Capitolo 4

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Era una giornata perfetta per passeggiare.
Clarisse camminava al suo finaco rendendole il braccio e con l'altro un obrellino da sole color pastello.
Il suo lungo vestito azzurro svolazzava tra in vento fresco e la strada era gremita.
Il fiume era pieno di bambini pronti per fare il bagno e giocare sull'erba.
Le signore erano accompagnate dai mariti che portavano a spasso come se fossero i propri animali domestici.
Da lontano la cupola del teatro dell'opera con il suo cangiante color verde smeraldo torregiava tra i palazzi della capitale.

I riccioli dorati di Clarisse cadevano sul suo viso pallido come la neve e le labbra carnose fecero una piccola smorfia.
Molti uomini le fissavano mentre passavano ma loro non ci fecero caso .

Erano arrivate in piazza e i commercianti aprivano le loro squisite botteghe e i signori che potevano permetterselo andarono a riemprirle.

I corpi delle ragazze si toccavano e la pelle morbida di Clarisse accarezzava quella dell'amica , le gonne leggere si confondevano tra di loro, le loro figure magre si muovevano all'unisono come delle spighe di grano in balia del vento.

Arianne nascosta dal capello che indossava provò ad ammirare lo spazio rotondo e immenso , il suo sguardò ando tra i negozzi, le carrozze delle nobildonne stipate un pò da per tutto , i giornalai, la panetteria con il suo inebriante profumo di pane fresco , mischiato con l'odore dei fiori colorati del vivaio accanto.
Poi qualcosa la catturò .
La strada scura e stretta , era nascosta , lontano dalle vie principali e sembrava che portasse da tutt'altra parte.
Non ci presteva mai attenzione, anzi certe volte si dimenticava della sua esistenza.
Quella strada era uno sfocato ricordo, come una nebbiolina nel suo cervello che cercava sempre di scacciare via.
Non sapeva perchè l'aveva guardata questa volta.

Aveva dieci anni, ed era scappata di nascosto dalla sua stanza per fare un giro all'aria aperta.
Non era mai uscita da sola in strada , e si aggirava timorosa come un topolino tra i marciapiedi pieni di gente alta il doppio di lei .
Teneva la testa alta , per vedere la faccia delle persone che la sovrastavano.
Non sapeva dove stava andando , lei semplicemente seguiva la corrente di figure in cappotti scuri come un pesciolino in balia delle acque.
Clarisse l'avrebbe uccisa per questo. Suo zio peggio .
Si diceva che sarebbe tornata prima che si accorgessero della sua assenza.

Solo pochi minuti dopo si trovò davanti quel vicolo .
Era strettissimo, non c'erano nemmeno i lampioni ad illuminarlo e non vedeva dove conduceva.

Arretrò un momento. Sarebbe dovuta tornare indietro.
Si ma dietro dove?
Non sapeva quale strada aveva preso, e non sapeva a chi chiedere.
Forse quel vicolo passava per il molo o lì vicino.
Sorpassò le due case e le tenebre la travolsero.
Il rumore della piazza si affievoliva mano a mano che proseguiva e veniva sostituito da dei lamenti che sembravano animaleschi.
Piano , piano la via si allargava , facendo trapelare un po di luce .
Era circondata da edifici squallidi e sporchi, la gente era seduta ai margini della strada e aveva i vestiti strappati.
Al suo passaggio le persone la fissavano in modo languido e diffidente.
Altri sghignazzavano .
La paura si impossessò di lei e cominciò a camminare più veloce.
Provò a non incrociare i suoi sguardi per non tradire il timore che aveva negli occhi , ormai stava correndo con la testa incollata al marciapiede finchè non andò asbattere con qualcosa.
Caddè all'indietro e si trovo per terra mentre due paia di piedi stavano stavano davanti a lei.
Si massaggiò la testa e un ragazzo magrolino , dai capelli scuri e dai tratti spigolosi la giardò furioso.
Come tutti aveva i vestiti scuri e logori e dal candore cadaverico della pelle sembrava che non avesse mai visto il sole.
"Ma perchè non guardi dove vai!?" disse lui con la sua voce un pò stridula.
"Io? Tu invece che mi hai tagliato la strada!?" .
Ormai era in piedi e gli si piazzò davanti come un gatto pronto a graffiare.
Erano della stessa statura, ma l'aspetto del ragazzo la metteva un pò in soggezione.
Stava per ribattere quando un grido che proveniva da dietro lo fece girare.
I suoi occhi scuri si allargarono e il panico lo prese alla sprovvista.
D'improvviso lui le prese il braccio e prima che potesse ribattere lui disse :
"Corri!".

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