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Le nostre labbra si sono separate dolcemente e nella mia testa, la certezza che avrei potuto baciare altre mille persone, ma che nessun'altro bacio, avrebbe potuto eguagliare quel momento era bellissima. Gli occhi di Jace sono ancora puntati nei miei e quello che è appena successo non mi sembra vero.
Dal bar escono Joy e un altro paio di suoi amici. Vengono verso di noi ma a Jace sembra non importare e continua a non allontanarsi da me.
"Jace dobbiamo andare a prendere quelle cose." Dice Joy senza calcolarmi minimamente.
"Non potete andarci solo voi stavolta?" risponde Jace lasciandomi.
"Sei sempre venuto anche tu." Risponde Joy.
Penso che si stia innervosendo.
"Joy ci siamo già andati ieri, a cosa ti serve ancora quella roba?" chiede Jace.
Joy mi lancia uno sguardo come a dire "smettila di parlarne davanti a lei" ma Jace non sembra farci caso.
"Mi serve. Ci serve." Risponde allora Joy guardandolo negli occhi.
Jace mi guarda e poi riguarda loro.
"Dai Joy, penso che Jace abbia fatto abbastanza ieri sera..." interviene uno dei ragazzi vicino a Joy.
"Non sparire." Dice Joy a Jace allontanandosi.
Io e Jace rimaniamo soli di nuovo. Riguardo alle "cose" che devono prendere mi stanno venendo dei dubbi, e  l'idea dei casini in cui si trovano  comincia a farsi più chiara.
"Dove vogliamo andare piccola?" dice Jace scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
"Non lo so... dove vuoi tu" rispondo sorridendo.
"Dammi le chiavi della macchina" dice.
Mando un messaggio a Derek, in breve gli scrivo cosa è successo e  gli dico di avvertire che non so a che ora torno a casa. Lui mi risponde con un semplice "okay" ma sono sicura che non è contento.
Decidiamo di andare al mare.
Durante il viaggio in macchina sembra che stiamo insieme da una vita e non da mezz'ora.
Arriviamo in spiaggia e tutto è come la prima volta che eravamo venuti. Per essere febbraio, oggi sembra una giornata di primavera inoltrata.
Il tempo passa in fretta e nessuno di noi due si rende conto che sono le sei del pomeriggio.
C'è un tramonto pazzesco.
Dopo che abbiamo fatto i bambini rincorrendoci, schizzandoci l'acqua e baciandoci ogni tre per due, ci sediamo sulla sabbia abbracciati.
Vorrei dirgli talmente tante cose... ma per la felicità e la gioia di quel momento penso che il silenzio, mentre lo stringo tra le mia braccia sia il miglior modo per comunicargli la mia contentezza.
"Come ho fatto per due mesi a fare finta che tu non esistessi" dice all'improvviso. "Non smettevo mai di pensare a te... e quando ti vedevo per la strada ci mettevo tutta la mia forza per non venire da te e baciarti. Scusami Liz." Dice baciandomi sulla guancia.
"Adesso ci sei. Ed è questo che conta." Dico girandomi verso di lui.
"E resterò."
Stiamo per baciarci di nuovo quando gli suona il cellulare. Jace mi guarda con un'espressione soddisfatta, mi accarezza la guancia e risponde a Joy.
La sua espressione cambia in meno di dieci secondi. Joy parla talmente tanto velocemente che non capisco nemmeno mezza parola, sento solo che è molto arrabbiato.
"Arrivo subito." Risponde Jace alla fine attaccando.
Lo guardo incuriosita.
"Andiamo, ho avuto un contrattempo, ma niente di che tranquilla." Dice sorridendomi.
Non sono certo tranquilla se è quello che crede.
Arriviamo davanti a casa sua. Scendiamo dalla macchina e mi abbraccia.
"Ti chiamo dopo così ci vediamo okay?" dice dandomi un bacio in fronte.
"Okay... Jace fammi stare tranquilla ti prego." Dico dandogli un bacetto delicato sulle labbra.
"Tranquilla piccola."
Sale nella sua macchina e io nella mia.
Alle 21:30 mi chiama e mi dice di vederci nel nostro vecchio solito posto.
Mentre vado, noto che su una panchina lungo la strada, sono seduti Alice e Derek e sono molto vicini. Non mi va di fermarmi e andare a fare domande, me lo diranno loro cosa sta succedendo.
Parcheggio poco lontano dal posto in cui devo andare e mi accorgo che sono in ritardo di dieci minuti. Jace non mi ha mai fatta aspettare, quindi sarà già lì.
Appena arrivo noto che ancora non c'è e decido di chiamarlo. Segreteria telefonica.
...
C'è una strada isolata in questa città, dove di giorno è tutto bellissimo e dove di notte, è consigliato non andare da soli. Jace e i suoi amici ci sono sempre andati, e vista la telefonata di Joy, l'istinto mi dice di andare lì adesso.
Sto camminando tra i cespugli con la sola luce fioca dei lampioni tra gli alberi. Tira vento, e al contrario di questa mattina e  di oggi pomeriggio, fa freddo e sta per venire a piovere. Comincia a tuonare, ma stranamente non ho paura di trovarmi lì. Voglio solo trovare Jace.
Mentre cammino lo vedo in lontananza con un dei ragazzi che stanno discutendo animatamente, tra cui Joy, che ha un pacco in mano.
Sono quelli di ieri sera.
Mi avvicino e mi nascondo dietro una siepe.
Uno di loro, senza un motivo apparente sferra un cazzotto in faccia al fratello di Joy. Jace gli si lancia addosso e quello che sembra il "capobanda" gli punta una pistola in fronte costringendolo a stare fermo.
Mi corrono i brividi su tutto il corpo. Non posso credere a quello che sto guardando. Non è vero.
"Mi sembra che in questa conversazione ci siamo già trovati ieri." Dice il tizio senza abbassare la pistola. "Oggi siamo di nuovo qui e voi avete un pacco in più. Ma se non sganciate in doppio di quello che avete dato ieri a lui salta la testa, visto che vuole fare l'eroe."
Jace è immobile, impassibile. Espressione dura come pietra. Non sembra avere paura. Dallo sguardo fisso sul grilletto della pistola sembra una scena che ha già visto mille volte.
"Va bene fanculo! Prenditi questi cazzo di soldi!" dice Joy mentre gli butta  per terra una busta bianca.
Il tizio finalmente abbassa la pistola.
Mentre cerco di spostarmi mi sento afferrare con violenza per le spalle.
"C'è qualcuno che si diverte ad ascoltare le conversazioni." Dice il ragazzo che ieri mi ha dato un cazzotto in faccia. Tutti si girano verso di noi. Joy da una spinta a Jace.
"Ehi lasciala Greg che non c'entra nulla!" grida Jace.
Questo Greg, mi mette una mano sul collo e comincia ad accarezzarlo.
"Cane, di' al tuo servetto di lasciarla stare senno i soldi ce li riprendiamo." Dice Joy al "capo" che fa un gesto con la mano. Greg mi lascia e Jace corre verso di me.
Mi prende per mano e mi porta via.
Camminiamo velocemente fino alla mia macchina. Comincia a piovere.
"Ehi.." dice mentre sto per aprire lo sportello.
" Che cazzo vuoi Jace?! Ti sei messo a trafficare adesso?!"
"Lo sapevo che sarebbe finita male. Non è una cosa che ho voluto. Hai visto tu stessa che non puoi stare con me. Sei già finita in mezzo ai guai. Facciamo che non è successo niente."
" Che vuoi dire Jace?" La pioggia aumenta.
"Dico che quello che è successo stamattina non è mai successo. Dico che quello che è successo adesso non c'è mai stato." Dice lui triste.
"Mi stai dicendo che dobbiamo mandare tutto a puttane un'altra volta!? Lo sai che stiamo male tutti e due se non stiamo insieme!"
"Ma io non posso permettermi di farti stare in pensiero ogni volta che esco. Non posso permettere di farti pensare che ogni nostro bacio potrebbe essere l'ultimo. Non sei tu, sono io e la vita di merda che faccio."
"Mi hai detto che restavi..." dico mentre comincio a piangere.
"Ti ho detto che ti amo... e non è una cazzata, ma Liz come faccio!? Non posso uscirne..." dice mentre una lacrima gli scende dal viso.
E' la prima volta che lo vedo piangere. Mi avvicino e mi posa la testa sulla fronte. I nostri nasi sono uno sopra l'altro e le nostre bocche sono vicine.
"Jace... io non ti voglio perdere di nuovo..."
Ecco un altro bacio. Perché ho la sensazione che possa essere l'ultimo? Gli squilla il telefono.
"Addio Lizzie." Dice sotto la pioggia battente, voltandosi e andando via a passo svelto.
"Jace!" chiamo. Non si volta e io cado a pezzi mentre lo vedo andare via.

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