Capitolo 3

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<<Allora andiamo?>>
Mi chiese Hollie emozionata saltellandomi intorno.
<<Se non vuoi no>>
La presi in giro io.
Lei sbuffò.  
<<Certo che voglio!>>
Strinse le mani a pugno e mi guardò male,io gli sorrisi.
<<Va bene andiamo allora>>
Gli passai il casco,lei si sciolse la treccia liberando i capelli biondi,prese il casco e se lo mise.
<<Come sto amore?!>>
Rise.

Mi svegliai di colpo.
Ansimavo.Ogni volta che la rivedevo in sogno era così vero da farmi star male, ma avrei pagato in oro per rivederla ancora una volta sorridere così.
Mi alzai,non potevo e non volevo riaddormentarmi,aprii le tende,doveva essere mattino presto,il sole stava sorgendo mentre il buio stava scomparendo pian piano dal celo,un altro giorno,un'altra alba.
Andai in cucina,il frigo era pieno,probabilmente mio padre aveva dato alla cameriera anche l'incarico di riempirmi il frigo.
Presi una birra e bevvi direttamente dalla bottiglia,era l'ideale per far partire una giornata.
L'appoggiai sul tavolo e presi il mio telefono,e mi sedetti sulla sedia di pelle nera.
Accesi il display e inviai un messaggio ad Aron

Da Jack ad Aron
Passa appena puoi

Finii la birra in fretta,lo stomaco mi doleva,bere a stomaco vuoto forse non era l'ideale,ma quella merda nel frigo poteva rimanerci.
Il telefono vibrò.
Era un messaggio da Aron,mi stupii trovarlo sveglio a quest'ora,di solito fino a mezzogiorno/l'una era completamente e letteralmente in coma.
<<Passa,sono in after,ho dato una festa da me>>
Bloccai il telefono,ecco perchè era sveglio,doveva ancora dormire.
Guardai l'orologio, cinque e trenta.
Sarei ritornato a dormire?non di sicuro,avevo di meglio da fare? no.
Andai in camera,indossai una maglia nera e dei jeans del medesimo colore.
Presi la giacca di pelle,uscii dall'appartamento, scesi le scale e dall'edificio.
Non feci fatica a trovare un taxi,a Londra potevi trovar taxi a qualsiasi ora senza problemi, o nel caso anche gli uber erano abbastanza veloci.
Aron viveva a pochi chilometri dal mio appartamento,ma non mi andava di andare a piedi.
Pagai l'autista e scesi dall'auto,il palazzo non aveva troppi piani,si vedeva benissimo che non era nuovo ed era di un orribile color verdognolo,il classico verde inglese.
Il portone era aperto,salii due rampe di scale e bussai alla porta dell'appartamento,mi aprii un ragazzo in mutande barcollando,evidentemente ubriaco.
<<Entra amico!>>
Entrai,la puzza di alcol mischiato con erba mi entrò nelle narici e mi sentii subito meglio.
Il piccolo appartamento era un casino,c'era gente che dormiva ovunque, altri erano seduti in giro,contornati da bottiglie,lattine e vestiti.
Finalmente vidi Aron,intento a prepararsi una canna,che strano.
<<Oh Jack,sei venuto!>>
Era difficile e incredibile da dire,ma sembrava il più sano di tutti,per ora.
Mi sorrise leccando la cartina lunga.
Io annuii sedendomi davanti a lui, <<Avevo bisogno di fumare in compagnia>> Non era vero.
<<Jack dovevi esserci proprio ieri sera,non mi ricordo quasi un cazzo ma son sicuro di essermi divertito>>
Io risi,era talmente idiota da risultare quasi simpatico,non potevo giudicarlo più di tanto,non ero molto meglio di lui.
<<Non mi fai fumare da solo vero?>>
Non risi della sua ironia, e lo guardai accendere fino a passarmela.
Poco comparve una ragazza bionda con solo una camicetta addosso.
<<Aron torna di la>>
Disse lei buttandogli le braccia al collo.
Lui mi guardò per scusarsi
<<Quella finiscila,ci vediamo dopo amico>>
e andò nell'altra stanza con la ragazza.
Finii la canna in un paio di minuti,buttai la testa indietro,crogiolandomi nella sensazione di leggero stordimento sentendo i miei muscoli piano piano rilassarsi,mi alzai e presi una bottiglia di vodka dal tavolino che avevo visto mentre ero entrato.
L'erba e l'alcol finalmente fecero effetto,e finalmente smisi di ripensare a quel sogno,mi tornò il buon umore,un vecchio amico che non si faceva vedere troppo spesso purtroppo.
Chiacchierai con un tizio per mezz'oretta, continuando a bere e a capire meno della metà di quel che mi diceva,alla fine del 'discorso' non ricordavo il suo nome,ne la sua faccia.
Mi buttai sul divano,mi voltai e vidi la ragazza che era venuta a casa mia,quella che avevo visto la sera prima,era incredibile trovarla sempre ovunque.
<<Che cazzo fai qui?>>
Chiesi io,lei si girò verso di me.
<<Solo tu puoi divertirti?>>
Disse lei prendendomi la bottiglia di vodka dalle mani.
Aveva gli occhi rossi e un lieve sorriso disegnato sulle labbra.
<<Comunque mi chiamo Madison>>
Io annuii,guardando la bottiglia poi lei. <<Non sai che è cattiva educazione non presentarsi?>>

<<Abbiamo una maestrina qui?>>
Lei mi sorrise e bevve di nuovo.
Sospirai.

<<Jack>>

Mi porse un'altra bottiglia di vodka.

<<Brindiamo?>>
Chiese lei alzando la bottiglia.
<<A cosa?A queste situazioni del cazzo?>>
Alzò le spalle e ripeté
<<A queste situazioni del cazzo>>
Brindammo e bevemmo.
Mi girava la testa,ma mi sentivo meglio.
<<Ora che sei meno sobrio, mi spieghi che hai?Cioè,non credo che tu lo faccia unicamente per divertimento>>
Io scossi la testa.
<<Ah quindi vuoi farmi ubriacare per espropiarmi informazioni personali>>
Lei mi guardò strano poi scoppiò a ridere.
<<Proprio indovinato>>
Io scossi la testa.
Vedendomi star zitto lei continuò
<<Tutto ciò che ci rimane dentro, anche la cosa più piccola,diventa un mostro che ci divora l'anima,non trovi?>>
Aveva ragione,ma forse per me era troppo tardi, io avevo ancora un'anima?
<<La mia... >>
Non riuscii a concludere la frase.
Cos'era Hollie ora?
Cercai un modo indolore per spiegarglielo,ma non lo trovai.
Io scossi di nuovo la testa.
L'annebbiamento celebrale sembrava essere già sparito,neanche l'acool e l'erba riuscivano a farmi fuggire dai miei pensieri,si facevano spazio e mi facendomi tornare lucido.
Ogni volta era come riaprire una ferita che era in procinto di chiudersi,ma che non si era mai chiusa definitivamente.
Optai per la scelta più facile e meno dolorosa,spostare la mia attenzione su qualcos'altro.
<<E tu invece come mai sei qui?>>
Guardò in basso,poi si guardò in torno e mi sorrise.
Mi meravigliai di me stesso,normalmente non avrei risposto ad alcuna domanda e sicuramente non ne avrei fatta una a mia volta,non mi interessava far conoscenze,non qui,non che odiassi anche far conversazione,ma non in una situazione del genere e non con chiunque.
<<Io..>>
Inspirò pronta a dir qualcosa, rimase qualche istante in silenzio e poi abbassò lo sguardo.
<<Facciamo così,il giorno che riuscirai a parlarmene ti dirò anch'io cos'ho>>
Disse lei spostandosi i capelli dal viso,mi guardò negli occhi,aveva gli occhi di un verde brillante, proprio come i suoi.
<<Mi sembra un buon accordo non trovi?!>>
Sorrisi con l'angolo della bocca.
Mi sorrise di nuovo.
Ebbi una fitta,proprio in centro al petto, perché era così simile ad Hollie? Era snervante, assolutamente odioso,la rivedevo nei suoi gesti, e questo non mi faceva per niente bene.
Appoggiai la bottiglia di vodka,che avevo preso in precedenza,sul tavolino affianco al divano.
<<Devo andare,salutami Aron se lo vedi>>
Mi alzai dal divano avviandomi verso la porta.
<<Ciao..>>
La sentii dire piano.
E uscii finalmente da quell'appartamento,ultimamente scappare da qualsiasi inconveniente e ritrovarmi sempre problemi addosso era il mio nuovo sport preferito.

PHILOPHOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora