aveva premuto il grilletto, la pistola aveva vibrato nella mano, il proiettile aveva colpito l'uomo allo stomaco, le guardie a difesa della porta avevo sentito le parole del giovane, ma quando avevano visto la pistola era ormai troppo tardi.
Il giovane invece di stava avvicinando al corpo ferito e sanguinante, con la pistola ancora in mano. Chiuse gli occhi e terminò la sua preghiera.

"Saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce. »

Il secondo proiettile colpì l'uomo alla testa e lo uccise, da quel momento si sparse la voce che un ragazzo aveva ucciso un uomo urlando un passo della bibbia.

Il Reverendo aveva recitato la sua prima preghiera.

Maveriks - Cani ScioltiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora