Capitolo 1

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PICCOLA PREMESSA
Questa storia contiene linguaggio volgare,e scene vietati ai minori di 16 anni, quindi con questa premessa vi auguro una buona lettura!

Il matrimonio era più di quanto potessi sopportare,così,dopo le promesse,fuggii letteralmente da quello strazio.
Non capirò mai come Aurora si sia concessa ad una vita così monotona con il mio fratellastro,ne come abbia concluso con l'avere un figlio a diciannove anni.
Nessuno si sarebbe lamentato della mia assenza,ritornai al mio appartamento,l'aria era soffocante,aprii la finestra e rimasi imbambolato qualche secondo a guardare il panorama di Londra. Odiavo quella caotica città,e ancora mi chiedevo con quale criterio avessi accettato di viverci anche solo per qualche settimana.La mia mente sfuggiva ad ogni coerenza. Tirai le tende,almeno nel mio appartamento potevo stare in pace,libero da ogni costrizione,o quasi.

Mi buttai sul divano e accesi il telefono,sfogliai le foto di Hollie,sorrideva magnificamente in tutte. Scrollai la testa,non sarei rimasto a deprimermi anche stasera,in questo posto niente me la poteva ricordare. Presi la giacca che prima avevo tirato sul divano e uscii di casa di nuovo. Appena misi un piede fuori maledissi me stesso,stavo indossando una semplice giacca di pelle a gennaio. L'aria gelida mi scompigliava ciò che era rimasto della mia ordinata capigliatura di questa mattina,camminai velocemente fino al locale più vicino e vi entrai. Mi meravigliai nel notare che il bar era piuttosto piccolo,era strano trovarne di simili a Londra.Le luci erano soffuse,riconobbi istantaneamente l'odore di tabacco e alcool. Mi andai a sedere su uno sgabello di tessuto piazzato davanti al bancone,mi guardai intorno,non doveva essere un locale frequentato da giovani. L'unica che si avvicinava alla mia età forse era la barista,ma era troppo truccata per riuscirlo a capirlo. Si avvicinò a me sfoggiando un gran sorriso,spostandosi i capelli decolorati da un lato. <<Hei,vuoi ordinare?>> Mi chiese con molta confidenza. <<Fammi scotch>> Avrei dovuto ubriacarmi per dimenticare l'orrida giornata che avevo passato. Notai la barista abbassarsi leggermente la maglietta,accentuandone la scollatura. <<Ecco qui>> Mi porse due bicchieri. Li ingurgitai tutti il più velocemente possibile. <<Non ti ho mai visto,sei di qui?>> Mi chiese lei appoggiando i gomiti sul bancone. <<Solo per un'altra settimana>> Mi sorrise. Ordinai degli shot, era facile parlare con lei,sopratutto da ubriaco,e fu facile anche convincerla a passare da me appena finito il turno. Andando verso casa mia fui tentato di chiederle la sua età ma non ricordandomi il suo nome preferii non chiedergli nulla. Salimmo nel mio appartamento,la sbornia stava già sparendo. <<Che bell'appartamento>> Non le risposi,mi avvicinai lentamente a lei,la presi per i fianchi e iniziai a lasciargli piccoli baci sul collo,lei ovviamente non oppose resistenza. La baciai fino alla clavicola,poi l'aiutai a togliersi tutto ciò che aveva indosso. Notai che era molto magra,le costole le si potevano contare,e mi chiesi se mangiasse. Poi toccò a lei aiutare a spogliarmi,mi tolse lentamente la maglietta e toccò con le mani gelide il mio petto,non si avvicinò per baciarmi,apprezzai che avesse già capito cosa volevo. Mi tolse i pantaloni e i boxer insieme,si prese i capelli e li legò in una coda di cavallo,presto glieli avrei tirati.Si inginocchiò a terra,mi guardò e prese in bocca il mio membro. Non era brava come avrei voluto,appoggiai la mano sulla sua testa e la costrinsi ad ingoiare più a fondo,prima si dimenò,ma poi prese il ritmo,e la mia eccitazione crebbe.Mi lasciai andare a quella sensazione,chiusi gli occhi,immaginandomi in una scena migliore di questa,volevo solo venire al più presto. Gli tirai quella ridicola coda di cavallo con forza e liberai in lei il mio piacere. Lei fece per togliersi il resto, intenzionata a continuare, ma io la fermai. <<Possiamo chiudere così la serata>> Non mi andava di passare altro tempo in sua compagnia,non mi andava di andare oltre con lei. Lei spalancò la bocca <<Stai dicendo sul serio?>> Il mio silenzio era meglio di una risposta,probabilmente ero stato troppo duro,i suoi occhi erano lucidi,prese i suoi vestiti in fretta e furia e senza degnarmi nemmeno di un saluto e uscì dal mio appartamento. Mi buttai sul letto,e rimasi inebetito a guardare il soffitto. Non ero pentito di averla mandata via in quel modo,desidero solo estraniarmi il più possibile da tutto quello che mi circonda. Risi della mia apatia,da quando ero diventato così? Era impossibile e ridicolo negarlo,era solo l'effettiva realtà. Rimasi steso ad aspettare Morfeo, via dai miei intricati pensieri.

PHILOPHOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora