Capitolo 5

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HARRY'S POV

Ero incazzato. Quello stronzo del professore di educazione fisica non si sarebbe dovuto permettere neanche di guadarla. È la mia sorellastra cazzo. Ero nero dalla rabbia. Urlare in faccia ad una donna sua alunna, perfavore.

Uscii dallo spogliatoio prima degli altri e vidi Sharon e Hannah parlare poco più avanti.

Mi avvicinai.

"Sher, andiamo?" Domandai.

"Sher?" Domandò Sharon.

"Bhe, per abbreviare." Dissi, grattandomi il collo, un pò imbarazzato.

Fece un sorriso divertito che fece brillare i suoi occhioni azzurri e salutò Hannah prima di dirigersi verso di me.

Camminammo fino al parcheggio senza dire una parola, anche se quel silenzio stava diventando imbarazzante.

Ci sedemmo in auto e accesi la radio immediatamente. Quel silenzio ero odioso e lei sembrava essere assorta nei suoi pensieri.

Sembrava stare pensando a qualcosa in particolare e notai che stesse tremando leggermente. Forse aveva solo freddo.

"Vuoi che accenda il riscaldamento?" Chiesi gentilemente quando ci fermammo al semaforo.

"No no, grazie. Sto bene." Disse sorridendomi educatamente.

"Sei sicura che vada tutto bene?" Domandai. Avevo intuito fosse una ragazza silenziosa e che se ne stava sempre sulle sue. Ma, doveva cercare di aprirsi anche con me. Eravamo fratellastri no?

"Si." Rispose.

"Non sembra. Sembri turbata." Dissi riprendendo a guidare quando il semaforo diventò verde.

"Sono solo nervosa per...per oggi." Disse, ma non me la bevevo. Tuttavia, feci finta di crederle. Si vedeva che fosse a disagio.

"Oh, vedrai che andrá tutto bene. Tuo padre mi ha fatto vedere quell'articolo sul giornale questa mattina. Sapevo fossi ingamba, ma non immagginavo fino a quel punto." Le sorrisi. Ero stato sincero. Non mi aspettavo che fosse arrivata a certi livelli.

"G-grazi ma non esagerare." Balbettò facendo tingere le sue guance di un adorabile colorito roseo che fece risaltare ancor di più il colore dei suoi occhi. Era inutile negare che fosse una bellissima ragazza.

Hai una fidanzata Harry.

Mi ricordò il mio subnconscio per qualche strana ragione. Non c'era bisogno di ricordarmelo. Sapevo di essere fidanzato e sapevo anche di amare la ragazza con cui stavo. Credo.

Ultimamente le cose con Carly non vanno proprio come vorrei. I nostri litigi aumentano sempre di più, anche solo per ragioni futili. E poi, mi sembra che lei stia iniziando a diventare più gelosa del solito. È ormai da un mese che andiamo avanti così.

"Harry, non dire niente a mio padre. Non dirgli nè di Justin nè del professore. Perfavore." Quasi mi supplicò.

"Perchè no?" Domandai.

"Perchè...lui è stranamente molto protettivo nei miei confronti. Soprattutto quando si parla di ragazzi, è come se lui fosse spaventato all'idea di uno di loro che passa del tempo con me in generale. È tranquillo solo quando si fida di qualcuno, come te ad esempio." Spiegó. "Non voglio essere rinchiusa in una gabbia, anche sel'ho fatto quando eravamo a New York; adesso vorrei cercare di...cambiare." Sussurrò l'ultima parte del suo discorso.

Che il padre avesse paura che Justin facesse qualcosa a sua figlia era ovvio, me ne aveva perlato esplicitamente. Ma del fatto che lei si fosse auto-intrappolata in una gabbia no, non ne ero a conoscenza.

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