Capitolo 2

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C'era solo una parola nella vita di Arianne che aveva significato : Vai dritta e non metterti nei guai.

Era una buona frase, niente di sensazionale, ma una buona frase e un ottimo stile di vita.

Si, perchè dove viveva  , era essenziale andare avanti.
Andare avanti e non fermarsi, contro le difficolta, contro i problemi e non fermarsi mai a pensare a quanto siano brutti e impossibili ; se non li consideri , spariranno prima o poi.

Non mettersi nei guai , era una modifica che aveva aggiunto all'ultimo momento.
Ma le era stata utile.

A Rifthold non serviva andare a caccia di guai per trovarli, erano loro che trovavano te ; l'unico rimedio era provare a non diventarne una calamita naturale.

Nella sua stanza, nel suo letto vicino alla piccola finestrella nel suo appartamento al centro della cittá , Arianne era distesa sul materasso che odorava di pulito. Aveva la testa appoggiata al cuscino , mentre Clarisse con in mano un vestito sulla mano destra e un altro sulla sinistra provava a spiegarle il suo problema.

La sera seguente la sua amica,  e sua prossima maîtresse :come lei era decisa a chiamarla , avevrebbe organizato il ricevimento che avrebbe fatto di loro le cortigiane più affermate della cittá.

Sarebbe potuto essere il loro momento.
Avrebbero davvero potuto aspirare a qualcosa di più.
Sarebbero uscite dai bassifondi della cittá per qualcosa di meglio.
Per i salotti e i caffè dei altolocati.
Incontrare clienti potenti e ricchi alla luce del sole, che avrebbero fruttato molto, molto di più delle visite di nascosto nel bordello.

Arianne naturalmente doveva esserci.
Ci sarebbero stati tutti , e lei non poteva mancare.

Ci sarebbe stato anche un ospite importante disse Clarisse.
Un eredeitiero.
O forse un mercenario.
Aveva a che fare con qualcuno che voleva fare fortuna , e che aveva ricevuto molti soldi.
Il nuovo signore del Crimine di Rifthold scherzò Clarisse.
Avrebbe potuto davvero stravolgere gli eventi lì a Rifthold.

Come se non ci fossero abbastanza Signori del Crimine in cittá!

La vitá a Rifthold era semplice nella sua pericolositá e monotonia:
Nessuno era padrone di Nessuno se non del denaro.

E se avevi i soldi avevi tutto.
E se eri nato e cresciuto nelle fogne di quella cittá potevi riuscire ad ambirne il monopolio.

Tutto era in balia di tutti.
I guai erano il tuo pane.
Il pane era quello che ti faceva vivere.
O quello che ti faceva ammazare.

Lì non c'erano regole.

Ed era per questo che ci si era tenuta lontana nei sei anni passati.

Lei non era nata lì.
Era stata venduta e portata a Rifthold da un gruppo di mercenari che l'avevano prelevata dal suo villaggio ,  di cui ormai non ricordava nemmeno il nome.

E nemmeno  degli anni prima di arrivare al bordello.
Ma Rifthold le era parsa gia per quello che era :
Un gigante insaziabile.

Era solo una bambina , era impaurita , spaesata ma non del tutto stupida.

Sapeva benissimo cosa le avrebbero fatto; cosa loro avrebbero voluto che facesse.

Era stato duro , ma non si era ribellata.
Sapeva che quelle cose erano disdicevoli e disgustose , ma sapeva che lottare non sarebbe servito a niente.

Fu in quel periodo che incontrò Clarisse.

Clarisse DuVency era la nipote del proprietario della
" La rose de plaisir" il nome della casa del piacere in cui era stata venduta .

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