Mi alzai dal letto. É notte e gli altri sono addormentati. I non-morti fuori ci avevano circondati e stavano facevano tanto rumore.
Per passarmi il tempo incomincio a disegnare su un vecchio quaderno di Stesk.
Passano le ore e nessuno si sveglia. Cerco di addormentarmi ma ho troppo poco sonno per addormentarmi con i lamenti dei non-morti.
Mentre disegno Giulia si sveglia <<Buongiorno...>> dice Giulia sbadigliando. <<Veramente un buongiorno, sai...>> risposi sarcasticamente. <<Come stai?>> continuai. <<Mi brucia un po' la ferita. Tu come stai?>> <<Ho sonno, non ho chiuso occhio stanotte>> <<E che hai fatto?>> <<Ho disegnato>> <<Ma non ti scoccia disegnare tutta la notte?>> <<Assolutamente no>> <<Capito...>>
Mi alzai e mi avvicinai verso il letto di Giulia, mi calai e gli desi un bacio.
Mi misi per terra e continuai a disegnare finché non si svegliarono sia Stesk che mio padre. <<Buongiorno>> disse mio padre. <<Non é mai un buongiorno di questi tempi>> disse, anche lei appena svegliata, Stesk. <<Hai ragione ma é un modo di dire, uno, di solito, quando si alza saluta gli altri con un buongiorno>> gli rispose mio padre.
<<Aspettiamo prima di uscire o facciamo fuori quei bastardi?>> chiesi un po' esaltato. <<No, restiamo finché Giulia e Stesk recuperano un po' dall' "infortunio">> rispose mio padre. <<Oppure possiamo contattare qualcuno che possa darci una mano>> disse Stesk. <<Non ti preoccupare, per ora rimaniamo qui>>
Presi la mia pistola e andai sul tetto 'Devo diminuire i non-morti' pensai. Mi misi a giocherellare con la pistola poi la impugnai e schiacciai il grilletto. Il proiettile prese in pieno la faccia di un non-morto che cadde a terra.
Il rumore dello sparo ha fatto molto caos. I non-morti incomimciarono a fate molto più rumore.
Mio padre salì le scale e Mi raggiunse. <<Smettila, ne attirerai altri e sarà più difficile uscire>> annuisco e poso la pistola per terra.
Faccio due passi, mi fermo e comincio di nuovo a camminare fino ad arrivare alle scale, di fretta scendo e un rumore di vetri infranti scombussola tutti noi. La mia mano non mi faceva così male da tanto, ho paura, i non-morti, seppure con difficoltà, scavalcarono ed entrarono.
Sotto il divano vedo un'accetta, prima non c'era, è comparsa dal nulla. Mi affretto a prenderla e la giro nei pollici, non sono in me. Voglio combattere! Cosa sto facendo!? L'accetta pian piano si scioglie senza un motivo e la mia mano si scioglie insieme a lei. Sono senza mani, Stesk che con un cacciavite aveva fatto l'impossibile, per me non potè fare niente, mi lasciò al mio destino. I suoi occhi davano una sensazione malvagia, come se poteva ma non l'ho ha voluto fare.
Mentre i non-morti mi strappavano le budella Giulia si alzò, e corse verso mio padre, lei si mise in punta di piedi e sfiorò con le labbra le labbra di mio padre. I non-morti strapparono tutta la pelle che mi restava e la mia fidanzata e mio padre stavano lì a baciarsi. Non provo un minimo di dolore, e questo mi fa ancora più paura, forse dovrei essere già morto e sono in un girone dell'inferno che Dante non scrisse. (Questa forse potevo anche evitarla, comunque...) Sentii un brivido percorrere le mie ossa. I non-morti si allontanarono, si sedetterò sul divano e, e!? Cosa!? Ma sono in un sogno?
<<Sveglia dormiglione!>> gridò mio padre. Mi alzai con tutta la felicità di questo mondo, stavo credendo a uno stupido incubo. <<Che ore sono?>> dissi sbadigliando. <<Le 11 e 45>> rispose mio padre. Io spalancai gli occhi, non credevo alle mie orecchie. <<Ma dici serio?>> <<Si, sono serio>> cavolo, non me lo aspettavo.
<<Oh cielo!>> gridò Giulia. Presi uno spavento, mi avvicinai a lei. <<Cosa hai visto?>> chiesi preoccupato. <<Guarda>> disse indicando con il dito un non-morto che era fuori. Oh! Cazzo, è Adelaide, la riconosco dal vestito e poi dai capelli, lisci, neri, e come non riconoscerla dal sopracciglio un po' più alto dell'altro. Mi dispiace, mi stava simpatica, e perchè no, un pochino mi piaceva anche, gentile ma stronza. Non ha senso ma proprio per questo mi piaceva. Fatto sta che ora lei è lì e io sono qui, quindi, non ci posso fare nulla.
<<Ecco la colazione>> Stesk arrivò con in mano un vassoio dove c'era la colazione. <<Cereali ed aranciata, scusatemi, c'era solo questo>> <<La colazione dei campioni>> gridai facendo il finto esaltato e tutti si misero a ridere. Presi un bicchieri dei cereali e mezzo bicchiere di aranciata. 'Basta e avanza' pensai.
<<Oggi ho fatto un terribile incubo>> dissi agli altri. <<E cosa hai visto?>> chiese incuriosita Stesk. <<Beh, mi ero alzato dal letto prestissimo, mi misi a disegnare e poi vi svegliaste anche voi, poi salii in terrazzo e sparai una pallottola con la mia pistola, poi scesi e i non-morti ruppero le finestre, mi sciolsi la mano e i non-morti mi divorarono mentre voi stavate a guardare>> risposi. <<Interessante>> disse Stesk alzando le sopracciglia e mettendosi a ridere. <<Non era realtà>> dissi per farla smettere ma non ci riuscii. Mi alzai da tavola e andai in bagno, dove trovai un mitra. Lo presi e lo portai dagli altri. <<Ragazzi, guardate cosa ho trovato in bagno. Potrebbe facilizzarci la nostra fuga>>
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L'era dei morti (in revisione)
Science FictionUn Apocalisse zombie stermina l'umanitá, non tutta ma buon parte, la vita di ogni umano era cambiata drasticamente, piena di sacrifici, di morte, di speranza ma tutto ció non bastava per sopravvivere, bisognava essere dei duri. Giorgio Manfredi é d...