Bacio

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Il dottore, dopo che mi sono svegliato, mi ha informato che potevo alzarmi e camminare tranquillamente stando attento alla mano. Resterò un'altra giornata in ospedale, poi posso tornare a casa.
Sentendo la radio, nelle grandi città la situazione dei non-morti è molto più grave di qui. A Roma non si trova più neanche una persona, tutti morti o che sono scappati.
Tra un'ora e mezza dovrebbero venire i miei compagni, non vedo l'ora. Il braccio fa molto meno male di ieri e spero sia una cosa positiva.
<<Buongiorno tesoro>> mi saluta mia madre. <<Buongiorno>> <<Come stai?>> <<Molto meglio>> <<Ma cosa ti è saltato in mente? Cosa volevi andare a fare?>> mi rimproverò mia madre. <<Non lo so, non ho ragionato>> <<Come fai sempre>> <<Dove è papà?>> <<Non è potuto venire>> ovvio, più importante il lavoro che suo figlio che gli hanno tagliato una mano. <<Io vado a fare colazione>> <<Ti aiuto?>> <<Si, grazie>> Mi aiuta a scendere e appena tocco i piedi per terra mi sembra che mi sono dimenticato come si cammina. Si, sono esagerato.
Mi dirigo in sala da pranzo e mi faccio fare il piatto da mia madre. Mi porta un piatto con un cornetto, della marmellata, un uovo sodo e un bicchiere di spremuta d'arancia. Mangio tutto sforzandomi, faceva tutto schifo. Non c'è da stupirsi, sono in un ospedale.
Sono le 11, tra mezz'ora arrivano i miei compagni. Per passarmi il tempo mi metto ad ascoltare musica.
<<Ehi!>> mi giro e vedo che i miei compagni sono arrivati. <<Ehi! Chi si rivede...>> <<Come va?>> <<Molto meglio di prima>> Giulia mi fissa con uno sguardo ammaliante. Posso essere paranoico ma è così, quella ragazza ha una cotta per me.
<<Dove è Simone?>> <<È morto, l'ha sbranato un non-morto>> risponde Salvatore che è il suo migliore amico. <<Ah, questa non ci voleva, vabbè ce ne faremo una ragione. Ormai la vita va così>> Stesk, Francesco, Nicolò Munafò, Gabriele e Giulia fanno un passo avanti e mi danno un pacco regalo. <<Grazie>> <<Leggi il biglietto>> stacco il biglietto e incomincio a leggere. <<Da tutta la classe, questo è un regalo per farti stare più felice, siamo sicuri che ti abbia rattristito molto svegliarti senza una mano. Ti vogliamo bene, riprenditi presto>> Mi scappa una lacrima. <<Scartalo, cosa aspetti?>> mi dice Gabriele. Incomincio a scartarlo, oh cavolo! No, non ci credo. Mi hanno regalato un iPad. Ne avevo ricevuto uno per la comunione ma lo avevo perso. <<Grazie, è molto bello da parte vostra>> <<Noi andiamo, a più presto>> escono dalla porta tranne Giulia, i miei genitori erano anche usciti. Eravamo da soli, io e lei. Lei fa un piccolo passo e si avvicina a me. Avvicina le labbra alle mie e ci baciamo. Io la avvicino a me con la mano destra, quella che ancora ho intatta e ci baciamo ancora fino a quando Giulia riceve una telefonata da Stesk per dirgli dov'era.
Dopo un po' penso a quello che ho fatto e penso che non lo dovevo fare ma ripensandoci, poteva anche essere l'ultimo giorno che ci vedevamo. Io dico, carpe diem.

L'era dei morti (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora