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Tiro fuori dalla scatola la lettera e la lascio sulla scrivania. Rimetto a posto la scatola e mi metto a fissare la busta sigillata.
'Perché non gliela porti?' Penso.
Ormai cosa ho da perdere, sto male comunque, quindi che senso ha continuare  tenerla chiusa in una scatola?
Sono le 13:30 e a quest'ora di solito Jace torna da scuola e a casa sua non c'è mai nessuno. Mi faccio coraggio e prendo la busta. Prendo di nuovo le chiavi della macchina e vado in cucina. Mamma sta cucinando.
Sento che devo portargliela adesso. Altre volte mi era venuta voglia di cercarlo, di fargliela arrivare in qualche modo, ma il desiderio non era mai stato così forte.
" Mamma io esco un attimo,torno subito." Dico guardandole le spalle mentre cucina.
" Va bene, ma non fare tardi." Dice senza nemmeno girarsi.
Salgo in macchina e la paura comincia a farmi tremare le gambe. Non posso farmi prendere dal panico proprio adesso! Faccio un respiro profondo e metto in moto. Accendo la radio, parte "Don't stop me now" dei Queen e mi viene da ridere. Decido di lasciarla fino a qualche metro prima di casa sua.  Parcheggio e comincio ad avviarmi verso il cancello. La macchina c'è. O mio Dio.
Il mio cervello comincia a dirmi che forse è stata una brutta idea e che faccio ancora in tempo a tornare in macchina, ma ormai le gambe vanno per conto loro e non le posso fermare.
Mi fermo davanti al cancello. Sono due mesi che non metto piede in quella casa. Alzo il dito tremante verso il campanello. Chiudo gli occhi e suono. Sua sorella piccola esce dalla porta di casa che si richiude con il vento, percorre il vialetto e poi mi apre il cancello saltandomi in braccio. Gli occhioni azzurri come quelli di suo fratello sono puntati nei miei e i lunghi capelli castani sono legati in due code con dei nastrini rosa.
"Lizzie!" Mi dice stringendomi forte
"Rosie ciao come stai?"
"Jace è cattivo, non vuole farmi vedere la televisione." Dice con un broncio.
Mi viene da sorridere e per un attimo mi sembra tutto normale. Mi sembra di andare in quella casa da sempre. Stavo per rispondere a Rosie, quando si riapre la porta di casa. E' Jace. Merda.
"Rosie chi..." e dopo avermi vista si blocca senza nemmeno continuare la frase. Non so decifrare il suo sguardo, non più. Gli si dipinge un'espressione dura sulla faccia. Da prendere a schiaffi.
"Jace hai visto chi c'è!?" Dice Rosie tutta contenta scendendomi dalle braccia e correndo verso di lui.
Jace la prende per un fianco, le fa una pernacchia sulla guancia e  le sussurra : "Rosie vai dentro che ti ho lasciato il telecomando." E' sempre stato adorabile con lei.
Alla piccola si illumina il volto e corre verso la porta. Mi manda un bacio con la mano ed entra.
"Che cazzo vuoi?" Mi abbaia addosso appena la porta si chiude.
"Sono venuta solo per darti questa..." dico stringendo la lettera in mano. Mi sono appena resa conto di non essermi tolta la sua felpa e sicuramente divento rossa come una ciliegia.
"Non la voglio." Risponde secco.
Gli occhi mi cominciano a bruciare e non riesco a rispondere.
"E adesso vattene." E mi da una spinta. Non riesco più a trattenermi e mi scende una lacrima. Per un attimo mi guarda, e quell'attimo mi sembra infinito.
"Mi hai sentito?!" Dice distogliendo lo sguardo. Finalmente il groppo in gola si allenta e riesco a "vomitare" le parole.
"Ti chiedo solo di prenderla, puoi anche buttarla così com'è, ma non farmela riportare indietro." Gli tendo la lettera e me la strappa sprezzante dalla mano. Ci guardiamo un'altra volta e mi giro per andare via. Sento il suo sguardo che mi brucia la schiena.
"Liz..." mi sento chiamare.
( Il mio nome è Lizzie ma lui mi ha sempre chiamata Liz.)
Mi giro di scatto.
"Anche se dovessi leggerla non cambierebbe nulla. Ognuno per la sua strada come al solito." Il suo volto non è più rigido come quando ero appena arrivata... è triste. A quelle parole le gambe mi si incollano a terra e diventano pesanti come piompo.
"Non avevo dubbi Jace! Sono venuta qui, dopo due fottutissimi mesi di silenzio, due mesi di merda, e tu mi sbatti fuori dicendomi che non cambierà niente comunque!? Sei uno stronzo! Nemmeno te la meriti più!" Ci guardiamo di nuovo e come in uno squallido film d'amore comincia a piovere. Non mi dice nulla, si gira e tira un cazzotto alla porta sbattendosela alle spalle. Io arrivo fradicia alla macchina e ci metto dieci minuti per ripartire. Mia madre mi sta chiamando ma non voglio rispondere, non voglio che senta la mia voce in questo momento. Chiamo Alice e le racconto tutto quello che è appena successo. Mi rassicura dicendo che questa sera ne parleremo meglio davanti a una pizza e a una birra.  Alice è la mia migliore amica e ci conosciamo da sempre. E' tutto l'opposto di me, leggermente più alta, capelli corti biondi e occhi verdi circondati da occhiali rettangolari. Se non ci fosse lei le mie giornate sarebbero vuote. Torno a casa, mio padre, mia madre e mio fratello sono già seduti a tavola. La porta della cucina è socchiusa. Mentre salgo le scale, dico che mi sento poco bene e vado in camera mia. Prendo la scatola con la foto e la butto per terra. Strappo la foto e la faccio in mille pezzi. Mi levo la felpa di dosso e con le chiavi della macchina la sfilo tutta per poi buttarla giù. Raccolgo quello che ho buttato e mentre continuo a piangere infilo tutto in una busta che getterò più tardi. Mi metto sotto le coperte. Non voglio sentire nessuno, non voglio parlare con nessuno. Voglio stare qui da sola. Mi giro dando la schiena alla porta e chiudo gli occhi. Qualcuno sta salendo le scale. Mio padre apre la porta e si avvicina al letto. Posa un piatto sulla scrivania e viene a farmi una carezza. Lo sa che sono sveglia, ne sono sicura. Rimane per un po' e poi riscende in cucina. Mi rimetto dritta ed entra mio fratello maggiore Derek. Mio fratello mi ha sempre fatto da genitore, da amico e da confessore. Ci siamo sempre detti tutto e gli sono sempre stata vicino nei momenti difficili.  Sa la storia e soprattutto conosce Jace per via dello stesso gruppo di amici. Fino a qualche tempo fa era il migliore amico di Jace. Poi Jace ha conosciuto Joy che si era trasferito da poco ed era diventato lui il suo amico inseparabile. Entra e si chiude dietro la porta.
"Adesso mi dici che è successo, che alla cazzate del "non sto bene" non ci credo."
Mi metto a sedere sul letto. Inutile dirgli stronzate a questo punto. Gli racconto tutto e una volta finito non dice nulla, si limita solo ad abbracciarmi.
"Non dirgli nulla." Mi raccomando mentre mi da u bacio in fronte.
"Non gli dirò nulla, ma ti dico che è un grande pezzo di stronzo."
Mi guarda e capisce che non sono in vena neanche di insultarlo. Gli dico di andare a buttare la busta e mi rinfilo sotto e coperte.
" E' sabato, promettimi che stasera uscirai e ti divertirai." Dice mentre sta uscendo.
"Viene a prendermi Alice alle 9."
"Okay cucciola." Sussurra mentre chiude la porta.
Mi sveglio alle 20:15, mi faccio una doccia rapida, mi metto un paio di jeans, una felpa grigia e lascio cadere i capelli mossi sulle spalle. Alle 20:55 arriva Alice, in anticipo come al solito e comincia a suonare all'impazzata. Saluto i miei, faccio l'occhiolino a Derek ed esco.
" Non mi va di parlare di Jace, stasera divertiamoci e basta" dico mentre entro in macchina.
" Ciao anche a te" dice Alice facendomi la linguaccia. Facciamo un giro in macchina infinito cantando a squarciagola. Scendiamo in piazza e cominciamo a vagare a caso con due birre in mano. A forza di girare si sono fatte le 23:00. Jace non si è visto da nessuna parte.
Svoltiamo in un vicolo pieno di gente. C'è confusione. Sembra stiano facendo a botte. Prendo Alice per mano e ci avviciniamo. Non so perché ma sento che devo andare. Ci sono quattro ragazzi al centro della folla. Sono tutti maschi. Alice è spaventata ma devo assolutamente vedere che sta succedendo.  In mezzo ci sono Jace e Joy, il suo migliore amico, che fanno a botte con due che non ho mai visto. Anche la maggior parte dei ragazzi che guardano non mi sembra di averli mai visti prima. Jace ha un occhio nero e tira pugni come se avesse un sacco da box davanti e non una persona. Alice cerca di tirarmi via ma lascio la sua presa e mi faccio largo tra la folla. I ragazzi puzzano di alcool e fumo. Jace si gira e mi vede, nota il mio viso evidentemente preoccupato. Mi stanno per uscire le lacrime vedendo quella scena. Per guardare me non si accorge del cazzotto che uno di quei due sta per sferrargli sul viso. Jace cade a terra e mi viene istintivo lanciarmi in avanti. Mentre Joy picchia uno, l'altro si butta addosso a me e mi da un cazzotto in faccia. Cado a terra come un sacco di patate. Sento un dolore atroce in faccia. Non riesco a rimettermi in piedi. Jace si alza e lo sorprende da dietro spaccandogli in testa una bottiglia di birra che ha trovato lì vicino. Vedo Derek spuntare all'improvviso tra i ragazzi che mi si lancia addosso. Comincia a strillare contro Jace ma non capisco che dice. Deve averlo chiamato Alice. Jace mi guarda di nuovo. Quegli occhi blu che sputano tristezza. Mi guarda come se mi chiedesse scusa. Grida a Derek di portarmi via. Voglio andarmene ma non posso opporre resistenza. Mentre Derek mi prende in braccio e ci allontaniamo di corsa, sento solo la sirena della polizia e vedo ragazzi che scappano via. Vedo Jace. Sta salendo in macchina con Joy e la sorella. Che casino...

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