"Casa dolce casa!". Finalmente ero rientrata nella città del mio cuore. La mia amata Dublino. Berta sarebbe tornata a casa il pomeriggio seguente.
Il viaggio era stato lungo e la stanchezza si faceva sentire. Del resto erano le 2 di notte anche se secondo il fuso di New York erano le 22. Decisi che la valigia la avrei disfatta il giorno successivo, con calma. Mi buttai sul letto e mi addormentai di sasso.
Quella notte sognai gli ormai familiari occhi azzurri che mi rincorrevano e io che scappavo. Avrei voluto fermarmi per farmi raggiungere ma non riuscivo a comandare le mie gambe. Mentre guardavo i suoi occhi che mi fissavano sentivo il cuore gonfiarsi. Era una sensazione bella ma allo stesso tempo faceva paura perché se fosse sparita di punto in bianco avrebbe lasciato un enorme vuoto.
Mi svegliai di soprassalto, sudata e spaventata. Quello era stato un Natale da dimenticare che mi aveva illuso lasciandomi solo un enorme vuoto nel cuore. Aveva solo peggiorato la mia visione sugli uomini. In ogni caso sapevo che niente sarebbe stato più come prima. Anche se non volevo ammetterlo a me stessa quello che avevo provato con Marcus, anche se per poco, mi aveva resa veramente felice e viva. Certo mettersi in gioco mi aveva portato sofferenza ma allo stesso tempo anche una boccata d'aria fresca e pulita.
Sarei riuscita a superare il problema Marcus con il tempo e probabilmente sarei riuscita magari a trovare una persona che condividesse le mie gioie e i miei dolori restandomi accanto e confortandomi se necessario.
Erano le 10 di mattina e non avevo più sonno ormai così decisi di andare in cucina a bermi una tazza di tè alla vaniglia. Avrei aspettato Berta per mangiare e nel frattempo avrei preparato la ricetta che mi aveva dato mia madre prima di Natale. Avrei stupito la mia coinquilina golosona e per una volta avremmo mangiato roba non espressa. Tornai in camera, mi misi a sedere nel mio piccolo rifugio alla finestra e lessi qualche pagina di Orgoglio e Pregiudizio della mia amata Jane Austen.
"Le donne credono sempre che l'ammirazione significhi qualcosa di più di quello che è in realtà" scriveva Jane e quanto aveva ragione. Nonostante fossero passati secoli dalla scrittura di quel libro era ancora così veritiero. Noi donne ci illudevamo con poco e l'uomo era così bravo a non palesare i propri intenti che la nostra mente vagava sempre a ciò che volevamo noi. Se un uomo a un bar scambiava il tuo sguardo anche per pochi secondi, per te, era già innamorato perso. Invece la realtà poteva essere un'altra; tu lo fissavi intensamente e lui sentendosi gli occhi addosso ha cominciato a guardarsi intorno scambiando un fuggente sguardo con te ma non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi.
Eravamo brave ad illuderci e probabilmente era quello che avevo fatto io con Marcus. Sicuramente lui non aveva mai avuto intenzioni serie con me, voleva solo passare del tempo con me per non stare da solo nell'attesa della sua ragazza. Sicuramente era così.
Basta. Non ci dovevo pensare più. Mi alzai e mi diressi in cucina per preparare il pranzo.
Dopo un'ora buona di lavorazione misi il pollo con le patate in forno e apparecchiai la tavola per due. Appena posai la bottiglia dell'acqua sul tavolo sentii la porta aprirsi.
-Steeep! Che buon odorinooo-
-Bertaaaaa!- le corsi incontro e lei posando le valigie a terra mi abbracciò.
-Allora cara? Com'è andata a tua madre? Come sta Juliette?-
-Oh lei bene! Come sempre in gran forma. Ci siamo parlate cuore a cuore e credo che il nostro rapporto possa migliorare ancora-
-Finalmente una buona notizia! Sono felice per te amica mia! Ma raccontami..incontri interessanti?-
Il mio pensiero andò subito a Marcus ma decisi di rimanere sul vago per non destare sospetti e interrogatori.
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L'amore bussa sempre due volte
RomantizmStephy è una ragazza completamente assorbita dalla sua routine. Università, studio, libri e qualche uscita con la sua coniquilina Berta. Si era sempre promessa di mettere se stessa e la sua carriera al primo posto fino a quando ha incrociato per ca...