-Capitolo 1-

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Il davanzale interno vicino alla finestra di camera mia era il mio posto preferito in assoluto. Lì, riuscivo sempre a superare tutte le mie paure e mi dava un senso di tranquillità e serenità che nient'altro e nessun altro, fino a quel momento, era riuscito a darmi. Era il mio rifugio da cui potevo vedere tutto il mondo esterno senza essere vista, come potersi per un momento estraniarsi dalla propria vita ed entrare in una bolla nella quale non importa pensare o fare, l'unica cosa possibile è ascoltare e vedere.

Spesso mi mettevo rannicchiata alla finestra nelle mille giornate piovose di Dublino, con una bella tazza di te o caffè in una mano e un buon libro nell'altra. Ascoltavo il rumore della pioggia e mi rifugiavo nel mondo dei miei libri. Loro non mi tradivano mai. L'amore nei libri vince sempre. Non si può dire che nella realtà sia così e per questo preferivo vivere nel mio mondo, dove tutto era contornato da cuori e fiori.

L'amore per me era sempre stato un tasto dolente. Ho sempre pensato che i miei genitori si fossero amati davvero, perché non si può costruire una famiglia senza amore e invece quando stavo per partire per il college i miei hanno voluto distruggere tutte le mie sicurezze. Mi dissero che loro erano sempre stati insieme solo per me, per il mio bene. Si erano conosciuti da molto giovani, non erano stati prudenti e io ero stata la loro sorpresa. Da allora avevano deciso che sarebbero stati insieme fino a che non fossi partita per il college, dopo di che ognuno avrebbe preso la sua strada senza rancore.

Beh, quello è stato più o meno il momento in cui ho deciso che al primo posto avrei messo la mia carriera e la mia vita. L'amore mi aveva ferito già una volta e non volevo che succedesse ancora. Non volevo fare come i miei. Limitare la mia vita per un "errore" anche se poi lo avrei amato più di me stessa. Certo, amavo i miei genitori e tutto ciò che avevano fatto per me ma rendersi conto di essere l'unico punto in comune tra i due è stato davvero un colpo duro.

Per quelle vacanze di Natale sarei andata a trovare mamma che adesso si era trasferita a New York e aveva deciso di vivere come Carry Bradshaw di "Sex and The City": tutte le sere era ad un party diverso e con un uomo diverso alla ricerca del vero amore. Lavorava come redattrice in una rivista di Gossip, certo non il suo sogno di scrittrice ma comunque meglio che la cameriera in un night club.

Salutai Berta con un lungo abbraccio, che il giorno dopo sarebbe tornata a Barcellona dai suoi genitori e lasciai il nostro piccolo ma accogliente appartamento.

- Mi raccomando Stephy, non fare arrabbiare tua madre e vedi di passare delle vacanze in pieno relax che il prossimo semestre sarà durissimo!-

- Ci proverò Berta, ma lo sai come son fatta. Non posso continuare a sopportare mia madre che fa l'eterna giovane a 45 anni suonati! E poi cerca sempre di trovarmi un ragazzo quando sa benissimo che a me non interessano. Per il momento...-

- ...voglio concentrarmi sull'università! Si abbiamo capito Step. Ma un po' di distrazione ogni tanto non farebbe male- Disse strizzando l'occhio-

- Vedremo. Adesso devo proprio andare. Buone Vacanze amica! Saluta i tuoi- Le dissi per sviare il discorso.

- Buon viaggio e buone vacanze pure a te Step.-

Mi sarebbe mancata la sua pazzia e la sua perfezione. Se non fosse per lei in casa nostra ci sarebbe sempre il caos più totale.

Presi un taxi, caricai le mie valigie, e mi diressi verso l'aeroporto. Feci appena in tempo per il check in ed ebbi appena il tempo di mettermi in fila ad aspettare che mi imbarcassero che qualcuno mi si catapultò addosso tutto trapelato scaraventandomi a terra. Meno male che a riflessi ero messa piuttosto bene!

- Oh mi scusi tanto!- disse tendendomi la mano per aiutarmi a rialzarmi da terra.

- Faccia più attenzione, E che cavolo!- Lo guardai negli occhi e..... OH MIO DIO! Quegli occhi! Erano gli stessi che mi avevano tormentato per una settimana e che non riuscivo a dimenticare. Non avevo dimenticato l'intensità dello sguardo anche se era solo un sogno. Beh, lui non era esattamente come nel sogno, era molto meglio. Era vestito in maniera semplice ma elegante, una camicia azzurra che fasciava alla perfezione il suo fisico asciutto infilata dentro a dei jeans chiari che aderivano alle sue gambe come se fossero stati fatti su misura per lui. Inoltre aveva con se una piccola borsa a tracolla che probabilmente conteneva qualche accessorio elettronico molto costoso.

Lui notò il mio sguardo perso e disse – Tutto bene? Sembra aver visto un fantasma-

Mi riscossi dal mio trans, arossii e distolsi lo sguardo dai quei magnifici occhi –Si si tutto bene, credo- dissi mentre mi stava aiutando ad alzarmi – beh, certamente stavo meglio prima ma non dovrei avere niente di rotto.-

-Bene. Mi scusi ancora. Adesso devo proprio scappare o perdo il mio aereo. Anche se in circostanze al quando sgradevoli è stato bello conoscerla signorina.....?-

- Whrite...- ero ancora troppo confusa per capire cosa stava succedendo. La sua bocca si incurvò in un sorriso bellissimo e così sincero che il mio cuore perse un battito. Un uomo del genere si interessava a me? "No no.. frena, ti ha chiesto solo il cognome per cortesia. Non ti fare filmini Step" pensai.

-Io sono Marcus Ryan. Beh arrivederci signorina Whrite! Faccia buon viaggio- E scappò senza darmi il tempo di ribattere, lasciandomi lì, imbambolata e in stato catatonico.



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Salve a tutti, ringrazio chi ha deciso di leggere (anche per sbaglio) la mia storia. Spero di non deludervi e di divertirmi insieme a voi in questo nuovo viaggio!

E' la prima volta che mi cimento nella scrittura di un libro e non ho molta esperienza. In genere sono abituata a leggerli i libri e non a scriverli, per cui vi chiedo tanta pazienza.

Se avete qualche commento da fare o qualche appunto vi prego di scrivermelo in modo da aiutarmi a migliorare.

A presto!

VP

L'amore bussa sempre due volteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora