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Lo sparo colpisce Joy sotto il petto.
Jace si butta in avanti e si lancia contro Greg.
Cominciano a pestarsi di brutto e in pochi secondi Jace ha già un occhio nero e del sangue che gli esce dal labbro inferiore. Anche Greg perde sangue.
Corro verso di loro e mi metto in mezzo per cercare di separarli. Red mi prende per un braccio e mi spinge via. Un tipo si avvicina, e mentre tiro un pugno a Red, mi da un cazzotto allo stomaco facendomi cadere per terra. Comincia a riempirmi di calci.
Ho sbattuto la testa e mi brucia lo stomaco.
Greg si avvicina. Jace cerca di divincolarsi da due tirapiedi di Greg che lo hanno bloccato da dietro e lo hanno portato a vedere questo tizio che mi massacra. Greg rimane in piedi sopra di me. Mi punta la pistola contro.
Mi scende una lacrima lungo la guancia. Deve davvero finire in questo modo? Devo morire così davanti agli occhi di Jace?
"No cazzo lasciala, spara a me! Spara a me, lei non centra un cazzo!" Grida Jace mentre si dimena.
Red gli da un cazzotto. Non so decifrare l'espressione di Jace, sto guardando solo i suoi occhi: se sto per morire, voglio che siano l'ultima fotografia che mi rimarrà impressa.
Greg mi sorride con aria maligna. Non ho potuto nemmeno pensare. Mi sento bruciare la spalla, un dolore tremendo. Un dolore che mille pugni in faccia non avrebbero mai potuto compensare.
"Noooo!" Jace si libera dei due, e si lancia su Greg. Lo atterra e gli salta addosso.
"Lo sta ammazzando!" sento gridare. "Lascialo Jace, sta arrivando la polizia!"
Si sente in lontananza la sirena della polizia. Ringrazio chi l'ha chiamata.
Jace è venuto vicinissimo al mio viso.
"Mi dispiace. Liz passerà non è niente!" Dice accarezzandomi il viso mentre piange.
Per terra comincia ad allargarsi una pozza di sangue.
Jace mi prende in braccio e mi sdraia vicino a Joy, che è molto più grave di me. Cercano tutti di tenerci svegli e di tamponare il sangue.
Comincio a vedere sfocato. Ecco l'ambulanza e la polizia. Jace dice qualcosa, ma non riesco a capire nulla. E' come se mi avessero bloccato il cervello.
...
Quando apro gli occhi, sono in un letto di ospedale con la spalla ingessata. Derek ed Alice sono addormentati uno appoggiato all'altro sul divano vicino al letto. Mia madre è accucciata al bordo del letto.
"Mamma..."
Mamma apre gli occhi e quasi non crede a quello che sta guardando.
"Derek, Alice si è svegliata!"
Anche loro scattano in piedi e in un secondo mi hanno circondata.
"Dov'è Jace?" Chiedo con voce tremante
"Non vedrai mai più quel ragazzo." Dice mio padre entrando.
"Tuo padre ha ragione tesoro, basta vederlo."
Alice e Derek non parlano.
"Ma mamma, papà non è stata colpa sua, non c'entra nulla ha cercato di proteggermi, ci siamo solo ritrovati in mezzo a quella cosa!"
"Non ti agitare! Stai calma! Come puoi difenderlo se sei qui addormentata da tre giorni e non è ancora venuto!" dice Mamma
"Come?... e Joy?"
"Joy è in coma. Non si sa se ce la farà. La polizia sta cercando Greg e il suo gruppo, ma non si trovano." Dice Derek.... Ci lasciate un attimo da soli?"
Mamma gli fa una carezza sulla spalla, prende Alice sotto braccio ed escono.
"Non ho detto quello che ho detto perché ti voglio male o perché voglio male a lui, ma dopo quello che è successo... a tuo fratello... e dopo questo, voglio che rispetti la mia decisione." Dice papà seguendo la mamma fuori.
"Derek io.." mi stoppa e scoppio in lacrime.
"Lizzie... mamma e papà hanno ragione... lui non centra e sono d'accordo, ma se lui finisse nei casini in futuro, e ci finirà, stando con lui ci finirai anche tu... non è vero che non è venuto. Ieri notte toccava a me stare qui e l'ho fatto venire. E' stato tutto il tempo qui vicino a te a tenerti la mano e a piangere. Lizzie se aveva deciso di allontanarti prima, adesso sicuramente è quello che farà del tutto. Più tardi verrà ad interrogarti la polizia per l'identikit del ragazzo."
"Lasciami sola."
Joy è in coma, io sono qui e Jace è chissà dove. Spero che non sia andato da solo a cercare quei bastardi.
Ho sempre detto che per lui avrei corso qualunque rischio, che non mi sarebbe importato di nulla e che per lui avrei potuto anche scalare le montagne più alte... se fossi stata da sola però. Qui si tratta di mettere in mezzo i miei genitori e i miei amici ogni volta che succede qualcosa e non è la prima volta. Quasi ci scappava il morto e non è detto che non succeda. Con Jace devo rassegnarmi al solito copione, quello in cui siamo distanti, ci attiriamo come le calamite perché non ce la facciamo più, ci fanno far male e ci dividono lasciandoci come due imbecilli a soffrire.
Anche questa volta, dovrò sopportare un addio.
Non ce la faccio più.
Questa situazione non la sopporto più. Basta.
Lo amo, Dio se lo amo ma così non può essere. Aveva ragione dall'inizio ma ci siamo voluti fare male.
Non mi sono accorta di avere al collo una collana. E' una stellina, non troppo piccola ma nemmeno tanto grande. Sopra in piccole lettere, c'è scritto: "My star" una piccola J al lato.
Sarebbe stato questo l'ultimo ricordo che mi avrebbe tenuta aggrappata a lui.
...
Sono passate due settimane, due settimane di silenzio.
Verso le due di notte mi arriva un suo messaggio.
"Lizzie, Derek mi ha detto che domani mattina ti dimettono... dobbiamo parlare. Facciamo domani pomeriggio al solito posto?"
Ho deciso di andare avanti, e andare a quell'appuntamento, oltre che peggiorare la situazione, avrebbe influito solo peggio sui nostri cuori.
...
Soni tornata a casa, la spalla fa un po' male, ma dopo l'operazione è normale. Joy fortunatamente si è svegliato, ha solo bisogno di molte cure e attenzioni. Penso che andrò a trovarlo spesso. Lo so che con l'altra teoria non quadra, ma mi sembra giusto andare comunque a trovarlo.
Sono le sette passate e Jace mi ha chiamata 5 volte.
Non ci andrò per niente al mondo.
Sono seduta sul letto, sto sfogliando le pagine del mio diario dell'anno scorso e noto quanto sono cambiata.
Sono orgogliosa di quella che sto diventando. Ma no sono fiera di lasciar stare ogni volta un pezzo fondamentale della mia vita.
Mentre sono immersa nei miei pensieri sento sbattere qualcosa sulla finestra.
Mi affaccio e lo vedo lì, sotto la mia finestra a lanciare i ciottoli come in uno squallido film d'amore.
"Lo sai che se ti beccano qui ci ammazzano?" dico sorridendo
"Questa mi sembra di averla già sentita Giulietta!" Dice facendomi l'occhiolino. "Allora scendi o non scendi?"
Chiudo la finestra e prendo il giubbotto.
"Lo sapevo che avresti ceduto, sei senza palle Lizzie." Dice la voce dentro di me.
Se devo dirgli addio allora voglio che sia un addio fatto bene.
Esco dalla porta e giro l'angolo. E' appoggiato alla sua macchina, e istintivamente lo bacio.
Un bacio che ha davvero il sapore di un addio.
"Sali?"
"Non potrei..."
"Dai Liz"
"Va bene."
Saliamo in macchina e partiamo. Mio padre e mia madre si arrabbieranno a morte. Tutte le teorie che mi si erano create in testa sul come dirgli addio si sono dissolte solo nel guardarlo negli occhi.
Quegli occhi... il pensiero che quella sera potevano essere l'ultima cosa che mi avrebbe accompagnata nella "fine del mio viaggio"mi fa rabbrividire.
Andiamo in montagna, le stelle sono bellissime.
Si gira verso di me e mi accarezza con il pollice e l'indice la collana.
"Liz... lo sai già quello di cui dobbiamo parlare... lo sai perché hai messo la collana, e lo sai perche oggi pomeriggio non volevi venire."
"Mi sono stancata di dirti addio Jace.. avrei preferito evitare. Finiremo per odiare il domani se ogni volta è così."
"Liz..."
"Guarda la luna, vedi come brilla?"
"Si."
"Ecco, non hai fatto caso alla stellina piccola che ha vicino. La luna è così luminosa e bella da guardare che tutte le persone, piuttosto che osservare la piccola stella che si trova vicino, che sembra insignificante al confronto, preferiscono guardare lei. O la vastità del cielo in generale. Ma nessuno si fermerà mai ad osservare lei, o un'altra stella in particolare. Chi le guarda le guarda come un insieme indistinto. Noi siamo così, il destino è la luna e noi siamo la stellina insignificante travolta dalla sua luce."
Siamo vicinissimi. Vorrei che questa notte non finisse mai.
Cominciamo a baciarci. La sua mano si infila sotto la maglietta.
"Liz... saresti pronta per.."
Non lo avevo mai fatto prima, mai. Io volevo lui e lui voleva me. Non sarebbe stato solo sesso, quel gesto sarebbe stato come regalargli tutta me stessa.
Non gli rispondo, mi limito a baciarlo e a torgliergli la maglietta.
Finiamo per fare l'amore tutta la notte, sotto milioni di stelle che ci guardano dall'alto e che con il destino cospirano contro di noi.
Nella mente comincia a rimbombarmi la frase di Shakespeare "IO VI SFIDO STELLE" perché sono certa che questo amore non svanirà da un giorno all'altro.
Quando abbiamo il coraggio di separarci ormai sta sorgendo il sole, ci separiamo come si dividono il sole e la luna. Si sfiorano all'orizzonte all'alba e al tramonto e poi sono costretti a guardarsi da lontano per il resto del tempo.
"Lizzie non ti dimenticherò mai. E non ci sarà giorno in cui non penserò a te. Mi sembriamo due scemi a fare questo discorso. Giuro che saremo felici prima o poi."
Lo bacio un'ultima volta. Scendo dalla macchina e arrivo al portone. La macchina è ancora in moto dietro di me. So che non se ne andrà fino a che non sarò entrata. Infilo la chiave nella toppa e giro.
Non riesco ad aprire la porta. Non voglio aprirla perché me lo lascerei alle spalle.
Mi giro e corro dentro la macchina. Apro lo sportello e gli salto al collo.
"Promettimi che troverai un modo per non allontanarti davvero da me."
I nostri occhi stanno annegando gli uni negli altri, ma non possono mischiarsi. Si riempiono di lacrime e speranza.
"Promesso Liz."

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